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Usare lo smartphone alla guida dell’auto in tutta sicurezza

4 Giugno 2015

Sommario:

  • La casa automobilistica coreana Hyundai ha messo in commercio negli Stati Uniti la prima berlina che ha, di serie, Android Auto, un software che permette di connettere macchina e telefonini Android in modo radicalmente nuovo. Si può usare il telefonino – app incluse – senza (quasi) mai levare gli occhi dalla strada e le mani dal volante.
  • Anche General Motors – sempre negli Stati Uniti – ha annunciato che metterà presto in produzione ben 14 modelli di macchine tutti compatibili non solo con Android Auto, ma anche con Carplay, il software nato per connettere gli iPhone. Altri produttori di auto dovrebbero presto seguire le orme di Hyundai e GM.
  • Dietro questa (mini) rivoluzione che finalmente collegherà le auto a internet, però, non ci sono le case automobilistiche, ma i due giganti dell’elettronica americani: Google e Apple. Un copione che si ripete sempre più spesso. Mentre l’Europa, al solito, sta a guardare.

L’apripista coreana

Per prima è arrivata Hyundai. La scorsa settimana, la casa automobilistica coreana ha presentato la prima macchina che ha, di serie, il software Android Auto. Si chiama Sonata; è una delle berline più popolari negli Stati Uniti; ed è già in vendita.

E già. Quando si parla di innovazione, i verbi, il più delle volte, sono da coniugare al futuro. Non è questo il caso. Hyundai, grazie a questo software, promette da subito un grande passo in avanti per tutti quegli automobilisti – e sono sempre di più – che non riescono a staccarsi dallo smartphone neanche quando sono alla guida.

Il funzionamento? Semplicissimo: nella Sonata dotata di Android Auto, il telefonino si collega alla macchina con un cavetto USB. Una volta connesso, lo smartphone si può usare in tre modi diversi: dal volante; attraverso i comandi vocali; oppure con lo schermo touchscreen della macchina.

Cruscotto Android

Ed è proprio questo secondo schermo, quello piazzato sul cruscotto dell’auto, ad essere uno dei perni del nuovo sistema. Lì, infatti, grazie ad Android Auto, l’automobilista ritrova innanzitutto le icone delle applicazioni che è abituato ad usare di più. Stanco della programmazione della radio? Ecco allora Spotify o la propria raccolta di MP3. Si deve andare in un posto nuovo? Ci guida Google Maps. Si deve mandare un messaggio? Nessun problema: c’è Whatsup. Ma le cose, in questo caso, funzionano in maniera diversa da quella cui gli automobilisti sono abituati.

E infatti: per mandare messaggi – via chat o sms – si devono usare i comandi vocali. Per riceverli, si deve ordinare alla macchina di leggerli. Insomma: non si scrive, si detta; non si legge, si ascolta.

Schermo bloccato, più sicurezza

Si diceva: per mandare messaggi, si deve – deve – usare i comandi vocali. Attenzione: verbo dovere. In altre parole non è una opzione per la semplice ragione che quando si collega il telefonino alla macchina, il software Android Auto blocca lo schermo dello smartphone. Così l’automobilista è portato a tenere gli occhi sulla strada (o sul cruscotto) invece che sul cellulare. Insomma: a distrarsi di meno.

Hyundai, con questo nuovo software, promette non solo più comodità, ma soprattutto meno incidenti. La casa coreana, nel comunicato stampa con cui ha lanciato la nuova Sonata, ha ricordato un dato: secondo la National Highway Traffic Safety Administration, ben 660.000 automobilisti, ogni giorno negli Stati Uniti, usano impropriamente il loro telefonino alla guida, mettendo a rischio la loro vita e quella degli altri.

Un problema ben noto anche al di qua dall’oceano. E soprattutto nel nostro paese. Secondo le ultime statistiche di Aci e Istat, infatti, in Italia più di un quinto degli incidenti (21%) avviene per distrazione. Distrazione spesso causata dal fatto di stare a guardare lo schermo del telefonino. Non va meglio nel resto d’Europa. Un’indagine sulle abitudini degli automobilisti europei dalla fondazione francesce Vinci Autoroutes ha rivelato che i cellulari sono la terza causa di incidenti mortali nel Vecchio Continente.

General Motors e gli altri

Riuscirà Android Auto davvero a ridurre gli incidenti dovuti all’uso e abuso dei cellulari alla guida? Staremo a vedere. Ma Hyundai ci crede e così anche le altre case automobilistiche. Tanto è vero che – sempre scorsa settimana – anche General Motors ha annunciato l’arrivo di ben 14 modelli di auto (tutti con marchio Chevrolet) che avranno di serie proprio questo software.

Non solo. General Motors, infatti, permetterà agli automobilisti di scegliere tra il software per i telefonini Android e quello per gli Iphone, che si chiama Carplay e che fa sostanzialmente le stesse cose ma per i cellulari targati Apple.

Cruscotto Carplay

E le altre case automobilistiche non stanno certo guardare. Apple e Google, infatti, hanno stretto (e continuano a stringere) alleanze un po’ con tutti per portare i loro software (e i loro telefoni) sul maggior numero di auto possibili.

Attenti a quei due

Apple e Google, si diceva. Perché sono proprio loro ad aver realizzato questi software – Android Auto e Carplay. Software che non solo permettono di usare più comodamente i loro telefoni, ma fanno qualcosa di molto più importante: collegano le auto a internet.

Avevamo case e uffici connessi. Ma le macchine – il terzo posto dove passiamo più tempo – erano offlline. Ora non è più così. E – almeno a giudizio di chi scrive – è questo il vero cambiamento, la mini-rivoluzione che porta questa nuova tecnologia.

Molte cose sono probabilmente destinate a cambiare. Quasi sicuramente si moltiplicheranno le applicazioni destinate proprio alle automobili (per controllare i consumi o monitorare lo stato di salute della macchina). Ma chissà cos’altro succederà: cambiamenti che per ora neppure riusciamo ad immaginare.

Sta di fatto che il canale che permette di collegare l’auto a internet per ora è presidiato da chi lo ha aperto: i due giganti dell’elettronica americani. Che hanno battuto sul tempo le grandi case automobilistiche, imponendo i loro software.

Non è neppure la prima volta. A fare da apripista per le tecnologie che in futuro dovrebbero permettere alle auto di guidarsi da sole, infatti, è stata sempre Google e non, appunto, Hyundai o General Motors. E oggi tutte le case automobilistiche sono all’inseguimento del colosso fondato da Larry Page e Sergey Brin (come potete leggere sugli Stati Generali qui e qui).

Così come non è la prima volta che l’Europa subisce un cambiamento tecnologico, invece che parteciparvi. Non esiste un sistema operativo per computer europeo; non esiste un sistema operativo per cellulare europeo; e ora possiamo dire che non esiste un sistema operativo europeo neppure per quello che sembra destinato a diventare il computer di bordo delle macchine.

Che ci sia un nesso tra questo e la crisi economica che attanaglia il Vecchio Continente? Pensarlo appare più che lecito. Ma si sa i temi del dibattito sono (da anni) altri: austerity, Grexit, e soprattutto: stampare (o non stampare) moneta. Ma è davvero questo il dilemma?

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