Calcio

Luciano Moggi commentatore sulla tv pubblica. Cose che solo in Italia accadono

23 Dicembre 2014

Guardare una partita sulla Rai è sempre un po’ come fare un salto indietro di trent’anni. Commento a una sola voce, audio sfalsato, qualità bassa delle riprese, collegamenti soporiferi dallo studio e pure la pubblicità a ogni pausa di gioco. Solo il fatto che si giochi in Qatar e non in Italia ti fa capire che non sei ripiombato negli anni ottanta.

Eppure te ne fai una ragione. Tutto, in fondo, si può giustificare e accettare a fronte del budget ridotto (nonostante il canone) di cui dispone la tv pubblica rispetto a colossi del calibro di Sky.

Quello che proprio non si può tollerare e che la stessa tv di Stato – quella pagata appunto da tutti, tassativamente, con il canone – possa scegliere come ospite d’onore per uno dei pochi appuntamenti sportivi di richiamo del suo palinsesto, Luciano Moggi.

Quando lo vedi apparire sullo schermo, al termine della lunghissima sequenza di rigori che decide la finale di Supercoppa italiana tra Napoli e Juventus, non puoi non sperare che si tratti semplicemente di un’illusione ottica causata da prolungata esposizione al calcio. 

In fondo stiamo parlando di un personaggio coinvolto nello scandalo Calciopoli, radiato dalla FIGC e condannato (in appello) a 2 anni e 4 mesi di reclusione per promozione di associazione a delinquere.

Sai bene della carriera da commentatore in cui si è riciclato dopo l’allontanamento dalla dirigenza sportiva, delle collaborazioni con quotidiani, tv e radio, ma non ti sembra possibile che Lucky Luciano sia arrivato addirittura in Rai.

E invece te lo trovi lì, in prima serata, a commentare la partita appena conclusa come una qualunque vecchia gloria. Lo ascolti mentre parla con rimpianto delle sue gesta da ds, e quando ricorda che lui quella Supercoppa la vinse, proprio con il Napoli, 24 anni prima.

Infine ascolti il commentatore che invita i telespettatori a seguire Moggi e gli altri ospiti nel “Processo del lunedì” (altra reminiscenza anni ottanta di cui non si sentiva la nostalgia) che si terrà di lì a poco sul canale satellitare Rai. 

Uno spettacolo pietoso, che nessuna ristrettezza di budget può giustificare.

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