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Valentino Rossi ricorre al Tas. Cosa può succedere?

31 Ottobre 2015

Valentino Rossi ha ufficialmente presentato ricorso d’urgenza al Tas di Losanna in merito alla sanzione inflittagli dalla direzione di gara dopo il Gran Premio della Malesia, in seguito al contatto con Marc Marquez. Ma cosa può succedere e quando si saprà la decisione? E soprattutto come funziona il Tas? Andiamo con ordine.

Innanzitutto il Tas, Tribunale Arbitrale dello Sport (Court of Arbitration for Sport), è una organizzazione giudiziale sportiva con sede a Losanna presieduta dal giudice australiano John Coates e che esiste dal 1981. E’ stata costituita dal Cio con l’obiettivo di risolvere le controversie sportive di carattere internazionale all’interno dell’ordinamento sportivo mondiale innanzi ad una istituzione arbitrale indipendente che emanasse un lodo assimilabile alla pronuncia del tribunale ordinario. Dal 2003 il TAS è ufficialmente un organo indipendente dal CIO.

Il pilota italiano, dunque, chiede al Tas che la penalità inflittagli dai Commissari Fim venga ridotta, in quanto non proporzionata a quanto fatto realmente da Rossi in pista. Il dossier fornito dal pool di avvocati del Dottore, capitanati dal legale Massimiliano Maestretti di Lugano, si basa sul fatto che nei 95 casi di penalità inflitti quest’anno dalla Dorna solo in tre casi sono stati comminati 3 punti di penalità. Negli altri 92 la penalità è stata di un punto solo. E con un solo punto di penalità in meno, il fuoriclasse di Tavullia non partirebbe dall’ultima posizione a Valencia, aumentando esponenzialmente le chance di difesa della leadership nel mondiale.

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Insieme al ricorso, il pilota pesarese ha anche chiesto che il tribunale prenda una decisione entro venerdì 6 novembre affinchè, in caso di verdetto a lui favorevole, non rischi di perdere la posizione in griglia di partenza: ieri pomeriggio il Tas ha accettato tale richiesta, affermando che una decisione sarà presa entro e non oltre la data indicata da Rossi.

Anche se la decisione dovesse essere favorevole a Valentino, non è prevista l’eventualità che possa affibbiare una penalizzazione a Marquez.  Il Tas, infatti, non può stravolgere il verdetto della Race Direction ma, come accade con la Cassazione, sentenziare sulla base dei documenti esistenti, non interponendo deduzioni o prove aggiuntive. Nel verdetto della Commissione FIM è specificato chiaramente il fatto che Marquez non faccia nulla di scorretto ma agisca entro i limiti del regolamento a differenza di Rossi che, allargando la traiettoria, esegue una manovra irresponsabile inducendo lo spagnolo a cadere.

In quanto ai precedenti, diversi piloti nel corso degli anni si sono appellati al Tribunale Arbitrale per tentare di modificare una decisione dei giudici di gara. Ad esempio, nel 1998 Max Biaggi presentò ricorso affinché fosse cancellata la bandiera nera inflittagli dalla Race Direction nel GP di Barcellona per non aver rispettato uno “stop and go” di 10 secondi, inflittogli per aver sorpassato un avversario in regime di “bandiere gialle” alla prima curva del secondo giro. Biaggi, che tagliò per primo il traguardo, chiese al Tas che la bandiera nera fosse tolta ma il suo ricorso fu rigettato.

Valentino dunque spera che il suo ricorso possa essere ritenuto fondato e che in occasione delle prime prove libere del 6 novembre possa scendere in pista al pari di Lorenzo, per giocarsi il titolo mondiale ad armi pari: sicuramente è anche ciò che auspicano migliaia di appassionati del motomondiale, per far si che vinca davvero il migliore.

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