Basket
Greg Popovich, licenza di stravincere: nessuno come lui nella storia dell’NBA
Non ha il fisico da 007 ma forse poteva diventare capo della Cia se non avesse deciso di abbandonare presto le forze armate e i servizi segreti, dove avrebbe svolto missioni anche in Unione Sovietica, per dedicarsi al basket e diventare l’allenatore che ha vinto più partite nella storia dell’Nba.
Questa è la storia di Gregg Popovich, 73 anni, padre serbo e madre croata, origini che hanno lasciato il segno anche nella preferenza per una pallacanestro più ‘europea’ e meno ‘salta e corri’ rispetto agli standard Usa.
Da giocatore era abbastanza scarso, poi una carriera iniziale da allenatore e da dirigente che non lasciava presagire grandi successi arrivando al massimo ad essere il general manager dei San Antonio Spurs, una delle squadre più perdenti della Nba, una piccola città del Texas sconosciuta dove le grandi star non volevano certo andare a giocare.
Nel 1996 però decise di ‘autopromuoversi’ e tornare in panchina esonerando l’allenatore in carica dopo un inizio stagione da 3 vinte e 15 perse. L’anno dopo Popovich scelse al draft Tim Duncan, uno dei più grandi giocatori della storia, e iniziò la leggenda.
Gli Spurs sono infatti entrati nel firmamento del basket mondiale. Cinque titoli, sei finali, tre volte allenatore dell’anno, coach vincente degli Usa alle Olimpiadi, 22 anni consecutivi ai playoff, mai accaduto prima. E il record di partite vinte (1336) arrivato con una vittoriacasalinga di misura sui più forti Utah Jazz, commentato da Popovich, per una volta commosso, con una scarna dichiarazione di 30 secondi in cui ripete solo “basket is a team sport, thanks to players, coaches, staff, this city’.
Popovich è infatti un personaggio unico nello star system dell’Nba, odia stampa e social network, è un burbero che parla poco e bene di tutti, legge libri e ama il buon vino ma è soprattutto un eccezionale scopritore di talenti. Ha vinto titoli con due stelle come ManuGinobili e Tony Parker, un argentino che veniva dall’Italia e un francese, entrambi scelti dopo che altre squadre non li avevano voluti. E proprio due italiani gli sono devoti, Ettore Messina che è stato a lungo suo vice e Marco Belinelli che con lui ha vinto un titolo Nba, unico italiano a farlo.
La sua eredità è dappertutto nell’Nba, molti allenatori attuali sono stati suoi vice perché negli anni tutti hanno provato a copiarlo. Il coach dei campioni in carica di Milwaukee ha lavorato con Pop per diciassette anni a San Antonio e come Popovich non viene dalla pallacanestro di alto livello ma anzì è laureato in scienze politiche e filosofia.
Con il record di partite vinte Popovich forse non ha più niente da chiedere, la San Antonio di quest’anno è una squadra poco più che mediocre con qualche giovane di talento. Forse smetterà tra poco di allenare ma la sua impronta nell’Nba è indelebile.
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