Infrastrutture
Tav, Erri De Luca assolto dall’accusa di “istigazione a delinquere”
Uno dei processi più seguiti degli ultimi anni si è concluso con l’assoluzione dell’imputato Erri De Luca. Assoluzione con formula piena, questa la pronuncia dei giudici, che hanno deliberato sulla non sussistenza del fatto, cioè sull’impossibilità di ricondurre il reiterato invito di Erri de Luca a “sabotare la Tav” alla fattispecie di reato di istigazione a delinquere. Dopo anni di polemiche tra gli opposti schieramenti, tra chi voleva De Luca vittima di una caccia alle streghe che colpevolizzava la semplice opinione e chi lo additava come un “cattivo maestro” che davvero ispirava azioni criminali, dunque viene archiviata la questione giudiziaria.
Resta, naturalmente, quella culturale, ribadita da De Luca prima e dopo la sentenza e dagli avvocati di controparte. Lo scrittore, infatti, dopo aver ancora una volta ribadito la propria “parola contraria”, ha sottolineato come, uscendo dai tribunali, la questione Tav continui a vivere nella società, soprattuto in Val Di Susa, dove viene realizzata un’opera inutile, costosa e che distrugge un ecosistema naturale e sociale. Di contro, gli avvocati dell’opera, lasciando intendere che non ricorreranno oltre dal punto di vista giudiziario, hanno però sottolineato la necessità che gli intellettuali si prendano sempre la responsabilità del proprio ruolo di guida. Una responsabilità che, per la verità, De Luca non ha mai rifiutato e anzi ha rivendicato, nel pieno dissenso, anche il giorno della sentenza.
Con la fine della battaglia giudiziaria, in ogni caso, si ritorna a discutere di infrastrutture e del loro senso su un piano diverso: quello culturale, quello economico, quello dei diversi interessi rappresentati. Ci auguriamo che il dibattito, liberato dalla mannaja della condanna a De Luca, riparta in maniera forte, pluralistica e informata. Quanto prima, anzi molto di più.
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