Calcio
La melassa renziana ci toglierà anche il piacere di tifare contro la Juve?
Vorrei capire se il tifo è ancora quello di una volta o la melassa renziana ci ha tolto anche questa prerogativa democratica. Vorrei capire se il politicamente corretto, che si potrebbe serenamente tradurre nel politicamente di merda, impone la religione di stato anche nel calcio, per cui tifare Juve in finale di Champions per un malcelato senso patrio. Tra l’altro, ad aggiungere inquietudine a inquietudine ci sarebbe l’ipotesi di un ulteriore ripescaggio europeo nel caso di vittoria bianconera, questione che riguarda a questo punto la coscienza di ogni tifoso giallorosso, laziale e napoletano. Qui è il momento di richiamare i fondamentali.
A questo proposito, questa mattina, posto il quesito al mio vecchio amico Max, di fede Rafaelita, nel senso beniteziano, ho ricevuto ciò che un tempo avrei definito opportuno conforto morale: “Preferisco il Napoli fuori dalle coppe per cinque anni”. Ciò che ha reso un Paese orgoglioso delle proprie origini, tifare per il democratico sconquasso altrui, oggi assume i tratti di un ipocrita rovesciamento della realtà, vaneggiando di ranking da rimpolpare, di vetrina da esibire al cospetto del mondo, di eccellenze sportive di cui vantarsi. Tutte patetiche divagazioni sul tema, che un tempo molto più lieto di questo avremmo seppellito come puttanate cosmiche.
Ciò che è in atto non è un processo di riabilitazione, attraverso il felice cammino di Champions e quattro campionati consecutivamente vinti, ciò che sta succedendo è autentico sfregio nel tabernacolo della nostra storia calcistica, in cui la Juve, per chi non ne era sodale, ha sempre rappresentato il centro di tutti i mali. E invece, hic et nunc, s’avanza uno strano cristiano che mai tifò per i colori bianconeri ma che a quei colori si accosta, nel momento delle decisioni, con animo privo di rancore pregresso e disponibile persino a partecipare, seppure per via laterale, al possibile trionfo di Berlino.
Ma la Juve, si dirà, non è più quella delle troike e con questa dichiarazione da anime belle pretendere di sbarcare inusitatamente nel gran mondo dei vincenti, a raccattare qualche briciolina che i bianconeri doc ti lanceranno anche con un senso di pietà. Perché questa può essere solo l’Italia dei vincenti e non più dei sofferenti come il tempo antico insegnava a vivere, e se tutti davvero vincono, a chi toccherà perdere? Uno sbilanciamento sociale a cui ancora non siamo abituati. Almeno non nel calcio.
Per cui, forza Barca senza troppe pippe. La partita non ci sarà ed è meglio dirlo subito, e anche in previsione di un marziano ribaltamento delle prospettive (i catalani sono ormai ben oltre il calcio e i bianconeri restano pur sempre onesti pedalatori da catena di montaggio Fca), qui si è sommamente sereni nell’attesa di una volgare tracimazione d’insulti al nostro indirizzo.
Insomma, sentiamoci il 7.
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