Ciclismo

Quel che resta del Giro [scenario building]

31 Maggio 2019

Arriviamo tutti un po’ stanchi e un po’ annoiati a quest’ultimo weekend rosa, che celebrerà la vittoria di Richard Carapaz.
Gli sono bastate 5 tappe, da Pinerolo ad Anterselva, per chiudere il discorso: il minuto e 19 secondi che Nibali e Roglič gli hanno concesso lungo la salita verso il lago Serrù, mentre si dilettavano nei loro mind games, sono risultati fatali. Da lì in poi, Carapaz ha dimostrato di essere forte e coriaceo come il suo cognome suggerisce, per assonanza.

Nessuno è mai riuscito a mettergli le ruote davanti in modo significativo. Sembra correre in controllo totale, pronto a replicare a qualunque attacco. Ad Anterselva, mercoledì, ha mandato un messaggio pacato, ma chiaro: non ci provate, o vi legno io.
Così, anche oggi, lungo i 151 chilometri che portavano da Treviso a San Martino di Castrozza, non è successo nulla di rilevante per la classifica generale. A onor del vero, mancava anche il terreno adatto.

È stata una bella tappa di media montagna, con la fuga che va tranquilla e fa una corsa a parte per la vittoria di giornata. Ha trionfato il ritrovato Esteban Chaves: giovane campione potenziale, umano e simpatico come pochi, che ha già un grande futuro dietro alle spalle. Forse, riuscirà a rimetterselo davanti, in prospettiva, nei prossimi anni. Personalmente, ne sarei felice.

Domani, sabato, si va da Feltre a Croce d’Aune-Monte Avena. Tappone dolomitico micidiale: 194 km, con cinque salite probanti. Sarà il terreno di battaglia ideale per definire i due gradini più bassi del podio: Vincenzo Nibali, attualmente, occupa il secondo posto a 1 minuto e 54 secondi dal leader; Primož Roglič lo segue a 2 minuti e sedici; Mikel Landa è quarto, a 3 minuti e tre secondi.
Avrebbe potuto essere un’emozionante sfida a tre per la maglia rosa, tra “grandi nomi”. Ma nessuno aveva preventivato la variabile Carapaz. Dovremo farcela bastare, così com’è, questa penultima tappa.

Anche per questo motivo, per non assopirci del tutto sul piano intellettivo, vale la pena costruire qualche scenario.
Domani, tutto si giocherà in relazione ai distacchi potenziali che Roglič potrebbe infliggere agli avversari nella cronometro individuale di Verona, che chiuderà definitivamente questa non esaltante edizione del Giro.

Nibali dovrà provare a scavare un solco rispetto al corridore sloveno. Il suo vantaggio non basta, al momento, per conservare il secondo posto in prospettiva finale. Non sarà facile, ma è possibile, visto lo stato di forma non eccellente di Roglič in quest’ultima settimana.
Vincenzo punterà alla vittoria di tappa, che ancora gli manca in questo Giro. Sarebbe importante ottenerla. Carapaz e Landa faranno corsa su Nibali, lo seguiranno, ma non si intrometteranno con le sue ambizioni di giornata, se tutto andrà per il verso giusto: noblesse oblige.

Altra variabile rilevante sarà Miguel Angel Lopez, attualmente sesto in classifica generale, con un distacco di 5 minuti e 33 secondi da Carapaz. Ha dimostrato anche oggi di avere la gamba, Lopez: proverà a far saltare la corsa. Non ha nulla da perdere. Probabilmente, sarà lui l’innesco di Nibali. Da lì partiranno i fuochi d’artificio della tappa.

Esiste poi uno scenario estremo che mi divertirebbe molto: Landa, da me detto “Landani”, per l’eleganza negli scatti in salita (l’unico capace di somigliare, in qualche modo, a una versione minore di Marco Pantani), potrebbe ricordarsi del movimento “Free Landa” ai tempi in cui militava nella Sky. Potrebbe avere un sussulto di orgoglio e di ambizione. Potrebbe stravolgere il copione che lo vuole – per sua stessa dichiarazione pubblica – fedele gregario del leader Carapaz, suo compagno di squadra. Non accadrà, perché Carapaz sembra comunque avere le forze per seguire chiunque senza problemi. Non accadrà, anche, perché a Landa servirebbe un casus belli che, al momento, appare impensabile. Ma, se accadesse, sarebbe memorabile.

I have a dream: unleash Landani!
Ma non fidatevi dei miei scenari: tutto potrebbe succedere.
Nel ciclismo vale un’unica massima, quella eternata dagli Oasis: «Nobody knows the way it’s gonna be».
O, almeno, è ciò che mi sento di dirvi questa sera, per darvi coraggio e motivazione.
Prima che sia domani.

 

Credits immagine di copertina:  https://www.facebook.com/giroditalia

0 Commenti

Devi fare login per commentare

Login

Gli Stati Generali è un progetto di giornalismo partecipativo

Vuoi diventare un brain?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.