Calcio

La favola del “Rumori Calcio”, squadra italiana nel campionato estone

2 Luglio 2015

Sembrava un bug di Livescore, invece era l’incredibile storia di un ragazzo partito 11 anni fa dalla Puglia per cercare fortuna a Tallinn, in Estonia, dove un anno fa ha dato vita a una pazza idea: fondare una squadra di calcio di soli stranieri, la cui ossatura è italiana (9 giocatori della rosa) ma che fino ad oggi ha fatto scendere in campo ragazzi in rappresentanza di 22 nazionalità di tutto il mondo, esordendo domenica scorsa  – ecco perché compariva sui siti di aggiornamento live – in Coppa d’Estonia.

Lui si chiama Angelo Palmeri, 40enne nato a Bari, la squadra invece è il Rumori Calcio, riconosciuta come soggetto giuridico da maggio di quest’anno ma che già da un anno partecipa a tornei amatoriali nel Paese baltico e che non dimenticherà facilmente la data del 28 giugno 2015, quella della sua prima partita ufficiale in un torneo della Federazione estone. Il team prende il nome dal sito di calcio estone “Rumori di spogliatoio”, fondato e curato (in lingua inglese) proprio da Angelo, che a Tallinn ha trovato fortuna come giornalista freelance. “Ho scritto un paio di articoli per la rivista inglese FourFourTwo e collaboro con testate locali: sono apparso anche in tv, per commentare in studio Italia-Costa Rica, partita degli ultimi Mondiali brasiliani”. Già, perché Angelo Palmeri parla anche l’estone (vedere la sua bacheca Facebook per credere), vivendo da quasi 11 anni in un Paese che gli ha dato lavoro ma anche l’amore: è sposato dal 2012 con Juta, dalla quale ha avuto due figli. “Un Paese splendido d’estate – assicura Angelo -, un po’ meno piacevole d’inverno per via del clima e delle lunghe giornate buie, ma dove c’è qualità della vita: i prezzi sono mediamente inferiori all’Italia e si mangia anche abbastanza bene”.

Grazie alla sua iniziativa e a quella dell’amico Samuele De Pizzol, 38enne trevigiano che gestisce un’agenzia turistica per gli stranieri che visitano l’Estonia, il calcio a Tallinn e dintorni da qualche tempo parla italiano. Del resto, il Genoa Cricket and Football Club fu fondato nel 1893 dagli inglesi, che negli anni della colonizzazione commerciale del Sudamerica portarono il calcio anche in Argentina e Uruguay, dove esistono tuttora squadre come River Plate e Newell’s Old Boys e non ci si stupisce che l’arbitro venga chiamato “referee”. E così domenica scorsa chi ha aperto Livescore o simili ha trovato, in mezzo alle impronunciabili squadre locali, un nome curiosamente familiare. “Militiamo in quella che gli estoni chiamano Rahvaliiga – racconta Angelo, che è allenatore, organizzatore e all’evenienza anche giocatore -, letteralmente ‘calcio popolare’. E’ una serie con regole elastiche: niente fuorigioco, da un minimo di 7 contro 7 sino a 11 contro 11. E’ stata creata per favorire la popolarizzazione del calcio evitandone i costi (l’iscrizione al campionato più basso costa appena 960 euro) ed attirando praticanti e nuovi club”.

Una “non-league”, come direbbero gli inglesi, riconosciuta dalla Federazione calcistica estone ma che non è parte della piramide ufficiale che si ferma alla IV Liiga e si articola su 6 livelli. Le squadre vengono comunque ammesse al primo turno della Coppa d’Estonia, come accaduto al Rumori Calcio che ha sfidato in trasferta il JK Poseidon, una squadra proprio di IV Liiga, l’equivalente – come livello – più o meno della nostra serie D: “Una squadra ben organizzata, prima quasi a punteggio pieno nel suo campionato: di un livello tra il dilettante e il ‘pro’, quello verso il quale vogliamo arrivare noi”. Un’impresa non impossibile: domenica il Rumori ha perso, ma solo per 3-2, andando per due volte in vantaggio con doppietta del numero 10 inglese Richard Michael Barnwell, considerata la star della squadra. Il gol della sconfitta è arrivato solo all’82esimo, nonostante una partita giocata per un’ora in inferiorità numerica. “Ci riproveremo la prossima primavera: o iscrivendoci direttamente alla IV Liiga, o provando con un torneo paragonabile alla Coppa Italia Dilettanti. In ogni caso tra un anno torna la Coppa d’Estonia e stavolta vogliamo passare il turno!”.

Ma intanto c’è il campionato, la Rahvaliiga. La prima partita ufficiale di questa favola partita da  Bari, a più di 2.000 chilometri di distanza da Tallinn, è stata l’11 maggio scorso, tra l’altro proprio contro i campioni nazionali della Rahvaliiga, il JK Roosad Pantrid. Il Rumori ha perso per 5-2 ma poi si è ripreso, con una vittoria e un pareggio nelle altre due partite disputate sinora, che valgono il terzo posto nel girone con il secondo miglior attacco (10 gol). “La prima vera partita come Rumori Calcio risale però al 22 agosto 2014 – ricorda con emozione Palmeri, che si è ispirato allo Riga United, modello nella vicinissima Lettonia di ‘foreigners team’ di matrice però, in quel caso, anglosassone -, in un torneo amatoriale organizzato da una federazione privata di squadre dilettanti”. La partita contro l’FC Liikur finì con un umiliante 10-1: il primo gol della storia della Babele calcistica dal nome italiano è stato segnato dall’attaccante georgiano Giorgi Balakhadze. Da allora, la maglia azzurra del Rumori ha battuto le bandiere di 22 Paesi: dai fratelli peruviani Joy e Jessi Verano Izaguirre all’attaccante turco Mustafa Celik, ma anche brasiliani, statunitensi, ucraini e francesi. “Le ultime nazioni aggiunte sono Egitto, Costa D’Avorio e Camerun, mentre noi italiani veniamo da Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia e Puglia: siamo quasi tutti residenti qui da un bel po’, ma ci sono anche arrivi recenti”.

Come ogni favola che si rispetti, il Rumori Calcio è al momento una realtà no-profit e praticamente a costo zero. “Siamo un club che si basa sui contributi dei membri, che sono tutti calciatori, chi più chi meno. La quota associativa è per ora di soli 10 euro annui, con la quale realizziamo il sito, che è comunque una risorsa interna poiché lo stesso webmaster, così come lo sponsor sulle maglie, è un membro del club. Ognuno dà il suo contributo, economico e di competenze, e in questo modo ci autofinanziamo”. Ma questo Chievo estone guarda anche oltre: “L’ambizione è far diventare il club una realtà locale del calcio estone con identità internazionale, un luogo di incontro permanente per tutti gli stranieri d’Estonia che amano il calcio. Dal 2017, o forse anche dal 2016, entreremo nel sistema calcistico ufficiale dal livello più basso. Contiamo di trovare degli sponsor che possano sostenere lo sforzo economico: servono 4.000-5.000 euro all’anno considerando iscrizione al campionato, campo di gioco per le partite interne, allenamenti, materiale tecnico e quant’altro”. Una cifra non impossibile. E magari un giorno questa grande colonia italo-internazionale giocherà nella massima serie di un piccolo Paese del Nord Europa.

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