Infrastrutture

Effetto farfalla. In Sicilia crolla pilone, a Roma cade Ciucci

14 Aprile 2015

Se qualcuno ha dei dubbi, ecco dimostrata in natura la teoria del caos. Questa formula della fisica matematica, impossibile da spiegare a parole, viene spesso condensata in una frase: “Il minimo battito d’ali di una farfalla è in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo”. Per questo qualcuno lo chiama “effetto farfalla”.

Il cedimento del pilone del viadotto Himera che ha spezzato in due l’autostrada Palermo-Catania, e di conseguenza la Sicilia, non è stato impercettibile come il battito d’ali di una farfalla. Si è sentito, eccome se si è sentito. Ha fatto scalpore e rumore. Ma in Sicilia si è abituati che i battiti d’ali delle farfalle isolane non fanno quasi mai rumore al di là dello Stretto. E perfino il cedimento del pilone sembrava destinato a sollevare solo qualche polverone locale, come era già avvenuto in passato per altri crolli, per altri cedimenti.

Ma nessuno aveva previsto la teoria del caos. E così, inspiegabilmente, azione dopo reazione, tassello dopo tassello, il pilone crollato ha spinto giù Pietro Ciucci dalla presidenza dell’Anas. L’azienda delle autostrade spiega che nulla c’entra il cedimento del pilone tra Scillato e Tremonzelli con l’annuncio delle dimissioni di Ciucci. “Era una decisione già prevista” dice il comunicato ufficiale dell’Anas. E in effetti, il 25 marzo scorso Ciucci annunciava: “Nel 2016 sarò fuori dall’Anas, il prossimo anno scadrà il mio incarico”.

Il presidente dell’Anas aveva dunque previsto di lasciare l’azienda, ma si era dato almeno un altro anno. Non aveva previsto l’”effetto farfalla”, quel battito d’ali del pilone che da Scillato, nel giro di pochi giorni, ha provocato l’uragano a Roma, in piazza di Porta Pia, dove Ciucci ha rassegnato le sue dimissioni – operative dal prossimo consiglio d’amministrazione, tra circa un mese – nelle mani del neoministro delle Infrastrutture Graziano Delrio.

Magari è vero che Ciucci non c’entra niente col pilone crollato, magari è vero che la colpa è di una vecchia frana che nessuno teneva d’occhio, ma la teoria del caos non perdona. La farfalla sbatte le ali da questa parte del mondo, l’uragano fa le sue vittime da un’altra parte. In fondo, Ciucci si era salvato dal battito d’ali di dicembre, quando una rampa stradale appena inaugurata sulla Palermo-Agrigento era venuta giù per una nevicata. E si era salvato anche quando la farfalla aveva sbattuto le ali a Firenze, con l’inchiesta Sistema Grandi Opere che aveva fatto finire in carcere l’ex dirigente delle Infrastrutture Ercole Incalza, investendo per certi aspetti anche l’Anas.

Poi, la farfalla torna a sbattere le ali in Sicilia: fa girare un pilone manco fosse un birillo. Di azione in reazione, l’effetto farfalla dalla Sicilia è dilagato a Roma, magari è passato pure da palazzo Chigi dove Matteo Renzi, già abbastanza tiepido su Ciucci, senza nemmeno un tweet, lo ha dirottato sul presidente dell’Anas. Brutte bestie le farfalle.

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