Calcio

Tavecchio ci ricasca: frasi contro ebrei e gay

2 Novembre 2015

Il presidente della Figc Carlo Tavecchio è nuovamente finito nell’occhio del ciclone. Dopo le gaffe dell’estate 2014 che avevano caratterizzato la sua campagna elettorale, prima della sua elezione alla presidenza della Federcalcio, il Corriere della Sera ha pubblicato alcuni stralci di una lunga intervista effettuata allo stesso Tavecchio da Massimiliano Giacomini, direttore del quotidiano online “Soccer Life“.

Nella chiacchierata, parlando della sede della Lega Nazionale Dilettanti a Roma, di cui è stato presidente, Tavecchio definisce “ebreaccio” l’imprenditore romano Cesare Anticoli da cui nel 2008 venne acquistato l’immobile di piazzale Flaminio. “Non ho niente contro gli ebrei, ma meglio tenerli a bada”, aggiunge ancora Tavecchio. Inoltre Tavecchio cade poi in un’altra gaffe quando parlando di un ex dirigente della Federazione, dice: “Ma è vero che è omosessuale? Io non ho nulla contro, però teneteli lontani da me. Io sono normalissimo”.

Dure le reazioni delle associazioni gay, della comunità ebraica e anche di molti esponenti politici. “Tenete Tavecchio lontano da posti di responsabilità nello sport. Si tratta di frasi omofobe e antisemite indegne di  chi ricopre un incarico di primo livello in un ambito come quello dello sport che dovrebbe essere il terreno primario in cui si esercita l’inclusione e l’uguaglianza” attacca il presidente di Arcigay Flavio Romani, mentre secondo Renzo Gattegna, presidente dell’Ucei (Unione delle comunità ebraiche italiane) “Le indecenti affermazioni antisemite e omofobe del presidente della Federcalcio italiana Carlo Tavecchio costituiscono un fatto gravissimo e un danno d’immagine immenso per la credibilità dello sport nazionale e delle sue istituzioni“. Anche dal mondo politico le reazioni non si sono fatte attendere e specialmente da diversi esponenti del Partito Democratico, il cui segretario/premier Matteo Renzi già in passato non fu tenero con il presidente della Figc, i quali ritengono Tavecchio ormai non più degno di ricoprire il suo ruolo data l’evidente incompatibilità culturale emersa durante il suo mandato.

E persino l’ambasciatore israeliano in Italia si scaglia contro il numero uno del calcio italiano: Naor Gilon ha dichiarato in una nota che “quale Ambasciatore d’Israele in Italia desidero ribadire che nessuno può dubitare che, come israeliano, ebreo e parte di un gruppo di minoranza, io possa minimamente accettare parole quali quelle pronunciate da Carlo Tavecchio“.

Interpellato dal Corriere, Tavecchio si è difeso dicendo di essere «vittima di un ricatto». Per poi spiegare: «Ho incontrato una persona che conosco da tempo, alla quale non ho concesso, come invece chiedeva, finanziamenti per la sua attività editoriale e la possibilità di utilizzare la Federazione come veicolo per ottenere contributi europei». E, come già all’epoca delle accuse di razzismo contro i neri aveva ricordato il suo impegno a favore dell’Africa, questa volta ha evidenziato come ha «ottimi rapporti con la Comunità ebraica, non solo di natura sportiva, e ho sostenuto la posizione di Israele nell’ultimo Congresso della Fifa». Perciò, «ogni tentativo di screditarmi e calunniarmi attraverso metodi illeciti, che rispondono a metodologie oggi purtroppo assai diffuse, sarà perseguito nelle sedi opportune».

Il direttore di “SoccerLife“, Giacomini, ha invece spiegato che il file audio è stato diffuso solo ora perché si è accorto tardi degli insulti contenuti nelle tante ore di registrazione. E contro-replicando alle accuse di Tavecchio affonda: «Mente e sa di farlo. Sono stato io a rinunciare ai finanziamenti che avevo chiesto e a presentare alla dottoressa Gioia il progetto per il reperimento di fondi europei. Progetto che avevamo presentato alla dottoressa Moschini ma che poi Tavecchio voleva ne parlassi con l’avvocato Ilaria Gioia».

Si abbatte dunque in modo violento la bufera su Tavecchio, anche se a molti osservatori la vicenda sa di regolamento di conti visto il lungo lasso di tempo intercorso tra la registrazione del dialogo e la data di pubblicazione di essa: nonostante il metodo poco professionale utilizzato da Giacomini, Tavecchio ancora una volta si è dimostrato poco attento al lessico da usare, evidentemente incompatibile con l’importante carica che ricopre. Il mondo del calcio per ora tace ma pare che nei prossimi giorni arriverà una richiesta di sfiducia da alcuni comitati regionali della Lega Dilettanti , i quali sarebbero intenzionati a chiedere un passo indietro. Probabilmente non sarà sufficiente per far desistere Tavecchio, ma per il presidente della Figc non si prevedono tempi rosei.

 

 

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