Ciclismo
SenzaGiro, per far vivere il Giro d’Italia e aiutare i più bisognosi a Bergamo
C’era una volta il rito collettivo del Giro d’Italia. E speriamo che torni ad esserci presto. Unica cosa sicura, questa primavera finirà senza Giro, senza la “Festa di Maggio” cara a Orio Vergani. Così qualcuno ha deciso di farsela da solo questa festa.
Una squadra di 21 tra giornalisti, scrittori, ex-corridori, suiveurs e appassionati ha pensato di inventarsi la storia delle tappe del Giro d’Italia 2020 e di raccontarla. Senza dirette tv e senza interviste, ma affiancati dalle immagini di 21 illustratori per vivere un’esperienza di cronaca ciclistica come quelle di inizio Novecento, solo che questa volta la parola non dovrà dare concretezza ai fatti ma potrà viaggiare sui binari della fantasia.
Ogni pomeriggio pubblichiamo su SenzaGiro (in tre lingue) la storia della tappa del giorno , corredata di risultati e classifiche. E insieme alla “corsa che non c’è” raccontiamo le storie dei territori attraversati, per quanto solo idealmente, dal nostro Giro d’Italia, e suggeriamo dei libri con cui seguire l’avventura del ciclismo in questi pomeriggi più vuoti del previsto.
Al progetto è collegata una raccolta fondi che andrà alla cooperativa Namastè di Bergamo, cooperativa sociale, che opera proprio sul territorio più colpito dalla pandemia del Covid-19 e che da 20 anni incontra e assiste 3000 persone con fragilità al giorno: disabili, anziani, malati, bambini e adolescenti in difficoltà.
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