Clima

Take your seat: COP24, la voce della società civile che si prende cura del mondo

12 Dicembre 2018

Alla conferenza ONU sul clima, la prima settimana di negoziati è giunta al suo termine con difficoltà e ha lasciato il posto alla consueta domenica di pausa per le delegazioni. Anche all’inizio della seconda settimana sono ormai chiare le difficoltà a raggiungere un accordo su alcuni punti chiave del Paris Rulebook e i tempi si annunciano più lunghi rispetto quanto auspicato dalla presidenza polacca durante la cerimonia di apertura.

La società civile non è d’accordo e ha espresso il suo totale dissenso rispetto la lentezza nell’avanzamento dei negoziati. Numerose sono state infatti le proteste e le azioni organizzate durante la prima settimana, non ultima la “Marcia per il clima”, svoltasi sabato tra le vie della città carbonifera polacca. Durante questa COP, nonostante le difficoltà, la società civile è attiva e vuole farsi sentire. Le Nazioni Unite sostengono questi sforzi e hanno lanciato sui social network Facebook e Messenger la campagna ActNow.bot, per aiutare le persone a scoprire semplici e quotidiane azioni che possono fare la differenza per il clima. Le azioni delle società civile verranno poi presentate durante il Vertice sul Clima il prossimo settembre 2019, iniziativa lanciata dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres.

Ma il vero appello alla società civile arriva direttamente da David Attenborough, divulgatore scientifico e naturalista britannico, che durante questa COP ha promosso l’iniziativa “Take Your Seat”, con cui esorta ciascuno di noi ad accomodarsi, prendere il proprio posto e far sentire la propria voce. In cosa consiste questa campagna? L’idea delle Nazioni Unite è quella di creare una piattaforma digitale attraverso la quale tutti possano trasmettere un video per condividere le proprie idee, preoccupazioni e suggerimenti circa il fenomeno del cambiamento climatico.

È questa un’iniziativa che pone le persone al centro, per dare una voce per il loro futuro e David Attenborough le rappresenta. Rappresenta le voci delle persone di quella che è, come affermato da Kurtyka, la prima vera COP digitale. “The People’s Seat” è dunque un modo per portare le voci della società civile di tutto il mondo, direttamente alla Conferenza delle Parti di Katowice.

“Take your seat” iniziativa che esorta ciascuno di noi ad accomodarsi, prendere il proprio posto e far sentire la propria voce

Attenborough si rivolge alle delegazioni durante la cerimonia di apertura, affermando “Questa è un’opportunità per parlare direttamente con voi, per raggiungervi virtualmente. Nelle scorse settimane le persone hanno parlato e hanno contribuito a costruire un dialogo inviando milioni di video per condividere con voi le proprie opinioni, i propri bisogni.” Il videomessaggio con le voci da tutti il mondo è stato trasmesso durante la cerimonia d’apertura  (https://vimeo.com/304018764).  Da questo è emerso che i due terzi della società civile pensano che il cambiamento climatico sia la più grande sfida da affrontare nel nostro secolo, e il 95% di loro ha vissuto direttamente le conseguenze di questo: uragani, lunghi periodi di siccità e inondazioni.

Se le persone possono, da parte loro, adottare piccoli accorgimenti nelle loro azioni quotidiane, spetta ai leader del mondo sottoscrivere delle misure per “continuare quel processo di civilizzazione e protezione del mondo, dal quale dipendiamo”, ha continuato il naturalista britannico. Numerose sono state anche le testimonianze del cambiamento climatico nei padiglioni presenti presso l’arena Spodek di Katowice. Uno di questi è stato il documentario “O Amanhã É Hoje” (Il domani è oggi), dal padiglione brasiliano, che ha mostrato come in diverse zone del paese la popolazione abbia già vissuto le conseguenze delle azioni dell’uomo sul pianeta, senza nascondere la preoccupazione per le premesse della nuova presidenza di Bolsonaro, a causa della quale il Brasile non ospiterà la prossima COP.

Le persone da tutto il mondo hanno parlato, il loro messaggio è chiaro: non c’è più tempo, vogliono che i decisori politici agiscano ora, perché il futuro del pianeta è nelle loro mani.

Gli hashtag si sprecano, da “Just Transition” a “Changing together”, e la speranza viene ora riposta nella seconda settimana di negoziati a Katowice.

di Anna Rizzo

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