Calcio

Vergogna! Il Milan fa gli auguri al “suo” Rivera solo sotto pressione

18 Agosto 2016

Se la vivrà anche questa volta con un sorriso (amaro), come quella volta che mi rivelò il magheggio che avevano tentato i solertissimi del Capo, che molti anni fa per il grande concorso  pubblico che avrebbe dovuto definire la squadra di tutte le squadre, il Milan di tutti i Milan, cercarono di escludere l’unico numero 10 della storia rossonera solo perchè precedente alla vicenda berlusconiana. Non ci riuscirono, perchè i tifosi non potevano essere certo dimentichi delle lacrime di gioia che Giovanni Rivera aveva regolarmente espunto dai loro volti per tutta una vita fino all’addio della «stella» nella stagione 78/79. Quindi il golden boy entrò in quel mitico undici, salvo poi spedire Baslettone Lodetti a ritirare il premio lasciando i solertissimi con la bava alla bocca.

Quella che gli hanno fatto oggi, giorno del suo 73mo genetliaco, è probabilmente meno proditoria ma altrettanto grave. Se aprite il sito della società o l’account Twitter  (sono circa le due del pomeriggio del 18) nulla vi ricondurrà al più grande giocatore italiano del dopoguerra, Giovanni Rivera da Valle San Bartolomeo (Al), 18 agosto 1943 (gemello di Roberto Rosato, altro enorme rossonero dalla moglie superbamente bella), Pallone d’Oro tra l’altro. Niente, neppure un “Ciao Capitano, auguri!”. Addirittura, si ritwitta una pregevolissima dichiarazione d’intenti di tal Lapadula, ma del nostro amatissimo capitano neppure l’ombra. A questo punto, abbiamo fatto osservare la cosa e come per miracolo, grazie anche al “gentile” invito di @_elbonito_ , il Milan ha fatto i suoi auguri alla sua storia.

C’è probabilmente una seconda morale in questa storia, perchè la prima porterebbe direttamente al licenziamento collettivo della struttura di comunicazione rossonera. Che il calcio di oggi può andare indietro al massimo di qualche lustro, e neanche tanti, e poi si ferma. Si fermano i ricordi, si ferma la volontà di girare la testa all’indietro, chiarendo a tutti che si può trattare la memoria solo se le generazioni più “vive” la possono maneggiare con rapidità e immediatezza. Infatti, su sito e account @acmilan compare, struggente, quel giorno di 21 anni fa quando il cigno dfi Utrecht, l’immenso Marco Van Basten, disse basta.

Comunque gli auguri al Capitano li facciamo noi, che saremmo un po’ passati ma non dimentichi: «Ciao vecchio Gianni!».

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