Infrastrutture
Terremoto: ecco il software per controllare il cemento che l’Italia snobba
All’indomani della pubblicazione della vignetta satirica di Charlie Hebdo sul sisma che ha colpito il centro Italia, il mondo del web si è “indignato” riportando in auge l’annosa polemica sul limite della satira. Stesso discorso, ma con esiti differenti, che un anno e mezzo fa monopolizzò il web dopo l’attentato terroristico subito proprio dalla redazione del magazine parigino, che costò la vita a 12 persone. Sebbene una larghissima parte dell’opinione pubblica abbia manifestato disgusto e indignazione, c’è pure un’altra fetta di utenti più “colpevolista”, che ha assimilato e in un certo qual modo “accettato” il riferimento di Charlie Hebdo agli appalti truccati, alle infiltrazioni mafiose e ai metodi di controllo inesistenti su alcuni degli edifici crollati. Un discorso stereotipato dai francesi con il termine “mafia”.
Per questo, chi vorrebbe lottare contro la corruzione e a favore della trasparenza, potrebbe prendere spunto dalla polemica per approfondire il discorso intorno ai metodi di verifica e certificazione dei materiali utilizzati per la costruzione di immobili.
C’è una società svizzera, ad esempio, che ha messo a punto una procedura codificata (le cui metodologie esecutive sono coperte da brevetto in gran parte dei paesi europei) che consente, con l’uso combinato di smartphone o tablet in ambiente Android e lettori RFID (Radio Frequency IDentification) o QrCode, lo svolgimento di operazioni di controllo e certificazione in innumerevoli campi: dall’edilizia, agli impianti più o meno complessi, alle verifiche di autenticità di singoli pezzi, componenti, opere d’arte, etc.
La tecnologia Rfid, abbinata all’applicazione NFC (Near Field Communication) consente di semplificare controlli e validazioni. Nel caso degli impianti, ad esempio, ogni elemento è caratterizzato da un Tag che ne riassume le caratteristiche e l’esatta posizione all’interno di un sistema. L’operatore addetto alla verifica o manutenzione, munito di uno smartphone preventivamente autorizzato a quella specifica verifica, riceve all’inizio del proprio turno una “to do list” degli elementi da controllare. Semplicemente avvicinando il proprio device al codice viene segnalata l’ora di inizio della verifica, procedura da ripetere alla fine dell’intervento, correlando la segnalazione con eventuali anomalie o danni. Il software collegato alla metodologia descritta permette all’operatore addetto di generare in automatico il rapporto d’intervento.
Questa procedura, applicata al campo dell’edilizia, potrebbe assumere un carattere rivoluzionario. Basti pensare alla necessità da parte di un Direttore Lavori di certificare il controllo sui materiali impiegati. Appositi Tag messi a punto nello specifico per l’impiego del calcestruzzo fresco, ad esempio, possono permettere al Direttore Lavori di fotografare il Tag in questione all’atto del riempimento della cubiera con il calcestruzzo da verificare, ottenendo così in automatico la certificazione della data e dell’ora del prelievo.
Sarà un caso, ma le istituzioni nostrane, e persino i privati a cui è stata proposta, non si sono mostrate per nulla recettive a un tipo di strumento non solo tecnologicamente avanzatissimo, ma per giunta tra i più sicuri mai ideati.
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