Basket
Basket, tempo di bilanci: squadra che vince non si cambia
Golden State, Efes Istanbul, Armani Olimpia Milano, la stagione del basket ha dato i suoi verdetti per Nba, Eurolega e campionato italiano. Vittorie che hanno un ‘fattor comune’, hanno vinto squadre costruite nel tempo, già abituate a vincere con allenatori stabili e progetti pluriannuali.
I Warriors vincono il loro quarto titolo in otto anni con lo stesso allenatore, Steve Kerr, e lo stesso gruppo base (Curry, Green, Thompson) a cui per un paio d’anni hanno aggiunto Durant diventando in quel periodoinavvicinabili per tutti. Solo gli infortuni di Curry e Thompson hanno impedito ai Warriors di vincere di più ma appena tornati sani si sono riproposti come squadra da titolo.
Stessa cosa per l’Europa, l’Efes vince la seconda coppa dei campioni consecutiva, trofei che sarebbero probabilmente stati tre se il Covid non avesse bloccato una stagione che i turchi stavano dominando. Anche in questo caso hanno lo stesso allenatore, Ergin Ataman, dal 2017 e con un gruppo base dei giocatori che è lo stesso da molti anni.
Milano segue la stessa tendenza, Ettore Messina allena con a disposizione un progetto duraturo, ha un gruppo di giocatori esperti, molti over 30, che anche in passato ha giocato insieme. Una tendenza che peraltro è risultata vincente anche in Spagna con il Real Madrid che ha vinto il campionato contro il Barcellona e in Grecia con l’Olimpiakos che ha sconfitto il Panatinaikos, entrambi con gruppi di giocatori che giocano insieme da molti anni.
Se la calma è la virtù dei forti, di certo questi risultati dimostrano ancora una volta che per vincere ci vogliono pazienza e programmazione. Messina dopo la vittoria dello scudetto ha citato un vecchio detto ‘chi vince festeggia, chi perde spiega’, forse doveva aggiungere che vincere aiuta a vincere a condizione di seguire un’altra vecchia regola: squadra che vince non si cambia.
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