Infrastrutture
Appalti di innovazione e transizione verde, due alleati – di Ivo LOCATELLI
Come contribuisce la spesa pubblica alla transizione energetica ed ecologica?
In Europa la spesa pubblica per opere, beni e servizi costituisce circa il 14% del PIL dell’UE, che corrispondono a circa 1,9 trilioni di euro all’anno, 500 miliardi dei quali sono allocati a livello di UE. Questo importo è un potenziale da sfruttare per stimolare la domanda di soluzioni innovative, verdi e digitali per accelerare la transizione rafforzando la competitività dell’industria europea, in particolare delle piccole imprese innovative, scrive Ivo Locatelli, Esperto Senior della Commissione Europea, in quest’articolo che illustra anche le principali iniziative della DG GROW (Commissione Europea) in materia.
Arvea Marieni (安薇薇) è un’esperta di alto livello per il CEI Consiglio europeo per l’innovazione delle Commissione Europea, è stata rapporteur e membro della giuria del primo “European Innovation Procurement Awards (EUIPA) 2021” e si occupa, in dialogo con la Commissione, di definire KPI climatici e ambientali per il public procurement attraverso BIM (Business Information Management) e Digital Twins.
Cosa sono gli appalti pubblici e perché sono importanti?
Gli appalti pubblici sono l’acquisto di beni, servizi e lavori da parte dei governi e delle imprese statali, rappresentano una quantità significativa della spesa pubblica totale (centrale e periferica) e costituiscono, insieme ai salari e alle pensioni, la più grande voce di spesa dello Stato. La domanda pubblica è particolarmente importante in settori come il trasporto e la mobilità, l’istruzione, le attrezzature per ufficio, l’edilizia, la sanità e la difesa.
Nell’UE27, la spesa pubblica per opere, beni e servizi costituisce circa il 14% del PIL dell’UE, che corrispondono a circa 1,9 trilioni di euro all’anno, 500 miliardi dei quali sono allocati a livello di UE e ne rappresentano il 3,5% del PIL. Questo importo è un potenziale non completamente sfruttato per stimolare la domanda di soluzioni innovative, in particolare per le piccole imprese innovative.
Le direttive sugli appalti pubblici del 2014 hanno ridefinito il quadro degli appalti pubblici per adattarlo alle esigenze degli acquirenti pubblici e degli operatori economici sorti da sviluppi tecnologici, tendenze economiche e dalla maggiore attenzione della società per una spesa pubblica sostenibile. Le norme, infatti, non riguardano più solo la procedura di gara (“come comprare”), ma anche il risultato dell’appalto (“cosa comprare”) tendendo conto di obiettivi come l’ambiente, l’innovazione ed il sociale.
La centralità degli appalti pubblici è indiscutibile e in diversi settori economici gli acquirenti pubblici sono gli attori predominanti dal lato della domanda. Questi settori sono generalmente ad alto valore aggiunto e hanno un impatto significativo sul tessuto economico e imprenditoriale a monte. Questi stessi settori, allo stesso tempo, sono al centro di sfide sociali chiave quali l’invecchiamento della società e le relative misure di sostegno sociale, la costruzione di una difesa comune e della sovranità dell’Unione Europea, la trasformazione verde e digitale, ecc.
Il settore pubblico e le imprese innovative potrebbero cogliere queste opportunità per tracciare strade nuove, spesso sconosciute, per fornire servizi pubblici migliori e più efficienti facendo uso di nuove tecnologie o soluzioni innovative per affrontare queste importanti sfide sociali.
Cosa è un appalto di innovazione?
Le relazioni tra gli appalti pubblici e l’innovazione possono essere molto ampie e comprendere diverse dimensioni; i servizi pubblici che hanno bisogno di nuove soluzioni sono utenti privilegiati dell’innovazione e ne beneficiano, mentre lo stesso settore pubblico ne influenza lo sviluppo. Infine, l’innovazione può essere applicata all’organizzazione e gestione degli appalti pubblici della stessa pubblica amministrazione.
Quello per l’innovazione è un appalto pubblico finalizzato all’acquisto di soluzioni innovative. Le soluzioni innovative possono riguardare prodotti e servizi totalmente nuovi o altamente migliorati, ma anche nuovi modi di lavorare e organizzare. In breve, un acquirente pubblico descrive il fabbisogno in modo funzionale e non dettagliato lasciando spazio al mercato di proporre soluzioni innovative; in questo modo permette alle imprese e ai ricercatori di sviluppare prodotti, servizi o processi innovativi (o una combinazione di tutti questi) per soddisfare al meglio quel fabbisogno. Perciò, l’acquirente pubblico, invece di comprare “off-the-shelf”, agisce come un “early adopter”, comprando un prodotto, servizio o processo che è nuovo per il mercato e contiene caratteristiche sostanzialmente nuove. Acquistare l’innovazione nelle prime fasi del processo di sviluppo, quindi, contribuisce ad accelerare la diffusione dell’innovazione nel mercato.
Dal punto di vista delle imprese, le attività di innovazione variano molto da impresa a impresa; alcune aziende si impegnano in progetti di innovazione ben definiti, come lo sviluppo e l’immissione sul mercato di un prodotto completamente nuovo, mentre altre lo fanno attraverso un miglioramento continuo dei loro prodotti, processi e operazioni.
I vantaggi degli appalti pubblici di innovazione sono molteplici: indirizzare correttamente un bisogno emergente, accelerare la diffusione dell’innovazione nel mercato, stimolare la ripresa economica, le transizioni verdi e digitali e la resilienza dell’Unione Europea, modernizzare i servizi pubblici, aiutare le start-up e le imprese innovative, fornire un servizio pubblico di qualità superiore ottimizzando le risorse impiegate.
Due altre dimensioni sono degne di nota. In primo luogo, gli appalti pubblici di innovazione sono essenziali per la pubblica amministrazione per svolgere la sua funzione principale: fornire servizi ai cittadini o alle imprese. Ovunque i vincoli di bilancio indirizzano la pubblica amministrazione verso l’identificazione di soluzioni atte a mantenere e migliorare la fornitura di servizi pubblici ottimizzando le risorse disponibili affrontando e gestendo, contemporaneamente, le nuove sfide sociali ed obiettivi pubblici. In questo senso, guardando dalla prospettiva dell’uso del denaro pubblico e dei risultati conseguiti, gli appalti pubblici di innovazione sembrano avere un vantaggio rispetto ad altri strumenti di policy disponibili per promuovere l’innovazione (sovvenzioni, sussidi e incentivi fiscali). Infatti, nel caso del gli appalti di innovazione, il risultato finale rimane di utilizzo pubblico per la fruizione da parte dei cittadini.
In secondo luogo, è interessante vedere come le imprese vivono la spinta tecnologica impressa dallo Stato attraverso gli appalti pubblici. L’Executive Opinion Survey del World Economic Forum[2] include un indicatore delle condizioni della domanda di prodotti innovativi preceduto da una survey sulla percezione da parte delle imprese degli appalti pubblici di prodotti a tecnologia avanzata. I dati suggeriscono che in Israele e negli Stati Uniti, lo Stato è visto come una fonte di innovazione per il resto dell’economia (attraverso la difesa e la NASA negli Stati Uniti), o in Cina in conseguenza del modello politico/economico del paese. Nella UE, invece, le imprese non sembrano considerare gli appalti pubblici come un motore di innovazione.
Un nuovo paradigma per gli appalti pubblici
Gli appalti sono spesso visti come un’attività transazionale e amministrativa piuttosto che strategica. Per superare questa contrasto, è necessario attuare un cambiamento di paradigma e spostare l’attenzione da un modello incentrato quasi esclusivamente sul controllo della conformità legale della procedura d’appalto, ad uno orientato ai risultati (nel rispetto ovviamente delle leggi e norme vigenti in materia e dell’adesione ai principi di concorrenza leale, trasparenza, non discriminazione, ecc.). In secondo luogo, il cambiamento di paradigma si riflette in quale fase collocare lo sforzo del processo di acquisto. Nel nuovo modello, infatti, si deve dare più attenzione alla preparazione e all’esecuzione del contratto, che alla fase di gara in senso stretto. Infine, gli acquisti pubblici non devono essere più visti come un processo lineare, ma piuttosto come un ciclo, con la valutazione finale che alimenta i futuri progetti di acquisto.
L’impegno precoce con i fornitori è stato storicamente considerato un’attività rischiosa in termini di corruzione. Tuttavia, relazioni troppo formali ed un insufficiente contatto con le aziende nella fase di preparazione della gara aumentano significatamente il rischio di difficoltà a valle della procedura. Quindi, far partecipare i fornitori nella preparazione della gara è un elemento di diminuzione dei rischi. In effetti, gli acquirenti che effettuano una consultazione più approfondita del mercato si trovano ad affrontare un numero inferiore di ricorsi.
Quando si tratta di appalti di innovazione, la fase di preparazione diventa ancora più importante. Il Partenariato per l’Innovazione (PI) richiede, infatti, una maggiore attenzione nella fase di esecuzione rispetto a una procedura tradizionale. Il PI permette di acquistare in una volta sola R&S (ricerca e sviluppo) /innovazione e i beni o servizi innovativi risultanti. Questo implica che la soluzione è sviluppata durante la relazione contrattuale tra l’acquirente e il fornitore[4]. Questo è necessario perché il processo di acquisto pubblico in sé non fornisce un ambiente ottimale per lo sviluppo dell’innovazione che richiede una maggiore flessibilità, cooperazione tra le parti e negoziazione.
La relazione con gli ecosistemi dell’innovazione è cruciale per questo tipo di appalto, poiché questi sono la principale fonte di innovazione in un mondo in rapida trasformazione. Anche se può non essere facile mettere insieme start-up e acquirenti pubblici, che spesso parlano lingue diverse, è necessario che gli acquirenti siano in grado di anticipare il futuro e sapere chi genera valore. Le industrie stanno cambiando molto rapidamente e non avere un forte collegamento con il mercato espone a dei rischi: un acquirente che non capisce il mercato è inevitabilmente più vulnerabile al fornitore. La consultazione preliminare dI mercato consente agli acquirenti di sviluppare delle conoscenze essenziali su ciò che il mercato è pronto ad offrire tenuto conto del budget e del planning della stazione appaltante. Questa costituisce pertanto un indispensabile elemento per la stesura di specifiche tecniche appropriate, per la negoziazione, e per scegliere l’approccio e la procedura di acquisto più adeguati per acquistare l’innovazione attraverso una procedura di appalto.
Collegandosi all’ecosistema dell’innovazione, gli acquirenti possono identificare e interagire con gli innovatori chiave, come le università, i centri di ricerca, living labs, start-up e aziende innovative, acceleratori e incubatori, broker o anche piattaforme di “crowd solving problems” o con gli stessi cittadini per proporre soluzioni alle sfide urbane / educative / ecc. Inoltre, l’organizzazione di hackathon può aiutare a generare idee per risolvere problemi della vita reale.
La relazione degli acquirenti con l’ecosistema non deve essere necessariamente legata a specifiche gare d’appalto, ma dovrebbe piuttosto diventare una comunicazione continua e regolare tra autorità pubbliche, fornitori di servizi e innovatori. Un organismo intermedio – che svolge il ruolo di broker – potrebbe certamente facilitare il lavoro dell’acquirente pubblico nel diffondere la conoscenza creata nell’ecosistema. Il grado in cui il settore pubblico può interagire con i privati e altri attori dell’ecosistema dell’innovazione è una componente chiave della capacità di innovazione del settore pubblico. Questo può richiedere un cambiamento di gestione e un approccio rivisitato verso l’innovazione, e gli stessi appalti. Considerare gli ecosistemi dell’innovazione solo vicini al mondo delle imprese è un falso mito e sono numerosi gli ambiti in cui il l’innovazione può essere guidata dallo Stato (sanità, difesa, ecc.). In conclusione, legami dinamici tra pubblica amministrazione e scienza sono mutualmente necessari tanto quanto quelli tra scienza e industria.
Alcuni esempi
Gli appalti per l’innovazione possono contribuire allo sviluppo di nuovo prodotto o servizio. Nel 2016 gli autobus elettrici articolati non erano disponibili. In questo contesto, la città metropolitana di Rennes in Francia ha lanciato un partenariato d’innovazione per sviluppare un autobus articolato 100% elettrico, e per adattare gli autobus elettrici standard alle modalità di funzionamento della rete di trasporto della città.
Acquistare innovazione può anche implicare la sostituzione della soluzione esistente con qualcosa di completamente diverso. Il Ministero della Sanità in Portogallo voleva ottimizzare il funzionamento del suo parco auto. Invece di comprare nuove auto, ha deciso di acquistare una piattaforma digitale dove le informazioni relative all’uso del parco auto (veicoli, percorsi) sarebbero state centralizzate. La piattaforma ha portato a una riduzione del numero di veicoli, ad una diminuzione dei costi (per esempio assicurazione, carburante, ecc.) e dell’impatto ambientale.
In alcuni casi, procurare l’innovazione può avere effetti di vasta portata in termini di sviluppo tecnologico e includere anche R&S in senso stretto. Per esempio, una società municipalizzata di Tallin (Estonia) ha eseguito una procedura di appalto pubblico per lo sviluppo e la diffusione di superfici stradali che producono elettricità solare. In un altro caso, l’acquisto ha rappresentato un investimento significativo per le casse pubbliche (1,2 miliardi di euro), e un’enorme sfida tecnologica (sviluppo, manutenzione e consegna di treni a batteria su linee ferroviarie non elettrificate). In questo caso, l’acquirente era il Ministero dei Trasporti e dell’Economia dello Schleswig-Holstein in Germania.
L’impatto degli appalti sull’innovazione
Il finanziamento pubblico in R&S&I (ricerca, sviluppo ed innovazione) può assumere due forme: il finanziamento diretto attraverso strumenti come le sovvenzioni o gli appalti pubblici, e il sostegno indiretto attraverso agevolazioni fiscali. Quest’ultimo caso è ben noto in quanto nel tempo sempre più paesi hanno introdotto incentivi fiscali per la R&S. Nell’UE nel 2018 ben 21 Stati offrivano sgravi fiscali alla R&S, con un aumento significativo rispetto ai soli 12 del 2000[5]. Anche i dati sulle sovvenzioni alla R&S sono disponibili.
Al contrario, ci sono poche evidenze statistiche solide sul legame tra appalti pubblici e innovazione. Per ampliare la conoscenza sull’uso effettivo degli appalti di innovazione, i servizi della Commissione hanno effettuato una valutazione di una specifica ma importante procedura di appalto, il PI[6]. Il PI è stato introdotto nel quadro giuridico dell’UE del 2014 e permette di combinare la ricerca, l’innovazione e l’appalto di una soluzione innovativa e su misura non disponibile sul mercato in un’unica procedura garantendo, inoltre, spazio alla negoziazione e alla co-creazione tra il fornitore/i e l’acquirente pubblico. Per il fornitore, uno dei punti di forza del PI è che include un impegno di acquisto in caso di successo e il riutilizzo dell’innovazione in altri progetti; per l’acquirente, permette un accesso conveniente alla tecnologia innovativa. A causa del suo approccio innovativo, è ancora poco conosciuto tra gli acquirenti pubblici.
Nel periodo 2016-2020 nell’UE27 e in Norvegia sono stati investiti 7,8 miliardi di euro per sviluppare e poi acquistare soluzioni innovative utilizzando il PI, corrispondenti a 103 contratti aggiudicati. In termini di valore, l’87% è andato all’innovazione verde e alle tecnologie verdi[7]; contratti per circa 100 milioni di euro sono stati assegnati allo sviluppo di soluzioni che utizzano l’intelligenza artificiale (AI) o software, mentre il doppio (203 milioni di euro) ha riguardato attività a fini sociali. In termini di settori, il maggior numero di contratti è andato a progetti ambientali, seguiti dai settori delle costruzioni, e mobilità. Per quanto riguarda i contratti assegnati alle PMI (nel caso delle start-up l’acquirente pubblico è spesso il primo cliente), i dati sono molto interessanti: circa i 2/3 dei contratti sono stati assegnati o a una PMI o a un consorzio che ne include almeno una e questo dato è in crescita nel tempo; in termini di valore, i contratti aggiudicati a PMI o a consorzi che ne comprendono una rappresentano oltre il 41% del valore totale dei contratti conclusi nel periodo 2016-20 attraverso un PI.
I dati citati si riferiscono a una procedura specifica, e questa è effettivamente una quota limitata degli appalti di innovazione. Il valore totale degli appalti di innovazione, considerando tutti i tipi di procedure e strumenti disponibili (ad esempio, dialogo competitivo, procedura competitiva con negoziazione, procedura aperta, uso di varianti, ecc) è certamente molto più alto. Da quanto esposto, anche se non è possibile generalizzre a tutti gli appalti pubblici, si possono trarre alcune conclusioni iniziali.
o Gli appalti di innovazione contribuiscono significativamente alla doppia transizione verde e digitale e allo sforzo fatto dalla pubblica amministrazione per modernizzarsi.
o Qualsiasi tipo di amministrazione (centrale, regionale, locale) puo’ ricorrere al PI ed agli altri strumenti per gli appalti innovativi e per acquistare una grande varietà di prodotti o servizi. I casi valutati vanno dai servizi di salvataggio e di emergenza per i sottomarini acquistati dall’esercito francese, allo sviluppo di una nuova capsula endoscopica per il colon, da una scuola ad impatto zero sul clima nei Paesi Bassi, alla ristrutturazione di uno stadio storico, agli strumenti di AI per un’agenzia che aiuta chi è alla ricerca di lavoro in Finlandia.
o La missione delle amministrazioni coinvolte è anche molto diversa: difesa e protezione civile, mobilità e trasporti, servizi pubblici (ad esempio nel campo dell’immigrazione o dell’istruzione). Il settore sanitario è scarsamente presente rispetto alla gran peso di quest’ultimo sul totale degli appalti pubblici.
o Il valore dei contratti varia notevolmente. Include due grandi contratti ferroviari di oltre 1 miliardo di euro. Alcuni contratti sono dell’ordine di 10.000 euro, ben al di sotto delle soglie dell’UE. Pertanto, il PI può essere utilizzato per qualsiasi tipo di acquisto e non solo per i prodotti ad alto valore aggiunto, anche se non è applicato per beni di produzione di massa.
o L’uso del PI è indubbiamente favorevole alle PMI e alle start-up. E forse, offre loro migliori incentivi rispetto a procedure più tradizionali in quanto le innovazioni sono generate all’inizio del processo di diffusione e si concludono con un impegno di acquisto.
o Gli acquirenti che utilizzano il PI sono aperti a fornitori di altri Stati membri o dall’estero. Nel periodo considerato, il ricorso al PI ha generato più del doppio di acquisti transfrontalieri rispetto al dato osservato per il totale degli appalti pubblici.
Le principali iniziative della Commissione europea nel campo degli appalti per l’innovazione
Indirizzare l’innovazione attraverso la formazione di gruppi di acquirenti. Gli acquisti di innovazione aiutano la trasformazione verde e digitale di città, regioni, ospedali, ecc. come dimostra il progetto della Commissione Europea “Big Buyers for Climate and Environment”[8] che si basa su un’idea semplice: connettere gli acquirenti pubblici tra loro per condividere il know-how e le esperienze acquisite nel tempo sui mercati per creare un volume di acquisti tale da indirizzare il mercato verso soluzioni realmente innovative. Questo approccio collaborativo con l’ecosistema dell’innovazione, e i conseguenti dialoghi con il mercato, consentono di accrescere il potere d’acquisto dei singoli enti pubblici, riunendoli in partenariati strategici che consentono di ottenere costi più bassi, facilitare l’introduzione di innovazioni nel mercato e aiutare la diffusione su larga scala delle soluzioni migliori. Questo, inoltre, permette agli acquirenti di migliorare le proprie capacità individuali nella nella gestione degli acquisti, contribuendo allo stesso tempo, a superare la frammentazione degli appalti pubblici, riducendone fortemente la duplicazioni di richieste che nascono da esigenze simili o uguali.
Un gruppo di lavoro di questo progetto riguarda il raggiungimento di un cantiere a zero emissioni. I lavori di costruzione sono importanti fonti di inquinamento. L’industria delle costruzioni contribuisce al 23% delle emissioni mondiali di CO2 in tutta la catena di acquisto e di queste circa il 5,5% provengono direttamente dalle attività nei cantieri, principalmente attraverso la combustione di combustibili fossili utilizzati per alimentare macchinari e attrezzature. Il progetto Big Buyers ha consentito di mettere insieme alcune città per sviluppare e pilotare approcci innovativi di acquisto sostenibile al fine di ridurre l’impatto ambientale delle attività di costruzione e incoraggiare l’innovazione del mercato. L’utilizzo di criteri di aggiudicazione delle gare d’appalto in modo coordinato e mirato in tutti i progetti di edilizia pubblica sta inviando un forte segnale al mercato, guidando l’innovazione e la trasformazione a basse emissioni di carbonio. La risposta del mercato è stata positiva, e diversi fornitori di macchine si sono fatti avanti producendo macchinari elettrici su misura precedentemente non disponibili.
Nel 2020, i cantieri completamente privi di fossili hanno debuttato a Oslo, seguiti da Copenhagen e Helsinki. Amsterdam e Vienna sono in procinto di identificare siti pilota adatti ad avviare cantieri senza fossili e/o zero emissioni. I macchinari a zero emissioni che usano motori elettrici sono più costosi rispetto a quelli convenzionali, ma il risparmio in termini di carburante, ridotta manutenzione, minori costi di riparazione e, in alcuni casi, la maggiore produttività compensano l’investimento iniziale. Un’altra difficoltà derivante dall’utilizzo di macchinari elettrici è garantire una fornitura costante di energia al fine di poter far funzionare le scavatrici o altri macchinari senza interruzioni.
Modelli simili di innovazione guidata dalla domanda verso obiettivi verdi o digitali si stanno verificando in altre aree, come lo sviluppo di veicoli elettrici per la raccolta dei rifiuti e la pulizia delle strade, e la gestione dei dati per il settore sanitario. I partecipanti a queste attività comprendono città come Lisbona, Riga, Colonia, Bordeaux, servizi pubblici di Madrid e Berlino, il Ministero della Salute di Malta o la centrale di acquisto del settore della sanità in Grecia. Ispirati da questa iniziativa, la Finlandia e i Paesi Bassi hanno creato gruppi nazionali di Big Buyers, mentre il Canada sta prendendo in considerazione l’idea.
La Commissione prevede di estendere questo progetto per includere nuovi gruppi di lavoro. Inoltre, è prevista la creazione di una piattaforma digitale per facilitare la cooperazione, la diffusione della conoscenza e la creazione di sinergie con altri progetti. L’innovazione e la co-creazione vanno di pari passo e devono essere supportate da strumenti adeguati. Pertanto, la piattaforma dovrebbe sostenere questi due obiettivi e aiutare nella costruzione di comunità intorno a temi specifici (ad esempio l’acquisto di AI).
Creazione di conoscenza e competenza: Il 15 maggio 2021 la Commissione ha adottato la nuova versione della Comunicazione “Orientamenti in materia di appalti per l’innovazione”[9]. La Comunicazione è stata arricchita con nuove sezioni sui diritti di proprietà intellettuale, la consultazione preliminare di mercato, la connessione all’ecosistema dell’innovazione, gli aiuti di Stato e le buone pratiche per attirare gli innovatori e l’innovazione (molti casi illustrano l’acquisto di energie rinnovabili, veicoli verdi, qualità o consumo dell’acqua, ecc.). Questo è completato da strumenti pratici per aiutare le stazioni appaltanti. La Comunicazione è stato accompagnata da diversi webinar[10] volti a presentare e discutere aspetti specifici. Un altro progetto riguarda lo sviluppo di clausole contrattuali “standard” per l’acquisto di AI, assicurando il rispetto della trasparenza, integrità e responsabilità. Infine, si sta sviluppando una metodologia che aiuti le stazioni appaltanti a stimare il prezzo delle soluzioni innovative prima che queste stesse siano sviluppate. Questo dovrebbe contribuire a ridurre l’incertezza degli acquirenti su questo punto specifico.
Finanziamenti per sviluppare soluzioni innovative. Nel 2021 nella Commissione contava più di 40 iniziative atte a stimolare appalti di innovazione o appalti pre-commerciali (PCP)[11] con un budget totale stimato pari a circa 100 milioni di euro. Storicamente la maggior parte delle iniziative sono state svolte attraverso PCP; tuttavia, negli ultimi anni, gli appalti di innovazione stanno guadagnando terreno. Le aree delle iniziative riguardano l’energia, la salute, la sicurezza, la mobilità e le tecnologie verdi e IT (ad esempio per sostenere lo sviluppo dell’infrastruttura del servizio blockchain dell’UE[12]), nonché alcune a carattere orizzontale. Molti di questi progetti sono legati allo sviluppo di tecnologie verdi. Un’importante iniziativa è il Premio europeo per gli appalti di innovazione[13] che nella sua prima edizione ha attirato un gran numero di proposte. Nell’ambito del programma Horizon Europe, diversi settori comprendono bandi di gara per iniziative volte a stimolare gli appalti per l’innovazione. Questo è il caso del pilastro 3 (Europa innovativa) condotto dall’European Innovation Council[14] (EIC) che comprende una serie di misure volte a sostenere gli appalti d’innovazione ed a rafforzare le capacità degli attori dell’ ecosistema dell’innovazione. Sono stati anche finanziati progetti finalizzati alla identificazione e disegno del business model del broker d’innovazione che ha il compito di colmare il divario tra gli acquirenti (che esprimono fabbisogni innovativi) e l’ecosistema dell’innovazione.
Il miglioramento del monitoraggio degli appalti per l’innovazione è spinto attraverso l’introduzione degli eForms[15], i nuovi moduli standard che saranno utilizzati dalle stazioni appaltanti per pubblicare gli avvisi di gara su TED. Gli eForms saranno implementati dalle amministrazioni degli Stati membri da ottobre 2023. Attraverso la precompilazione automatica, gli eForms ridurranno l’onere amministrativo per le stazioni appaltanti, aumenteranno la capacità dei governi di prendere decisioni che tengono conto di dati precisi sulla spesa pubblica per acquisti di beni, servizi e lavori, e contribuiranno a rendere gli appalti pubblici più trasparenti. Gli eForms includeranno inoltre un campo opzionale dove gli acquirenti pubblici possono indicare che stanno acquistando beni, lavori o servizi innovativi, verdi o sociali. I nuovi eForms sono la spina dorsale della prossima iniziativa per i dati sugli appalti pubblici e il quadro di governance dei dati sugli appalti pubblici[16].
Il coordinamento interno alla Commissione europea tra tutte le aree tematiche pertinenti è garantito da un gruppo ad hoc. Questo consente di individuare e sfruttare sinergie tra le diverse iniziative e di identificare eventuali lacune ed opportunità di intervento.
Bibliografia
C. Bason, Leading Public Sector Innovation. Co-creating for a better society. Policy Press, 2018.
Commissione Europea, Comunicazione “Orientamenti in materia di appalti per l’innovazione”, C(2021) 4320 final, 18.6.2021.
European Commission, European Innovation Scoreboard 2021.https://ec.europa.eu/docsroom/documents/46013
European Commission, Directorate-General for Internal Market, Industry, Entrepreneurship and SMEs, Study on the measurement of cross-border penetration in the EU public procurement market: final report, Publications Office, 2021. https://op.europa.eu/en/publication-detail/-/publication/c7fcd46a-b84d-11eb-8aca-01aa75ed71a1/language-en
M. Mazzucato, The Entrepreneurial State. Debunking Public vs Private Sector Myth. Penguin Book, 2018
P. Smith, Bad Buying, Penguin Business, 2020.
World Economic Forum, The Global Competitiveness Report SPECIAL EDITION 2020 How Countries are Performing on the Road to Recovery, 2020;https://www3.weforum.org/docs/WEF_TheGlobalCompetitivenessReport2020.pdf
World Economic Forum, Bridging the Gap in European Scale up Funding 2020.pdfhttps://www3.weforum.org/docs/WEF_Bridging_the_Gap_in_European_Scale_up_Funding_2020.pdf
[1] Experto Senior, Commissione europea. Le opinioni espresso in questo articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente la posizione della Commissione europea.
[2] L’Executive Opinion Survey del WEF interroga annualmente più di 14.000 dirigenti d’azienda in più di 140 economie sulla loro percezione della capacità di innovare da parte delle imprese nel loro paese.
[3] Dati estratti dai profili paese inclusi nello European Innovation Scoreboard.
[4] Forse il nome “Parternariato per gli appalti di innovazione” sarebbe stato più chiaro e avrebbe mostrato un migliore collegamento con lo scopo del partenariato.
[5] European Innovation Scoreboard 2021.
[6] L’analisi si basa sugli avvisi di aggiudicazione degli appalti pubblicati su Tenders Electronic Daily (TED), il portale online che pubblica circa 520.000 avvisi di appalti pubblici all’anno, per un valore di oltre 420 miliardi di euro.
[7] Questi dati sono fortemente influenzati da due grandi progetti di mobilità (ferrovie). Tuttavia, se fossero esclusi, i progetti con obiettivi ‘green’ conterebbero per il 13% del valore e per il 25% del numero dei contratti.
[8] https://bigbuyers.eu/
[9] https://ec.europa.eu/docsroom/documents/45975
[10] Le registrazioni sono disponibili https://www.youtube.com/playlist?list=PLmwl0nkG0dPEi_pnJ7Rlos_Z8EBoXaABY
[11] Il PCP è un approccio per acquistare servizi di ricerca e sviluppo prima della commercializzazione e non ricade nell’ambito della legislazione sugli appalti pubblici. La ricerca e sviluppo può coprire attività quali l’esplorazione e la progettazione di soluzioni, prototipi, fino allo sviluppo di un volume limitato di primi prodotti o servizi sotto forma di test.
[12] https://digital-strategy.ec.europa.eu/en/funding/call-tenders-eu-blockchain-pre-commercial-procurement
[13] https://eic.ec.europa.eu/eic-funding-opportunities/eic-prizes/european-innovation-procurement-awards_en
[14] https://eic.ec.europa.eu/index_en
[15] https://ec.europa.eu/growth/single-market/public-procurement/digital-procurement/eforms_en
[16] Questa iniziativa è inserita nella Communicazione della Commisisone Europea “Una strategia europea per i dati” del 19.2.2020. https://ec.europa.eu/info/sites/default/files/communication-european-strategy-data-19feb2020_en.pdf
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