Calcio
La vittoria della bellezza e la sconfitta della banalità
Per quanto mi riguarda non riesco a vedere motivi geopolitici nelle partite delle squadre del sud contro quelle del nord, come càpita a certi intellettuali, sopravvalutati a dismisura e abituati a fare la pipì fuori dal vaso. Napoli-Juventus di venerdì sera è stata, per la cronaca, una gara tra la prima e la seconda in classifica: il migliore attacco contro la miglior difesa, stando alla tabella delle due contendenti. Ma, ben al di là dei numeri e delle considerazioni speculative che si possono fare intorno a una partita di cartello, che normalmente costituiscono i ragionamenti perfettamente inutili e convenzionali degli esperti, la gara di alta classifica andata in “scena” al “Maradona” di Napoli – sì, bella come una commedia di Eduardo – riserva delle interpretazioni che non prescindono da qualche concezione extra sportiva, che riguarda lo stesso modo di stare al mondo di un popolo, quello napoletano, la sua filosofia di vita, la cultura avanguardistica e sperimentale che lo ha sempre interessato. Per carità, non voglio tirare in ballo la napoletanità classica e iconica, tipo il vero caffè, la pizza più buona e un elenco interminabile di specialità gastronomiche, o le radici storiche antichissime di una città che è stata la protagonista di eventi memorabili. No, davvero, niente retorica più o meno colta e, soprattutto, nessun abboccamento indottrinato che tende scassare ‘o c…!
Pertanto, in tutta semplicità, penso che la sconfitta della squadra bianconera non possa essere considerata solo una batosta, una débâcle non indifferente, o una legnata pesante: il risultato clamoroso della gara di vertice e la maniera con cui si è sviluppato non rientra nelle categorie canoniche di “vittoria” e “sconfitta”, dove la squadra vincente esulta per i tre punti guadagnati e la perdente si dispera per averli persi. Nella vittoria del Napoli, che si è trasformata nel trionfo della propria forza, vi è contemplata la piena legittimazione a farsi interprete di un calcio eticamente sostenibile ed esteticamente eccelso. La squadra azzurra ha deliziato tutti gli amanti del bel gioco, delle soluzioni precise e veloci, del principio irrinunciabile di costruire bellezza. Di contro, nella sconfitta della della Juventus vi è l’umiliazione dell’analfabetismo tattico, la mortificazione della difesa a oltranza di un’idea gretta e superata di calcio, l’affossamento della volgarità di chi confida nella fortuna anziché nelle proprie capacità propositive. Quello che è successo al Napoli ieri sera è il sogno che ogni tifoso augura alla propria squadra. Mentre, quello vissuto dalla Juventus è un incubo che i suoi tifosi difficilmente rimuoveranno, avendo, una sconfitta del genere, tutti i contorni di un epocale schiaffo sportivo.
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