Calcio
Questo è un gesto violento
L’annuale relazione “Calciatori sotto tiro” dell’Associazione Italiana Calciatori (AIC) denuncia l’aumento costante, stagione dopo stagione, degli episodi di violenza, razzismo e intimidazione nei confronti dei tesserati. Gesti perpetrati principalmente attraverso cori, striscioni, invettive all’interno degli stadi; tanto dalle tifoserie avversarie che da quelli che dovrebbero essere i propri sostenitori.
Quanto visto sabato sera al Meazza rientra a pieno titolo nella casistica enucleata dall’AIC. La maglietta del laziale Acerbi mostrata sotto la curva rossonera dai due giocatori milanisti Kessie e Bakayoko è indubitabilmente un gesto intrinsecamente violento, oltre che scintilla per future conflittualità tra gli opposti gruppi ultras e tra le società. Ridimensionarlo a semplice scherno è ancor più pericoloso. Non a caso Gattuso, allenatore del Milan, nel post partita ha sottolineato la gravità dell’episodio con parole dure verso i due protagonisti dell’accaduto. Eppure la società Milan, il giorno seguente, si è sentita in dovere di emettere un comunicato nel quale ricorda i propri valori fondanti senza richiamare i propri tesserati alla compostezza figlia del fair play e della sportività.
La maglia dell’avversario portata in trionfo, bottino di battaglia da vantare alla propria tribù, non ha nulla di diverso rispetto alle schermaglie tra tifoserie, agli striscioni rubati, ai cori e alle coreografie più brutali, inserendosi nello scivolamento del calcio nazionale verso un buco nero fatto di violenza, urla, dichiarazioni fuori luogo, razzismo, criminalità diffusa e radicata nelle curve e ammanicata con società deboli e litigiose.
Partita dopo partita ci stiamo abituando a tutto questo, routine domenicale, tra social, hashtag, salotti e pay TV.
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