Calcio
Simon Kjaer, meraviglioso ragazzo ed eroe
Si diventa eroi perché la situazione lo richiede, e perché in te scatta un meccanismo che forse nemmeno sapevi di avere, una molla nascosta. Così è stato per Simon Kjaer, 32 anni, difensore del Milan e della nazionale danese di calcio, ieri sera a Copenaghen.
Il suo compagno di squadra Eriksen è stramazzato al suolo, esanime. Si capisce subito che è gravissimo. L’esperienza insegna che, in questi casi, la rapidità di reazione faccia la differenza tra la vita e la morte. Gli ha messo una mano in bocca e gli ha tirato fuori la lingua. Un secondo che allunga l’esistenza del compagno di anni, ma un gesto che ti deve venire in mente: perchè sei presente, non ti sei fatto prendere dal panico, non cedi alla reazione tipica di ognuno di noi – che ci pensi chi ne ha la responsabilità.
Ha chiamato la squadra, tutti. Ha detto loro, circondate Christian e guardate verso il pubblico. Nascondiamo il nostro amico, non facciamo in modo che questa tragedia sia spettacolo. Ha atteso che i medici facessero ciò che era necessario tenendolo per mano. Poi è arrivata la fidanzata di Eriksen, fuori di sé dalla paura e dal dolore. Simon l’ha abbracciata, l’ha portata all’interno dello scudo dei compagni, le ha detto che tutto sarebbe andato bene, e che Christian aveva ripreso i sensi. L’ha coccolata finché lei non si è convinta che lui avesse detto la verità, ed a quel punto è andata in ospedale.
Non so perché la UEFA abbia dato l’ordine, ma è stato deciso di continuare la partita, e la Danimarca l’ha persa. Fossi un giocatore finlandese, non credo che mi sentirei con la coscienza a posto – ma tutti a dire che si tratta di professionisti… Invece Simon Kjaer, il migliore, non ce l’ha fatta. Una volta che il medico della nazionale gli ha giurato che Christian fosse salvo, si è messo a tremare e piangere, ed ha lasciato il campo.
Un uomo. Un vero uomo. Un meraviglioso ragazzo.
Devi fare login per commentare
Accedi