Infrastrutture

Il governo di incapacità nazionale: assistenzialismo fuori dalla storia

6 Ottobre 2018

Il problema non è stabilire di avere un debito al 2,4%. Il problema è stabilire per farne cosa. In questo senso, il Governo del Cambiamento è un monocolore DC con la guerra aperta tra diverse correnti – e con 50 anni di ritardo sulla Storia.

In Calabria piovono 25 centimetri d’acqua in poche ore, dopodiché i temporali calano di intensità ma continuano ad imperversare, e mettono in ginocchio la regione. Frutteti distrutti, strade e ponti cancellati, città con un metro d’acqua che invade le cantine e rende pericolanti centinaia di edifici abusivi. Il tutto in soli due giorni. Muore una giovane mamma con il suo bambino di sette anni, il secondogenito, due anni, non si trova. Il governo di incapacità nazionale, compresa la timida opposizione, esprime cordoglio e promette aiuti. Per l’ennesima volta soldi spesi non per migliorare le infrastrutture e prevenire le intemperie, ma gettati a pioggia per placare una popolazione giustamente spaventata, ferita, infuriata.

A Genova il Sindaco, dopo essere stato eletto Commissario (ci sono voluti quasi due mesi) annuncia che cercherà fi fare in modo che il ponte Morandi venga sostituito in 16 mesi, ma da come parla si capisce che ci vorranno (se tutto va bene) oltre due anni, oltre ad una spesa che nessuno è capace di quantificare – quando Autostrade per l’Italia lo avrebbe fatto in otto mesi ed a spese proprie. Per giunta, ora pioveranno i ricorsi, e quindi il calcolo di 16 mesi inizia da quando i Tribunali civili avranno detto l’ultima parola. Se va bene, ci sono due opzioni: il ponte viene rifatto nonostante i processi, e quindi alla fine lo Stato (noi) pagherà decine e decine di milioni di penali. Seconda opzione: si aspetta la fine dei processi, ed allora saremo fortunati se avremo il ponte prima del 2030, e nel frattempo molti soldi sono stati tolti dagli investimenti sul Porto (a Marsiglia tutti stappano lo champagne) e, al contempo, la decisione di punire Autostrade d’Italia a prescindere dalle decisioni della magistratura, oltre a dimostrare che il Governo di incapacità nazionale non crede nella giustizia e si sente in dovere di vendicare ciò che loro credono sia il popolo, ha bloccato i miliardi già stanziati da quell’azienda per riparare, aumentare e migliorare la rete autostradale – un danno probabilmente foriero di altre tragedie.

Me lo aspettavo, dopo aver visto che nella Legge Finanziaria vogliono inserire una clausola che obblighi lo Stato a ripagare i soldi persi dai clienti delle banche. Una follia: se la banca mi ha truffato, i soldi me li devono restituire i truffatori, non i miei concittadini, che non c’entrano nulla. Con la stessa mancanza di senso di giustizia, questo stesso governo vuole chiudere gli SPRAR e gettare sulla strada 35mila richiedenti d’asilo, che da anni aspettano una decisione sulla loro domanda (e quindi è lo Stato ad essere in torto, non loro) e che nel frattempo si erano inseriti, avevano iniziato a lavorare, avevano imparato la lingua. E vi prego, non mischiate la triste vicenda del sindaco di Riace, anche perché non c’è strato un giudizio. Se ha sbagliato, è giusto che paghi, ma questo non cambia il fatto che avesse cercato, a modo suo, di fare il meglio per tutti. Il fatto è che in questa confusione nessuno segue più le regole, ma va ad intuito, e quindi le cose belle fatte a Riace si trasformano in un incubo. Se sei Grillino te la cavi. Il Sindaco Raggi ne ha combinate più di Carlo in Francia, l’hanno sempre presa con le mani nella marmellata, ma se la caverà. Vediamo come andrà a Riace.

Ma tutti questi fatti dimostrano una volta in più che io avessi ragione. (vedi https://www.glistatigenerali.com/beni-comuni_infrastrutture/se-davvero-si-volesse-una-legge-finanziaria-che-investa-sul-futuro/)

Nessun partito, oggi, ha la benché minima idea di cosa fare. Non mi spaventa il 2,4%, perché il debito pubblico italiano è ampiamente coperto dal risparmio e perché quel debito è figlio delle follie consociativiste di DC e PCI e PSI degli anni 70 ed 80, oggi noi continuiamo ad avere un buon avanzo di gestione, anno dopo anno, e comunque anche negli anni precedenti, quando il governo annunciava che avrebbe tenuto il deficit entro l’1,8%, poi alla fine sfondava sempre. Non sarà questo ad affondare il Paese. E nemmeno il reddito di cittadinanza, che di colpo Di Maio ha capito quanto dovrebbe costare, ovvero il quadruplo di quanto preventivato, ed ogni mattina cambia idea su chi abbia il diritto di percepirlo e come possa spenderlo (la divisione tra spese morali ed immorali è una perla del catechismo medievale di cui è impregnato il Grillismo).

Il Paese sta affondando perché l’unica politica possibile e necessaria, per cui –oltretutto – l’Unione Europea ci darebbe molto ed i privati farebbero la corsa ad aiutarci, e per giunta creerebbe migliaia di posti di lavoro, è questa. Investire decine di miliardi per: riparare la canalizzazione ed evitare di perdere 42 miliardi l’anno di acqua dai tubi deteriorati; riparare l’88% delle scuole, il 56% degli edifici pubblici, e tutte le infrastrutture per la mobilità – strade, autostrade, ferrovie, aeroporti; abbattere le case abusive e recuperare l’equilibrio idrogeologico del Paese, di modo che in Calabria la pioggia non uccida, e che le catastrofi annuali in Liguria, in Toscana o chissà dove non abbiano a ripetersi; riparare i monumenti ed il patrimonio artistico.

Donald Trump, per convincere l’elettorato, ha fatto una legge finanziaria da 300 miliardi: metà nei tagli delle tasse alle imprese, e cioè a chi produce ricchezza, metà nella restaurazione e l’implementazione delle infrastrutture. Esattamente ciò che dobbiamo assolutamente fare noi. Non perché siamo di destra o di sinistra, ma perché l’alternativa è il suicidio, ovvero il Governo di incapacità nazionale guidato da Salvini e Di Maio.

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