Calcio
È il calciomercato, bellezza! E tu non puoi farci niente!
Sicché mentre ‘in pubblico’ – raccontavano le cronache – Romelu Lukaku giurava eterna fedeltà all’Inter tanto – raccontavano ancora le cronache – da vagheggiare persino una riduzione di stipendio pur di rimanere alla corte di Simone Inzaghi, l’avvocato investito della gestione del suo futuro professionale lo stava offrendo a destra e a manca, a partire dagli ‘arci-rivali’ del Milan e della Juventus. Una trama da ‘spy-story’ che sta ‘arroventando’ – semmai ce ne fosse bisogno – l’aria di questa estate (pallonara) italiana. Già perché la storia dell’attaccante belga – che in una manciata di anni prima ha forzato la mano al Manchester United per ‘sposare’ l’Inter di Conte poi, a scudetto ancora caldo, se ne va al Chelsea ricoperto d’oro poi, dopo qualche mese, ri-forza la mano stavolta ai Blues per tornare in nerazzurro, poi… – sta appassionando e dividendo i tifosi – in particolare quelli di Inter e Juventus – irrefrenabili sulla Rete, tra ‘sfottò’, strali rivolti al giocatore, invettive più o meno simpatiche, parole colme di amarezza e di rimpianto. In poco più di ventiquattro ore dall’annuncio dell’Inter di non volere più tentare l’acquisto dell’ex ‘figliol prodigo’, dopo avere trovato un accordo con il Chelsea per 35 milioni di euro più 5 di bonus – raccontavano sempre le cronache – erano arrivati a oltre 89.000, su Twitter, i cinguettii alla voce Lukaku con una prevalenza nerazzurra colma di rabbia, disincanto, mestizia e una buona parte, proveniente da tifosi di altre squadre, decisamente irridente verso le strategie di mercato interiste. D’altronde, dopo averlo impostato tutto sull’acquisto dell’attaccante belga, convinti del suo attaccamento indissolubile alla maglia, i dirigenti di casa Inter si sono ritrovati – di colpo – senza una punta di valore; con un portiere, Onana che aveva conquistato tutti, diretto a Manchester per racimolare il gruzzoletto necessario ad acquistare Lukaku, da sostituire con un giocatore all’altezza (più un secondo portiere di spicco visto l’addio di Handanovic) e con un attaccante di primo piano da portare a casa, al posto di Lukaku, ma senza poter fare follie, in una congiuntura che vede i ‘big’ del ruolo fuori portata e comunque nel mirino della ricchissima Premier inglese o dell’Arabia entrata prepotentemente in gioco con i suo forzieri ricolmi di risorse illimitate. Il tutto senza contare il più che possibile approdo del ‘bomber’ alla Juventus, rinforzando una rivale che, oltretutto, potrebbe acquistarlo a una cifra tutto sommato contenuta, quei 35 milioni più 5 di bonus strappati al Chelsea proprio dai dirigenti interisti che lascerebbero, inoltre, tanti soldi nelle casse bianconere vista una possibile cessione di Vlahovic su cifre – raccontano le instancabili cronache – vicine agli 80 milioni. Quanto basta per ‘scatenare l’inferno’ parolaio delle diverse tifoserie con gli interisti a inveire verso l’ex pupillo, reo di avere sbandierato il suo amore per il nerazzurro ai quattro venti da settimane e poi svignarsela alla chetichella in un amen e gli juventini a provare sensazioni contrastanti, tra la soddisfazione di avere tirato un bel colpo gobbo ai ‘nemici’ di sempre e i dubbi per il possibile arrivo a Torino di un 30enne, per quanto forte, al posto di un 23enne sul cui futuro più che roseo sono ancora in tanti pronti a scommettere. Quanto basta per far riflettere tutti su un calcio romantico che non esiste più. E pure da un bel pezzo. Con le ultime bandiere, Maldini, Totti, Del Piero, Zanetti – dopo le lontane stagioni dei Baresi, Bergomi, Antonioni, Di Bartolomei per dirne alcuni – ammainate per sempre e insostituibili. Tempi andati, e che non torneranno mai più, in cui un bacio alla maglia, una cosa rarissima non a caso, era il segno di un amore vero. Un gesto simbolico che valeva quanto mille contratti e non un vezzo – tanto ‘cinematografico’ quanto ininfluente – da ‘selfie’ e nulla più. Un gesto che i protagonisti del pallone d’oggi non esitano a riproporre a favor di telecamera per poi dimenticarsene un minuto – se va bene – dopo. Non c’è da scandalizzarsi troppo. Né da aversene troppo a male. Come si dice, semi-citando, ‘È il calciomercato, bellezza! E tu non puoi farci niente! Niente!’
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