Olimpiadi
Olimpiadi invernali di Milano Cortina 2026: intervista al Prefetto Tagliente
“Il successo di un evento, grande o piccolo che sia, è strettamente legato alla capacità dell’organizzatore di mettere in campo una accurata pianificazione. La buona organizzazione si fonda su un metodo ben strutturato. Va da se che il primo step della fase di pianificazione è l’analisi: conoscenza dei luoghi, valutazione del contesto ambientale, dettagli organizzativi, obiettivi dell’iniziativa, percezione della comunità dell’evento ecc. Messa a punto la pianificazione, ovvero la fase del governo all’ evento, si guarda alla gestione. Anche qui il metodo rappresenta la via maestra: certezza della catena di comando, flusso delle informazioni verso la struttura organizzativa e capacità di prendere decisioni immediate diventa determinante. Il concetto però non è quello di un uomo solo al comando; all’ interno del processo decisionale va inserito il momento di condivisione, di analisi congiunta. Questo può accadere all’ interno del centro per gestione dell’evento dove siedono tutti i rappresentanti delle varie funzioni in campo”.
Cosi ha esordito il prefetto Francesco Tagliente intervenendo al Forum “Criticità e punti di forza di un’Olimpiade invernale”, organizzato a Milano dall’Associazione Consiglieri regionali della Lombardia, in collaborazione con Forum Security e Italian Team for Security, Terroristic Issues and Managing Emergencie, con il patrocinato del Consiglio regionale e dell’Associazione italiana per il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa con sede in Roma (AICCRE).
Il primo approfondimento tematico, organizzato con politici e tecnici, sulla gestione del rischi nei grandi eventi, in vista delle Olimpiadi invernali 2026 assegnate a Milano-Cortina.
Soffermandosi sul tema assegnatogli: Punti di forza e criticità nella pianificazione delle misure organizzative per la gestione della sicurezza delle Olimpiadi invernali Torino 2006, Tagliente ha parlato della complessità dello scenario operativo; della pianificazione delle misure organizzative finalizzate a provare a trasformare le potenziali criticità in punti di forza; della necessità della suddivisione delle responsabilità tra Comitato organizzatore e Autorità di pubblica sicurezza e in particolare sui punti di forza che hanno consentito all’ Italia di riscuotere il plauso dei vertici delle istituzioni governative e sportive italiani e internazionali”.
La relazione introduttiva del prefetto Tagliente, uno dei massimi esperti nella pianificazione e gestione dei grandi eventi che alla vigilia delle Olimpiadi del 2006 è stato chiamato dai vertici istituzionali a gestire la sicurezza dei Giochi invernali di Torino, è stata preceduta dai saluti del Presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Alessandro Fermi e del segretario generale dell’Associazione consiglieri, Alessandro Patelli.
Moderati magistralmente dal presidente del Forum Security Maria Grazia Santini, sono intervenuti poi Riccardo De Corato, Assessore alla Sicurezza della Regione Lombardia; Anna Scavuzzo, Vicesindaco e Assessore alla Sicurezza del Comune di Milano; Luigi Alverà, Vicesindaco del Comune di Cortina d’Ampezzo; Marco Lombardi, Direttore del Dipartimento di Sociologia dell’Università Cattolica di Milano; Edoardo Cavalieri d’Oro dei Vigili del fuoco di Milano; Andrea Zaccone, responsabile della UO Proiezione Civile presso Regione Lombardia.
In rappresentanza del Dipartimento della Pubblica Sicurezza è intervenuto anche il Primo dirigente della Polizia di Stato Fabrizio Fucili, dell’Ufficio Ordine Pubblico, il quale con un apprezzatissimo intervento ha illustrato l’attuale sistema di sicurezza degli eventi di particolare rilievo in Italia.
A margine del convegno abbiamo rivolto alcune domande al prefetto Tagliente per conoscere quale scenario possiamo immaginare per le Olimpiadi invernali. Ecco cosa ci ha risposto:
Ci può parlare dei numeri delle passate olimpiadi invernali?
Per i Giochi olimpici invernali di Torino 2006, lo scenario era costituito da ben 37 siti olimpici dislocati in 7omuni, 80 delegazioni protette provenienti da 90 Paesi, 10 milioni di presenze con 40.000 ospiti stranieri di cui 2.300 rappresentanti CIO, Comitati Olimpici Nazionali e Federazioni, 2.500 atleti e 2.500 tecnici ed accompagnatori, 9.400 giornalisti tra carta stampata e televisione. E ancora 127 dignitari esteri tra Capi di Stato, Sovrani, Primi Ministri, ministri ed Alti Dignitari.
Le risorse impegnate per l’organizzazione delle olimpiadi invernali?
Un evento che per la gestione delle misure organizzative e di sicurezza ha richiesto l’impegno di 18.000 volontari, 15.000 operatori di polizia e 1.740 unita del Comitato organizzatore Toroc.
Quali sono le possibili criticità dovute alla estensione territoriale e alle condizioni climatiche critiche?
Complessivamente circa 35 mila operatori, chiamati ad operare su una vasta estensione territoriale in condizioni climatiche critiche con la conseguente esigenza di un equipaggiamento speciale da montagna, mezzi di trasporto idonei ai percorsi alpini, selezione del personale e addestramento specifico. Un teatro vasto con collegamenti stradali di lunga percorrenza e comunicazioni difficoltose.
L’allerta prolungata nel tempo e la continua rimodulazione dei dispositivi di protezione
La gestione nel lungo periodo ha comportato anche l’esigenza di mantenere alto il livello di attenzione per i 17 giorni consecutivi di attività e la rimodulazione continua dei servizi di vigilanza per la sicurezza dei circa 3.000 obiettivi sensibili sulla base della valutazione della minaccia.
La gestione delle altre manifestazioni concomitanti?
Ed ancora la gestione di circa 400 pubbliche manifestazioni di rilievo che si sono tenute dal 10 al 26 febbraio 2006 compresa la partita di calcio ad elevato rischio giocata a Torino in concomitanza con la cerimonia di chiusura dei Giochi.
Le criticità più evidenti alla vigilia dell’evento?
Lo scenario critico che si presentava alla vigilia dell’evento spaziava dalla inziale incertezza sulla catena di comando in tema di gestione della sicurezza, alla costituzione di differenti tavoli tecnici per la pianificazione dei dispositivi di sicurezza; dalla proliferazione di offerte tecnologiche da parte di società presentate da altri Paesi, al rischio della presenza di un numero eccessivo di addetti alla sicurezza armati al seguito dei dignitari esteri compreso il pericolo di alimentare allarme terrorismo da parte di soggetti non informati, desiderosi di apparire a tutti i costi.
Qual è la pianificazione per provare a trasformare le potenziali criticità in punti di forza?
Uno scenario che ha richiesto una pianificazione finalizzata anche a provare a trasformare le potenziali criticità in punti di forza, alimentando lo spirito di squadra, creando le migliori condizioni per la sinergia e l’armonia tra tutti i rappresentanti delle Istituzioni governative e sportive italiane ed estere a vario titolo interessate alla pianificazione e gestione della sicurezza dell’evento.
Per alimentare il concetto di analisi e condivisione delle decisioni è stato istituito un organo colleggiale, il Centro Nazionale di Informazione sulle Olimpiadi (CNIO)
Esatto, il Centro Nazionale di Informazione sulle Olimpiadi (CNIO) utilizzato per la raccolta di tutte le informazioni sulla valutazione della minaccia c.d. criminale non solo terroristica, in perfetta armonia con le strutture esistenti; prevedere un triplo filtro, Servizi di Intelligence, CASA (Comitato di analisi strategica antiterrorismo) e CNIO, per la verifica della attendibilità delle informazioni concernenti possibili minacce di attentati terroristici; esaltare il ruolo delle istituzioni governative italiane nella gestione della sicurezza con il concorso, informativo e non operativo, delle forze di polizia di altri Paesi; ed ancora rendere protagonisti i gruppi di operatori specializzati nella pianificazione di differenti settori di attività: coordinamento centrale, pianificazione territoriale, logistica, operatività, ecc.
Il CNIO è stato istituito anche per rafforzare la catena di comando e rendere chiara la suddivisione delle responsabilità
Si, al Centro Nazionale di Informazione sulle Olimpiadi invernali di Torino 2006 è stato tra l’altro affidato il compito di rafforzare la catena di comando attraverso il supporto informativo al Questore (anello tecnico deputato al coordinamento delle risorse) e a rendere chiara la suddivisione delle responsabilità del Comitato organizzatore (TOROC) e degli organismi centrali e periferici del Ministero dell’Interno, senza sovrapposizioni con gli apparati dipartimentali ed i Centri di responsabilità territoriali.
Esiste anche l’’interscambio delle informazioni per la valutazione della minaccia attraverso CNIO, CASA e i Servizi di Intelligence di atri Paesi
Una struttura idonea, se non a eliminare, almeno a ridurre al minimo, possibili allarmi sull’evento, generati da informazioni inserite nel circuito da soggetti estranei. Un obiettivo raggiunto non solo grazie al continuo interscambio informativo con il C.A.S.A e i Servizi di Intelligence dei paesi partecipanti attraverso la trasmissione in tempo reale di notizie fornite dagli ufficiali di Collegamento circa possibili progettualità terroristiche. Al CNIO arrivavano tutte le notizie ritenute d’interesse da parte di tutti gli ufficiali di collegamento appositamente designati per ciascuna componente (Dignitari, famiglie olimpiche, media e sponsor. Questo flusso continuo di informazioni consentiva focus informativi nel corso dell’evento calibrati alle criticità emergenti e l’immediata trasmissione delle informazioni al Questore, Autorità responsabile della gestione dei servizi di ordine e sicurezza pubblica; Uno scambio continuo di informazioni che alimentava la finestra di dialogo continuo tra le Autorità di sicurezza e il Comitato organizzatore al fine di rilevare e immediatamente e risolvere, anche le criticità di natura organizzativa.
Quali sono punti di forza per la cooperazione internazionale di polizia?
In particolare, per le relazioni internazionali, i punti di forza erano rappresentati dalla esaltazione della cooperazione internazionale di polizia allargata agli Ufficiali di collegamento di 25 Paesi (UE, G8 , paesi a rischio); dalla completa apertura con i partner internazionali nello scambio di informazioni; della fermezza nella gestione delle offerte di tecnologie da parte di società presentate da altri Paesi e nel rigetto di ogni tentativo di interferenza da parte di potenziali candidati a sentirsi protagonisti; nel rigoroso divieto di portare armi sul territorio nazionale da parte di operatori di polizia interessati alla cooperazione di polizia e nella limitazione a sole due persone armate da parte degli addetti alla sicurezza delle delegazioni” istituzionali estere compresi Capi di Stato e di Governo.
Il CNIO è strumento importante anche per altri Paesi e Comitato organizzatore
Il CNIO è risultato uno strumento importante anche per gli ufficiali di collegamento dei paesi partecipanti e per il Comitato organizzatore, Un grande punto di forza che ha contribuito a consentire all’ Italia di riscuotere il plauso dei vertici delle istituzioni governative e sportive italiani e internazionali.
Il plauso delle istituzioni al modello italiano di gestione dei grandi eventi
Non posso dimenticare le parole dette alle agenzie di stampa dall’allora Ministro dell’Interno Pisanu: “Il modello italiano di gestione dei grandi eventi è stato all’altezza, suscitando l’ammirazione del direttore dell’Interpol, dell’ex sindaco di New York Rudolph Giuliani e di altri osservatori internazionali. Rudolph Giuliani infatti per esprimere il suo appezzamento per il lavoro compiuto affermò che: -L’Italia e Torino hanno avuto un grande successo, per quel che riguarda la sicurezza olimpica che è un esempio perfetto di quello che dobbiamo fare in altre occasioni in cui esistono minacce anche di tipo terroristico-
Il prefetto Tagliente ha voluto, inoltre, mettere l’accento sul valore della squadra vero motore della gestione di situazioni complesse.
Dott Tagliente a chi va il suo riconoscimento?
Il mio riconoscimento convinto va al mio vice e soprattutto amico, ora Questore, Roberto Massucci; all’allora Questore di Torino Rodolfo Poli; all’allora Prefetto Goffredo Sottile e vicario Giuseppe Forlani; all’allora Comandante Provinciale dell’Arma dei Carabinieri Angelo Agovino; al Colonnello Giuseppe Della Gala a tanti dirigenti della Polizia di Stato come Giuseppe Petronzi, Silvia Burdese, Salvatore Sanna, Massimo Passariello, Fabio Germani e a tutti gli altri preziosi protagonisti della riuscita dell’evento come l’allora sottosegretario Mario Pescante e Giovanni Pulice del Comitato organizzatore TOROC. L’impegno ed il loro senso di appartenenza e dello Stato hanno garantito al Paese di presentarsi all’avanguardia ad un appuntamento che ha messo l’Italia, con stile e professionalità, al centro del Mondo.
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