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Volley, sempre volley, fortissimamente volley
L’ora di educazione fisica nelle scuole medie e superiori si risolve spesso nella partita di pallavolo in palestra. Sport che può coinvolgere alla pari maschi e femmine. Poi fa niente se ce n’è per uno che esegue un bagher consapevole o palleggia silenzioso ce ne sono almeno tre che fanno arte marziale contro il povero pallone. Con la pallavolo è difficile che qualcuno si tiri indietro; non c’è l’avversario che ti contrasta, siete solo tu e la palla. Devi tenerla su, e buttarla di là dalla rete. O senza rete, uguale. Condividere la palla, è abbastanza. Poi guardi i Mondiali su Raidue (grazie a queste dirette, quel canone odioso trova una minuscola giustificazione): non è più la pallavolo, nome ricreativo: è il Volley. E gli atleti che vedi sullo schermo sono masse di due metri che incrociano l’epica di Matrix con quella di un Manga giapponese. L’unico di loro morfologicamente più simile a te è il libero, una potentissima antenna muscolare capace di fiondarsi a salvare palle sparate da un cannone.
Sono più di tre milioni gli italiani che si pappano oggi le partite dell’Italia. Molti di questi non avevano mai visto una partita di volley. Perché arriva una sorta di rapimento, per questi lampi di gioco che uniscono sincronismo, eleganza e potenza distruttrice. Ci sono momenti che sono armonie. Linee musicali. Uno spettacolo continuo di salti all’unisono, di traiettorie tese e morbide a cucirli. E in più l’agonismo da battaglia, dentro le urla liberatorie, esagerate e giustissime; dentro gli abbracci sinceri, quasi fraterni, ad ogni punto. Raccontano un Squadra, un corpo unico. E nessun confronto con la nostra Nazionale di calcio, troppo impietoso. Facciamoci un’overdose di Sport, finche c’è, anche se i risultati sperati non arrivano. Anche se certe partite le sbagli tutte. Perché poi ci si affeziona ai protagonisti come nelle migliori Serie tv. Io e mia moglie, per esempio, abbiamo scelto i 2,05 metri di lucida intelligenza e semplicità del regista Simone Giannelli. Dovessi scegliere un Italiano, oggi, sarebbe lui.
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