Basket
Il grande declino dell’All Star Game: da grande sfida a partita noiosa
Western Conference- Eastern Conference 192-182. Questo il risultato dell’All Star Game 2017. Ovest ha tirato 143 volte, Est 137, 281 tiri in 48 minuti. Il solo Anthony Davis ha tirato 39 volte in 32 minuti sul parquet. Tanti punti e tanti tiri non sono affatto una garanzia di spettacolo, al contrario sono il sintomo di una esibizione noiosa, molto noiosa, in cui nessuno compete davvero, una specie di partita degli Harlem Globettrotters senza neanche i funambolismi della storica squadra nata a New York.
L’Nba, una lega che è una straordinaria macchina da dollari, ha fiutato il pericolo di una crisi di rigetto del pubblico verso il suo fine settimana di maggiore esposizione mediatica, anche perché gli indici di ascolto televisivi sono stati in calo negli ultimi anni a differenza delle partite di finale che hanno avuto un rating di ascolti altissimo.
Il format quest’anno è cambiato, non più Est contro Ovest ma due squadre scelte da ‘capitani-giocatori’ che quest’anno sono Lebron James e Stephen Curry. Una formula che convince poco e che probabilmente non risolverà il problema principale dell’All Star Game, cioè la mancanza di interesse di vedere una partita finta, senza difese, con una lunga serie di schiacciate solitarie e i giocatori più attenti a non infortunarsi che a impegnarsi per vincere la partita.
Della tre giorni dell’All Star Weekend, che quest’anno si svolge a Los Angeles, forse è il sabato il giorno più interessante con la gara della schiacciate e quella dei tre punti. Gare spettacolari e divertenti che infatti sono le uniche sopravvissute al format storico che vedeva il venerdi la gara tra i giovani poi trasformata in una partita tra un ‘team world’ e un ‘team Usa’ che segnala comunque un grande punto di forza dell’Nba: la sua propensione internazionale, unica anche tra le grandi leghe professionistiche Usa. Sono circa 40 le nazioni che hanno propri giocatori nella Lega (Italia compresa) con uno straordinario effetto di interesse diffuso in tutti i continenti.
Salvare l’All Star Game dal declino non sarà facile, Adam Silver il capo dell’Nba, forse nei prossimi anni dovrà trovare una nuova strada, i tempi delle grandi sfide stellate tra Magic e Bird sono lontani.
(In copertina, Michael Jordan e Magic Johnson all’All Star Game del 1987)
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