Basket
Lebron James eliminato dovrà vedere playoff in televisione
31 vittorie e 49 sconfitte, questo il bilancio che condanna i Los Angeles Lakers di Lebron James a guardare in televisione i playoff Nba non essendo neppure riusciti a qualificarsi per una specie di torneo di ripescaggio, che si chiama Play In, che concede anche a chi arriva decimo nella Western Conference una possibilità di accedere ai playoff.
Un disastro su tutta la linea di cui Lebron James è più colpevole come general manager di fatto dei Lakers che come giocatore. Lebron James ha una personalità fortissima e la dirigenza Lakers insieme all’allenatore Frank Vogel, non esente da colpe, gli hanno in realtàaffidato anche il ruolo di general manager e allenatore neanche tanto ‘ombra’ e non è andata bene.
A 37 anni compiuti è certamente ancora uno dei più forti giocatori del mondo segnando oltre 30 punti a partita, una delle sue medie più alte in 18 anni di carriera e la migliore negli ultimi dieci anni. Proprio questo però dimostra come il problema siano i Lakers come squadra che hanno costretto ‘the King’ a giocare quasi 38 minuti a partita non potendo mai riposarsi e a tirare molto più del solito, soprattutto da tre punti da dove ha segnato con il 35%.
Lebron era andato ai Lakers perché stava invecchiando e aveva fretta di vincere per tentare ad arrivare alla fatidica quota di sei titoli vinti come Michael Jordan, traguardo a cui mirava anche Kobe Bryant che si è fermato però a quota cinque.
James ha vinto quattro titoli Nba, uno a Cleveland che è stato il suo vero capolavoro, due a Miami in un ‘dream team’ con Wade e Bosh e con un general manager comePat Riley che gli disse di pensare a giocare che a fare la squadra ci pensava lui.
L’ultimo titolo lo ha vinto proprio a Los Angeles in una situazione del tutto anomala come i playoff giocati nella ‘bolla’ creata dall’Nba nel primo anno della pandemia. Gli ultimi due anni invece sono stati terribili, l’anno scorso i gialloviola sono stati eliminati facilmente al primo turno dai Phoenix Suns.
Dopo la delusione dell’anno scorso James ha pensato che oltre a lui ed Anthony Davis ci voleva un’altra superstella per essere competitivi. Davis è fortissimo maè spesso infortunato e la scelta è caduta su Russ Westbrook, giocatore per molto tempo eccezionale ma in chiaro declino che oltretutto ama avere la palla sempre in mano proprio come Lebron. Però di pallone ce ne è solo uno e la compatibilità tra i due è stata pessima, come non era difficile prevedere.
Poi ha voluto nei Lakers Carmelo Anthony, suo grande amico, che però è ormai un ex giocatore, in particolare in difesa, come ex giocatori sono Trevor Ariza e AveryBradley che avrebbero dovuto dare un contributo dalla panchina.
Il pericolo è che Lebron in futuro finisca per copiare proprio Jordan che si è comprato una squadra Nba, i Charlotte Hornets, in cui decide tutto senza mai vincere nulla.
Certamente verrà ricordato come uno dei giocatori più forti di tutti i tempi ma a lui non basta, vuole essere considerato il più bravo anche fuori dal campo. Per farlo non dovranno esserci più anni disastrosi come questo.
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