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Gli hooligan europei raccontati come terroristi arabi: un esperimento

13 Giugno 2016

Alla notizia degli scontri tra hooligan inglesi e russi a Marsiglia a nessun sarà venuto in mente di condannare l’Inghilterra intera (o la Russia). Proprio nessuno riguardando le immagini dei teppisti arrivati da oltremanica per mettere a ferro e fuoco Marsiglia ha chiesto al popolo inglese di dissociarsi, né – per giustificare quanto stava accadendo – ha pensato di tirare in ballo le insopprimibili tare della “cultura occidentale”. Nessuno insomma ha pensato di adottare le categorie acritiche e del tutto distaccate dalla realtà dei fatti con cui abitualmente analisti e giornalisti descrivono gli avvenimenti del Medio Oriente o di altre aree del mondo evidentemente poco degne di un’analisi approfondita.

Uno che ci ha provato in realtà c’è. Si tratta di Hayder al-Khoei, esperto di Medio Oriente, direttore di Shia Research e associate fellow dell’autorevole think tank inglese Chatham House. Con una serie di tweet lanciati dal proprio profilo nella giornata di sabato al-Khoei ha raccontato i fatti di Marsiglia proprio come se a parlare fosse uno dei tanti analisti che abitualmente intervengono sui nostri media, e come se i fatti non fossero avvenuti nel cuore dell’Occidente ma in Medio Oriente.

Il ricercatore inglese ha insomma semplicemente provato a invertire la prospettiva, parodiando termini e concetti associati acriticamente alle violenze degli arabi e dei musulmani in generale. Ma con pochi tweet è riuscito a ottenere un effetto spiazzante, che può bastare, da solo, per mettere in discussione le certezze di qualcuno.

Ne riportiamo qui qualcuno.

Innanzitutto c’è l’invito a dissociarsi e condannare. Lo stesso che di norma viene preteso da chiunque professi la fede islamica quando un pazzo (che professa la fede islamica) commette un crimine in qualche parte del mondo.

“Da supporter dell’Inghilterra che parla per conto dell’Inghilterra e degli inglesi, è mia intenzione scusarmi per la violenze insensate commesse in Francia #NotInMyName”.

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“Se un numero maggiore di inglesi non esce allo scoperto e condanna in maniera incondizionata queste violenze, la gente penserà che questi estremisti ubriachi rappresentano tutti noi”.

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Non può non esserci poi il riferimento alla storia, non importa quanto antica, che – quando si parla di Medio Oriente – viene spesso citata a sproposito per spiegare i fatti di oggi.
“Le terribili violenze (di Marsiglia, ndr) affondano le radici in un conflitto che risale a secoli fa. La guerra anglo-francese del 13esimo secolo, Napoleone e l’Unione Sovietica”.

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Immancabile, il richiamo alla religione.
“L’odio reciproco tra protestanti inglesi e cattolici francesi affonda le radici in un’antica storia di settarismo e violenze in Europa”

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Infine alcune spiegazioni per aiutare gli arabi a comprendere una cultura così aliena come quella occidentale e alcuni comportamenti altrimenti inspiegabili.
“Lanciare una bottiglia di birra nella cultura europea equivale a lanciare una scarpa. È un gesto offensivo”

Oppure
“Nella cultura europea, togliersi la maglia quando si è ubriachi rientra in un rituale religioso pre-battaglia, che simboleggia il martirio”

Come spiegato dallo stesso al-Khoei a BuzzFeed in un articolo ripreso dall’Independent quello compiuto sabato è una sorta di esperimento, che con ironia aiuta a spiegare come funziona la comunicazione sui media e come certi messaggi (specie quando si parla di alcune specifiche “categorie” di persone) si perpetrano immutabili, senza nemmeno tentare di spiegare la realtà.

“L’intero thread – afferma lo studioso – è un’imitazione scherzosa di come molti analisti e giornalisti occidentali raccontano i conflitti in Medio Oriente. La copertura dei media occidentali dovrebbe essere più sfumata e complessa e non prestarsi al gioco dell’Isis che in tutti i modi vuole rappresentare (il conflitto) come una schematica guerra settaria”.
@carlomariamiele

 

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