Infrastrutture
Il mercato all’italiana sulla tratta Milano-Roma (percorsa con qualunque mezzo)
Era una giornata caldissima di luglio, e l’avvocato Mario Rossi già sognava di potersi buttare in mare, dopo aver raggiunto il suo amato buen ritiro nel Ponente ligure. La sua casa in collina domina la riviera, circondata da frutteti e ulivi. Là sotto un paio di calette con l’acqua azzurra. Avrebbe tanto voluto partire per un week end lungo lungo con la moglie e il figlioletto, lasciare i catrami di Milano già il giovedì mattina, e invece… e invece il mercoledì un imprevisto di lavoro lo porta a un cambio di programma repentino quanto sgradito, ma non evitabile.
“Tesoro, purtroppo devo scendere a Roma domani, ho una giornata intera di riunioni negli uffici del nostro più importante cliente, e la mattina dopo, venerdì, un incontro al ministero, sempre per loro…”.
“Uffa, che palle però…”.
“Hai ragione, però pensavo… Tu scendi al mare in treno col bimbo già domani, io venerdì nel tardo pomeriggio torno a Milano, prendo la macchina e… taac, in due ore son con voi. E poi domenica sera torniamo insieme a casa. Che ne dici?”.
La segreteria dello studio legale si mise subito al lavoro per organizzare il viaggio dell’avvocato Rossi. Valutando tutte le possibilità la combinazione migliore prevedeva una partenza all’alba in treno, dalla stazione centrale di Milano, con Trenitalia, in modo da arrivare in tempo per il primo meeting, convocato alle 10.30. L’indomani, invece, i treni erano già pieni ma, seppur a caro prezzo, c’era posto sul volo delle 4 di pomeriggio, Fiumicino-Linate, naturalmente con Alitalia.
L’avvocato Rossi alle 9.30 del giovedì era a Roma, ed ebbe anche il tempo di bersi un cappuccino all’Autogrill della Grande Stazione. Poi andò alla riunione e per tutto il giorno lavorò in ufficio. Il pomeriggio seguente arrivò perfino in anticipo all’aeroporto, ebbe il tempo per una spremuta e un caffè all’Aeroporto di Roma, poi decollò sul suo volo Alitalia, atterrò a Linate, prese un altro taxi, e da casa ripartì con la sua macchina. Era ormai sera, e il traffico in tangenziale e in autostrada non dava tregua. Per di più, arrivato a Genova, c’era il problema del Ponte. Erano ormai passati due anni dal crollo del Morandi, ma i lavori erano andati per le lunghe e quindi in città e lì attorno il traffico era più convulso e nevrotico che mai. Penso a quanto costava il pedaggio autostradale e a quanto poco adeguato era il servizio.
Mentre finalmente si avvicinava alla casa in collina, dove l’amata moglie e il figlio lo aspettavano, ricevette una telefonata entusiasta di un socio del suo studio, che preannunciava vittoria in un’importante gara per i servizi legali di un grande gruppo industriale italiano, storicamente nato nella manifattura lanaria, ma ora radicatosi nelle concessioni autostradali, in quelle areoportuali, nella ristorazioni e, più di recente, entrato perfino nell’areonautica civile assieme al principale operatore ferroviario italiano.
“Ci daranno un casino di soldi!” concluse entusiasta il suo socio.
Mentre parcheggiava, Mario Rossi realizzò che in una giornata e mezzo, in un modo o nell’altro, di soldi ne aveva dati un sacco lui a loro.
“Mamma! È arrivato il papà”: la gioia del figlio distolse il pensiero dell’avvocato Rossi. Finalmente due giorni di Mulino Bianco: da lunedì, poi, nuovamente, United Colors.
p.s.
Il racconto è ambientato nel 2020 ed è, ovviamente, frutto di pura fantasia. Invece, il fatto che Aeroporti di Roma sia controllato dal Gruppo Benetton; che le principali concessionarie autostradali italiane anche; che il principale fornitore di servizi di ristorazioni in autostrada e non solo da un altro pezzo di famiglia; che perfino una piccola partecipazione nell’immobiliare delle Ferrovia sia dei Benetton; che le ferrovie siano di Ferrovie dello Stato; e che insieme Ferrovie e Benetton stiano per “risanare” Alitalia, questo è tutto vero. Se invece il Ponte di Genova sarà in piedi o no la prossima estate, questo non è dato di sapere. Il ministro Toninelli lo ha promesso, e noi ci permettiamo un briciolo di prudente scetticisimo.
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