Calcio
Paolo Maldini compie 50 anni: auguri al signore del calcio italiano
In uno dei momenti più bui della sua storia societaria, il Milan celebra il 50esimo compleanno del suo ultimo grande capitano. Paolo Maldini è nato il 26 giugno del 1968, aveva 16 anni e sei mesi quando esordisce in seria A, in un Milan Udinese d’inverno. Da quel momento in poi, dal prato di San Siro, non è più uscito calcando per 25 anni il placoscenico del calcio mondiale da protagonista assoluto.
Ha avuto per compagni campioni come Baresi e Gullit, Van Basten e Kakà, Seedorf e Nesta. In nazionale ha accompagnato gli esordi di Gigi Buffon e di Fabio Cannavaro, di Roberto Baggio e di Francesco Totti, e ha giocato da avversario contro tutti i più forti giocatori di calcio delle ultime generazioni, da Maradona e Platini, da Ronaldo a Zidane, fino a Messi e Cristiano Ronaldo. Ha alzato per 5 volte la Coppa dei Campioni, ha vissuto le massime soddisfazioni e il buio più profondo delle sconfitte, come la finale del Mondiale americano del 1994 persa ai rigori contro il Brasile, come l’eliminazione ai mondiali del 2002, come l’incredibile notte di Istanbul in cui il suo Milan, dopo che lui aveva aperto le marcature, perde una Champions League che sembrava già vinta. Ha conosciuto l’amore dei tifosi e degli avversari, e la stupidità di qualche centinaio di “milanisti”, annidati in curva sud, che l’hanno fischiato nel giorno del suo addio, nel suo stadio. Non aveva mai voluto parlare coi tifosi, non aveva mai riconosciuto alle curve il ruolo che in effetti non dovrebbero avere, e per quello fu fischiato nel giorno dell’addio.
È l’emblema di un calcio eroico e antico, il calcio dei Niels Liedholm, e insieme di un gioco incredibilmente moderno, atletico, veloce. Qualcuno dice che è stato il più forte calciatore italiano di sempre, qualcun altro dice che è stato il più completo difensore della storia del calcio. Poca importa quale giudizio ci appaia pià adatto e calzante, una cosa è certa: la sua carriera, tutta spesa in una squadra e capace di coniugare, sempre, correttezza sportiva e spirito agonistico, classe e abnegazione, resta un esempio per tutti, sportivi e non. E nel fare gli auguri al capitano, ci piace ricordarlo con l’ultimo stadio, gremito, che lo ha accolto in piedi: quello di Bilbao che, un paio di anni fa, gli ha assegnato il riconoscimento dovuto a chi, in un’intera carriera, ha vestito una maglia sola.
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