Economia circolare

“Ri-pescato”, il progetto che assegna in beneficenza il pesce confiscato

25 Settembre 2020

Oltre 500 chili di pesce sequestrato, tra cui numerosi ricci e contenitori con polpa di ricci, e sanzioni amministrative per un totale di oltre 9.000 euro. È il bilancio di un’operazione della Guardia Costiera, in collaborazione con i carabinieri delle stazioni Falde e Borgo Nuovo (Palermo), contro la commercializzazione illegale dei prodotti ittici. La notizia è dell’estate appena trascorsa e a darla è stato Il Giornale di Sicilia, ma i controlli in tutto il paese non sono certamente cessati.

Recuperare e lavorare il pesce sequestrato per distribuirlo a enti caritativi è il percorso avviato da Intesa Sanpaolo e Banco Alimentare con il progetto nazionale “RI-PESCATO: dal mercato illegale al mercato solidale”, presentato oggi ai Mercati Agro-Alimentari Sicilia (MAAS).

Presentazione del progetto Ripescato: da sinistra Parma, Jacobs, Sorice, Pappalardo

Intesa, in collaborazione con il Banco Alimentare, già partner della banca in quanto da diversi anni ne sostiene la mission che prevede il recupero e raccolta di alimenti per redistribuirli ad organizzazioni che in Italia offrono aiuti alimentari e persone indigenti, si è resa promotrice e sostenitrice del nuovo progetto per assicurare che il prodotto, altamente deperibile e allo stesso tempo con un elevato valore nutrizionale, sia destinato a chi vive situazioni di difficoltà sociale ed economica.

La Sicilia è la prima regione di sviluppo dell’iniziativa che si svolge grazie al lavoro congiunto di diversi soggetti: le Capitanerie di Porto siciliane, il MAAS – Mercati Agro- Alimentari Sicilia, la Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva, gli enti caritativi convenzionati con la rete del Banco Alimentare. Nei primi 18 mesi di sperimentazione, il progetto ha consentito la distribuzione di circa 83.000 pasti a persone bisognose grazie al recupero di oltre circa 12.000 kg di pescato di frodo.

L’attività si articola in diverse fasi. Il prodotto, dopo la confisca, viene conservato in celle frigorifere idonee, fino alla certificazione di idoneità al consumo umano da parte dell’ASP entro 24 – 48 ore. Successivamente, viene trasferito con appositi furgoni refrigerati presso cooperative locali per essere lavorato, congelato e infine distribuito alle organizzazioni caritative siciliane.

Questo progetto permetterà il contenimento dello spreco alimentare, la tutela della salute, il rispetto dei valori di legalità (potrebbe essere immesso sul mercato illegalmente), la salvaguardia dell’economia del territorio e dell’occupazione. Il modello, peraltro, potrà essere esteso dal territorio siciliano ad altre regioni costiere in Italia nei prossimi mesi, raggiungendo alcuni tra i più importanti obiettivi di sviluppo sostenibile dell’agenda ONU 2030.

«Questa iniziativa originale e innovativa rafforza l’impegno della banca a favore delle persone in stato di bisogno, così come previsto dal Piano d’Impresa», commenta Elena Jacobs, responsabile valorizzazione del sociale e relazioni con le università di Intesa Sanpaolo. «Un progetto complesso, sfidante, che ci ha consentito, attraverso il lavoro sinergico di una pluralità di soggetti locali, pubblici e privati, di raggiungere numerosi obiettivi SDGs dell’agenda 2030 ONU: contrasto alla povertà, riduzione delle disuguaglianze, tutela della salute, salvaguardia ambientale, contenimento dello spreco alimentare e sostegno al lavoro dignitoso e alla crescita economica».

RI-PESCATO, infine, si candida ad essere une delle migliori best practice nell’ambito della prima “Giornata internazionale della consapevolezza sugli sprechi e le perdite alimentari” (International Day of Awareness for Food losses and waste) istituita dalle Nazioni Unite il 29 settembre per sensibilizzare la popolazione mondiale sull’importanza di questa tematica.

«La collaborazione tra Banco Alimentare ed Intesa Sanpaolo ha radici storiche e negli ultimi anni si è ulteriormente sviluppata: è stata la stessa Banca a proporci la possibilità di finanziare progetti innovativi che potessero aprire nuove possibilità di sostegno alimentare per le persone in difficoltà, andando ad incidere anche su inclusione sociale e sui temi di economia circolare. Il sostegno di Intesa Sanpaolo per il Progetto RiPescato ha consentito una “strutturazione” dello stesso e l’impiego di risorse adeguate per la sua gestione», afferma Giuseppe Parma, direttore generale di Fondazione Banco Alimentare. Una collaborazione come questa infatti potenzia la mission di Banco Alimentare e apre a nuove possibilità di progettazione e di sostegno alle persone in difficoltà.

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