Basket
NBA – Sarà Lebron James il più forte di sempre?
A questo punto la domanda diventa legittima. Sarà Lebron James il giocatore di basket più forte di tutti i tempi? Sarà lui ad oscurare persino la leggenda di ‘His Airness’, Michael Jordan? La domanda diventa legittima perché King James – passato, nel 2003, dalla palestrina del liceo di St.Vincent-St.Mary ad Akron nell’Ohio alle arene del piano di sopra – si è ‘appiccicato’ al petto, a 33 anni e 24 giorni, la medaglia di giocatore più giovane della storia ad avere segnato 30.000 punti nella Nba. Gli ultimi 28 segnati, una manciata di giorni fa, nella sconfitta dei suoi Cleveland Cavs contro i San Antonio Spurs.
Sufficienti a spedirlo tra i sette ‘dei’ della palla a spicchi ad aver segnato almeno 30.000 punti in carriera al fianco di Kareem Abdul-Jabbar (primatista assoluto con 38.387), Karl Malone, Kobe Bryant, Michael Jordan, Wilt Chamberlain e Dirk Nowitzki. Sufficienti a fargli superare, quanto a precocità, Kobe Bryant che quella caterva di punti l’aveva messa insieme a 34 anni e 104 giorni, Wilt Chamberlain a 35 anni e Karl Malone e Kareem Abdul-Jabbar a 36 anni.
Adesso, entrato nell’Olimpo dell’Olimpo il Prescelto – the ‘Chosen One’ – ha nel mirino la grandezza assoluta, quella raggiunta da Michael Jordan. ‘Mitologico’, non tanto e non solo per i suoi sei titoli Nba, quanto per la sua durezza mentale, la capacità di incarnare l’essenza stessa del gioco e di marchiare a fuoco, con il suo dominio assoluto su entrambi i lati del campo, una lega lasciatagli in dono da Larry Bird, Doctor J e Magic Johnson.
E che, ora, assomiglia tanto al giardino di casa di Lebron. Malgrado le vittorie in serie dei Golden State Warriors, candidati naturali a portare a casa l’anello di campioni ancora una volta – trascinati dalle magie di Curry, Thompson e Durant per tacer degli altri compari. Un bel ‘giardinetto’ in cui James saltella dal 2003, con la prima scelta più scontata della storia e un debutto sui legni della Nba, alla Arco Arena di Sacramento – nell’ottobre di quell’anno di grazia – da 25 punti, 9 assist, 6 rimbalzi e 4 recuperi lasciando i cronisti del circo della palla arancione a bocca aperta e ad aggiornare le statistiche dei giganti: Jordan, alla sua prima uscita con i ‘Pro’, nella retina avversaria, di punti, ne aveva imbucati ‘appena ‘ 18.
D’altronde ‘King James’, nella palestra del suo liceo di Akron, ne metteva 30, di punti, e oltre 9 rimbalzi ad allacciata di scarpe guadagnandosi prima i riflettori dei grandi network televisivi, poi le copertine dei giornali, la stima degli addetti ai lavori e la Nike a fargli inchiostrare, senza avere giocato ancora nemmeno un secondo nella Nba, un bel contrattone da 90 milioni di dollari.
Numeri da ‘circoletto rosso’ come i 4 titoli di Mvp, le 8 finali – le ultime 7 consecutive – 3 titoli Nba tra Cleveland e Miami, le medaglie olimpiche messe al collo in una quindicina d’anni di onorato servizio, oltre all’impresa di avere trasformato per sempre Cleveland da ‘mistake on the lake’, in una delle città che contano nel panorama sportivo americano.
In attesa di altri successi – magari con la maglia dei Lakers come si vocifera su radio-mercato – o del superamento, forse irreale, del record di punti di Jabbar: una ‘cosetta’ per cui servirebbero 5 stagioni da 70 partite a 21,6 punti di media. Roba da King.
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