Un posto in prima fila per l’alluvione

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4 Novembre 2024

La catastrofe attira, non c’è nulla da fare. Il disastro che affligge la Spagna dopo le alluvioni di tre giorni fa è veramente di proporzioni bibliche e catalizza l’attenzione. La percezione che ne abbiamo noi, a distanza, è ancora maggiore. E ci s’incolla alle immagini della tv che mostrano ponti spazzati via come fuscelli, valanghe d’acqua che scorrono nelle aree urbane, auto accatastate.

Perché le descrizioni che vengono fatte dai media ci fanno immaginare che la città, la parte urbana, di Valencia sia stata sconvolta, mentre invece non è così.

Ciò che è stato sconvolto è esattamente ciò che è al di là della deviazione del fiume Turia, che prima attraversava la città e poi, in seguito alle inondazioni precedenti, fu fatto scorrere fuori, aumentando anche la sua portata proprio per scongiurare tracimazioni, a dodici chilometri di distanza. L’antico letto è ora occupato da un parco bellissimo, pieno di attrazioni e di cultura. Se non ci fosse stata quest’opera di riassetto territoriale, ben pensata, forse anche a Valencia città si sarebbero viste distruzioni analoghe, oggi.

L’opera non fu ultimata con un bacino di contenimento per eventuali altre alluvioni, com’era nel progetto, e, come di consueto, quando si compiono grandi speculazioni edilizie, con urbanizzazioni, creazione di aree industriali, e altro, ci si “dimentica” delle catastrofi passate e si costruisce dove non si dovrebbe.

È accaduto anche in Italia, più volte, ma siccome abbiamo memoria corta, ogni volta diventa colpa del cambio climatico. E in Emilia Romagna, adesso, ogni anno c’è un’inondazione devastante. E non ha importanza se ci fossero giunte di destra o di sinistra, tutti i politici sono stati complici nel nome del “benessere”, del “lavoro”, della “ricchezza”.

È un comodo alibi, il cambio climatico, utilizzato sempre più spesso dalla politica. Tanto la colpa è del pianeta, offeso, vituperato, sfruttato, che si vendica.

Come se il pianeta fosse una divinità della mitologia greca, come se avesse una sua personalità, una sua anima mistica, un suo destino, un’entità che conosce il bene e il male.

Naturalmente dar la colpa al cambio climatico è una confortevole risposta da dare ai cittadini incazzati, che hanno perso tutto, come i nostrani, i quali, anziché presentarsi con forconi a Montecitorio, sembrano rassegnati e anestetizzati, perché il pianeta è ormai compromesso e quindi ci si può solo rassegnare.

In Ispagna sono un po’ più sanguigni, invece. E credo che se prenderanno il presidente della Generalitat Valenciana lui non ne uscirà bene. Il povero re che c’entra, Donna Letizia si è pure commossa, ha abbracciato una vecina alluvionata, povera donna, in genere i reali stanno dalla parte dei sudditi, oggi. Anche quando ci fu l’attentato di Atocha i reali furono i primi ad andare sul posto a confortare feriti e familiari. Subito ci andarono.

I politici, invece, stanno dalla parte dei mafiosi speculatori, sembra. Oltre, naturalmente, a non aver la più pallida idea delle conseguenze della loro ignoranza e superbia. Superficialità rivoltante.

Sembra di rivedere la scena dell’epidemia di covid in Lombardia, quando non si vollero chiudere le fabbriche bergamasche perché la produzione era più importante delle singole vite, quando il virus di allora era ancora potentissimo e voracissimo e si toccavano con mano i ricoveri, i decessi, i contagi, mentre quell’altra sciroccata dell’ex deputata cinque stelle, Sara Cunial (sempre pagata da noi tutti), sparava le sue sui complotti e sui virus, senza capirne una minchia fritta. Tutti le sparavano grosse, minimizzando i problemi. Giusto per inciso, nel marzo scorso la Cunial è stata condannata a otto mesi per aver insultato un pubblico ufficiale durante la pandemia… alla fine finisce quasi sempre così.

Così come questo sconsiderato di Carlos Mazón ha voluto sottovalutare i consigli degli scienziati che presagivano piogge imponenti. Tanto la vita della gente non ha alcuna importanza. Ma mille volte meglio un falso allarme che una tragedia, imbecille.

All’Università, forse perché un po’ più saggi, hanno mandato via tutti, invece. Ma solo lì.

Le tragedie dovrebbero insegnare qualcosa ma da ciò che si vede in giro, in un mondo contemporaneo dove si vive solo il momento e basta, per il piacere momentaneo, per il consumo, senza una prospettiva, una programmazione fatta per bene costa fatica. E soldi, dicono, non ci sono mai abbastanza soldi per fare opere di salvaguardia del territorio. Ci sono soldi però per fare le urbanizzazioni, le speculazioni, le false promesse di lavoro, di “benessere”, di “sviluppo”, mentendo spudoratamente sulle cifre. Poi, per rimediare ai danni delle catastrofi causate dalla superficialità, di soldi ce ne vogliono cento volte tanto, oltre alle inestimabili vite umane perdute. Altro che “benessere”. Poveri valenciani, ho il cuore piccolo piccolo, conosco tante persone lì.

I complottisti sono sempre al lavoro e colpevolizzano il Marocco che avrebbe inseminato delle nuvole in qualche momento di quest’anno, e questo avrebbe influito su questa tempesta fuori misura. E il sottile fascino del complotto s’insinua nelle menti deboli che amano le soluzioni soprannaturali, come nei fumetti Marvel. Altro che nuvole inseminate! Qui c’è un vero complotto politico di speculazioni e d’inefficienza.

C’è un capitolo esilarante, nel libro di Vannacci, proprio lui, l’ex-generale scrittore, Il mondo al contrario, sul “benessere”, ossia su cosa lui intende per benessere: esattamente questo, lo sfruttamento del pianeta perché l’uomo ha più diritto degli altri animali a goderselo e quindi ogni voce scientifica che dice di porre attenzione all’ambiente è antiprogressista. Fai te, ma parliamo di uno squinternato. Beh, tutti i capitoli, lì, sono esilaranti, anche quello sul “Buonsenso” (scritto sempre colla maiuscola) o quello sulla “normalità” (declassata, invece, colla minuscola), perché quel libro è un capolavoro del trash involontario. O, forse, per nulla involontario. Fatto sta che il generale adesso si gode un superstipendio da europarlamentare, pagato anche da quelli che non lo hanno votato, e continua a pontificare le sue minchiate.

Fa tutto parte dello psicofascismo, eh, è sempre la stessa lunghezza d’onda. I Popolari di Spagna non hanno mai reciso il loro cordone ombelicale con Francisco Franco, così come i nostri attuali campioni di psicofascismo immaginano un legame con Mussolini, sempre considerato “un grande statista”, la biondina nostrana ne è sempre convinta. Idioti. Come Mazón, popolare.

L’ignoranza che si espande per partenogenesi.

Elly, cara, datte ’na svegliata di quelle sonore perché altrimenti qua cascamo pe’ tera, come diceva Franca Valeri in un suo monologo. E fa’ pulizia.

TAG: alluvione, cambiamento climatico, clima, DANA, emilia romagna, spagna, Turia, Valencia
CAT: Spagna, tutela del territorio

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