Ciclismo

Il pianto a dirotto di Kittel per la prima volta dei freni a disco

2 Luglio 2017

Veder piangere a dirotto un ragazzone di un metro e ottantotto fa sempre un certo effetto, soprattutto se ha appena vinto la prima tappa in linea del Tour. Marcel Kittel, velocista tedesco della Quick-Step Floors, ha bruciato sul lunghissimo rettilineo di Liegi il campione nazionale francese De Mare e il connazionale Greipel, in un ordine d’arrivo sontuoso che ha visto quarto Mark Cavendish e quinto l’olandese Dylan Groenewegen, con l’italiano Colbrelli-che aveva lanciato la volata- al sesto posto, davanti ad altri sprinter di razza come Ben Swift, Nacer Bouhanni, Michael Matthews e Peter Sagan.

L’adrenalina cumulata nella conclusione-thrilling di una lunga tappa vissuta a inseguire la fuga di giornata sino all’ultimo chilometro, tra pioggia battente e cadute (che hanno coinvolto per fortuna senza conseguenze anche Froome), ha certamente contribuito all’emozione di Kittel. Ma il fatto è che la ruota veloce della formazione belga nell’ultimo anno ha attraversato probabilmente la fase più difficile della sua carriera. Alla Grande Boucle del 2016 Marcel ha infatti vinto “solo” una tappa, poca cosa se confrontata ai due poker di successi parziali ottenute nel 2013 e 2014. Nel 2015 aveva dovuto rinunciare per scarsa condizione a prendere il via, e il suo astro sembrava francamente appannato, soprattutto se confrontato a quello del compagno di squadra Fernando Gaviria, giovanissimo talento proveniente dalla pista (si è rivelato vincendo negli ultimi due anni il titolo mondiale dell’omnium) che abbiamo imparato a conoscere all’ultimo Giro d’Italia.

In casa Quick-Step, lo scrivevamo stamattina, c’è aria di smobilitazione. Il general manager Patrick Lefevere per la prima volta dopo tanti anni sta facendo fatica a trovare nuovi sponsor (a fronte di una prima parte di stagione eccezionale, grazie alle vittorie di Gilbert nelle classiche e all’ottimo rendimento di squadra al Giro), ed è quasi sicuro che lo squadrone verrà ridimensionato, con la fuoriuscita di alcuni “doppioni” tra le prime punte. Sino a oggi Kittel è stato fortemente indiziato di essere tra i partenti, proprio in ragione dell’esplosione del suo compagno sudamericano. Per il Tour si è deciso però di scommettere ancora una volta su di lui, mettendogli a disposizione una formazione pensata per un lavoro di cucitura del gruppo e per un treno extra-lusso nell’ultimo chilometro.

E se oggi a riportare il gruppo sui fuggitivi di giornata (tra cui il redivivo Taylor Phinney e lo specialista delle fughe da lontano Yohann Offredo), è stato in primis il passista Julien Vermote, in testa al plotone per più di 150 chilometri, poi è stato Matteo Trentin a pilotare Kittel sino agli ultimi duecento metri, quando il tedesco ha potuto scaricare tutti i suoi cavalli, superando di slancio Greipel (rimasto come spesso gli accade troppo presto “scoperto”) e un De Mare in possesso di una grandissima “gamba”.

Marcel Kittel al via della tappa di oggi

Ma l’altro motivo per cui la vittoria di Kittel fa notizia è che si tratta del primo successo in assoluto nella storia del Tour di un ciclista che utilizza una bici coi freni a disco. É dalle prime gare dell’anno che il velocista tedesco ha deciso di scommettere in questa nuova soluzione. Alla vigilia del Dubai Tour aveva spiegato di averli adottati regolarmente in allenamento, e di essere pronto a portarli in gara, puntando sulla capacità che hanno di migliorare la sterzata e dunque il controllo del mezzo. Per questa scelta Marcel è diventato oggetto degli strali di chi lo accusa di “guidare il mercato dei freni a disco”. Dopo che proprio in una tappa del Dubai Tour una caduta lo ha messo fuori gioco all’ultimo chilometro, rinfocolando le polemiche attorno alla supposta pericolosità del nuovo sistema frenante, Kittel si è visto imputare anche le ferite che aveva riportato nell’occasione il britannico Owain Doull.

Ecco perché il successo di oggi rappresenta una doppia rivincita. Intanto Marcel si è preso pure la maglia verde della classifica a punti, che ha probabilmente più pretendenti della stessa maglia gialla, ma che i pronostici vogliono già cucita sulle spalle di Sagan. Probabile che Kittel voglia far cambiare idea anche ai bookmakers…

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