Calcio
Pelé, l’inventore del calcio contemporaneo
Fare classifiche, nel calcio, come altrove, è sempre difficile, e quasi sempre improprio, e forse inopportuno. Anche perchè ognuno è sia attore sia personaggio della propria vita, e i meriti andrebbero divisi tra la volontà e il destino. Pelé, aggiungendo il suo portentoso nume calcistico al fluire del tempo, al corso della storia, è stato l’inventore del calcio moderno, o contemporaneo. È stato il giocatore che ha traghettato il calcio delle origini, quello senza filmati, o con poche immagini in bianco e nero, nell’era televisiva in cui l’evento sportivo è diventato qualcosa di universale e immediato, uno spettacolo di tutti, ovvero memoria collettiva e condivisa in tempo reale. E, ancora, ha inventato e incarnato prima di tutti con un’eco planetaria e trasversale la figura bipolare del campione sul campo e dell’icona popolare fuori dal campo. In questo Pelè è stato di sicuro il primo dei grandissimi. “Era Monsieur Football, la storia del calcio, la scoperta del calcio, tutto il calcio”, ha dichiarato all’Equipe Michel Platini, per il quale O Rei è stato il più forte anche e soprattutto con il pallone tra i piedi, probabilmente cogliendo, con la sua capacità di vedere in profondità dentro le vicende calcistiche, il senso delle cose.
In campo, per quanto mostrano i filmati, sia quelli in bianco e nero sia quelli più recenti, Pelé è stato un fuoriclasse straordinariamente naturale, più di altri pur meravigliosi. Calciava di destro e di sinistro. Era forte di testa. Ma questo non è tutto, non è sufficiente per comprenderlo. La sua naturalezza di gioco, la bellezza del suo calcio, derivava dal fatto che in lui talento e forza, tecnica e potenza, erano una cosa sola. E, ancora, oltre a tutto questo, il suo gioco era attraversato da una grazia innata, da un’eleganza insondabile, da un’armonia del gesto irripetibile. Se si vuole provare a capire e a dire qualcosa della sua unicità forse conviene partire dalla magia che regalava al suo modo di stare in campo, di calciare, di fingere di toccare la palla con il sinistro per poi portarla avanti con il destro e di fare gol al tempo stesso potenza, genio e grazia.
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