Calcio

L’imbarazzante e sfortunata condizione dell’onesto e schietto tifoso juventino

18 Maggio 2021

Mettiamoci nei panni di un tifoso juventino dotato di intelligenza (una dote morale), sobriamente appassionato e intellettualmente onesto. Non storcete il naso, ce ne sono, e tanti! E proviamo a considerare come abbia vissuto uno spettacolo come quello di domenica sera, offerto dalla partita tra Juventus e Inter.

Cosa ha visto? Ancora una volta, l’ennesima, la sua squadra del cuore, avvantaggiarsi, alla fine (dopo che era stata erroneamente privata di un calciatore espulso ingiustamente), dalle decisioni arbitrali per aggiudicarsi un incontro importante e fondamentale per accedere alla Champions League, di quelli che pesano sull’equilibrio economico come un macigno e che possono determinare il corso della stagione agonistica a favore di chi ha usufruito il provvidenziale “aiutino”, danneggiando altre squadre che meriterebbero ampiamente di prendere parte alla massima competizione calcistica europea, come Milan e Napoli.  Egli ha vissuto, in replica, dunque, un episodio, da cui era emotivamente preso, con il puntuale e fastidioso imbarazzo derivatogli dall’onesta constatazione di un vantaggio sostanziale acquisito, da parte della Juve, al di là di ogni dinamica legata all’azione che ha consentito di regalarle un rigore pesantissimo (da 50 milioni di euro) e forse decisivo per guadagnare un posto tra le prime quattro del campionato: condizione indispensabile per accedere all’Europa del football che conta e incassare, appunto, per la partecipazione, i milioni di cui prima nella parentesi.

Cosa pensa? L’attrezzatissimo e avvedutissimo juventino, consapevole che fatti del genere, contemplati in una grottesca ripetitività, non possano sempre corrispondere al prolungamento infinito di una fatalità propizia, viene tormentato dal dubbio che essi, in virtù di una verosimile applicazione seriale, rappresentino, piuttosto, l’effetto di una volontà organizzatrice. Riflettere sulle possibilità anti-sportive che la propria squadra ha a disposizione per superarne un’altra e raggiungere un risultato sportivo riduce, considerevolmente, la soddisfazione derivante dalla vittoria e aliena l’entusiasmo che la evoca.

Cosa prova? Il nostro sfortunato tifoso, pertanto, viene privato della fondamentale condizione per godere di un evento altamente agonistico ed emozionale: l’assoluta imponderabilità del risultato, che di un big match come Inter-Juventus dovrebbe raffigurare la componente più avvincente. In un tale contesto, lo juventino per bene vive sottotono e diversamente dagli altri tifosi le trasformazioni comportamentali che una partita di pallone provoca in chi la guarda: effusioni, alterazioni e imprecazioni rischiano di apparire, nel tifo juventino, del tutto posticce, se non addirittura, per quelli inguaribilmente cinici, un optional da sfigati, riservato a chi simpatizza per squadre che non hanno protezioni.

Infine, una partita di calcio, che in qualche modo viene indirizzata, con il concorso di calciatori simulatori, verso un esito artificioso da chi dovrebbe garantirne il regolare svolgimento, ha in sé qualcosa di insopportabilmente osceno, poiché in questo modo si attenta al riconoscimento del gioco del calcio come pura disciplina sportiva. Di questo, tranne gli appassionati più sprovveduti e culturalmente trascurati, tutti hanno consapevolezza. Una Juventus che, nel tempo, continua a godere di favori arbitrali eclatanti è non solo una sciagura che perseguita i suoi tifosi, ma un esempio diseducativo socialmente inaccettabile, in quanto costituisce un vero e proprio malcostume, volto alla slealtà e allo stravolgimento delle regole che sovrintendono a uno sport tanto popolare nel mondo.  Si consideri che Juventus-Inter è un prodotto di esportazione di questa nazione: in Inghilterra, come in Germania, o in Giappone, hanno riso al tuffo di Quadrado. L’immagine della Juventus, anche a livello internazionale, in questo frangente, non è proprio il massimo. I suoi dirigenti facciano qualcosa per togliere la squadra più seguita d’Italia da questo imbarazzo. La Juve è soprattutto patrimonio sentimentale di tanta gente, non solo proprietà della Exor e di una famiglia in vista.

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