Clima

Le rivoluzioni della mobilità: guidare sta passando di moda

14 Novembre 2017

di Mattia Battagion

Una rivoluzione sta prendendo piede nel campo dei trasporti: le patenti di guida sono in calo, guidare sta diventando obsoleto, mentre il possesso del veicolo è irrilevante. Chirstiana Figueres, ex segretario esecutivo dell’UNFCCC: “I veicoli sono sempre meno prodotto di consumo e sempre più un servizio”. Questo il messaggio comunicato durante l’evento “UNFCCC with Financial Times – the future of mobility” alla COP23 di Bonn. Con il miglioramento tecnologico anche il settore dei trasporti sta vivendo una trasformazione epocale. Tre rivoluzioni stanno infatti prendendo piede nel campo dei trasporti spostando gli equilibri: elettrificazione, car sharing e auto a guida autonoma. È inoltre in atto una transizione culturale di portata storica, corrispondente alla smaterializzazione dei prodotti di consumo: dalla musica all’informazione e ora mobilità e trasporti.

Dal punto di vista urbano sembra che la decisione dei governi delle principali città globali sia di vietare la circolazione di auto a benzina e diesel entro i prossimi 30 anni e di puntare sulle automobili elettriche. Questo trend viene seguito e supportato anche dal mercato azionistico, nel quale le azioni Tesla valgono ormai più di quelle di costruttori tradizionali. Gli ostacoli principali alla diffusione globale delle vetture elettriche sono principalmente due: il costo e l’autonomia. La sfida principale sarà però sul campo dell’efficienza e delle dimensioni, e ci sono già esempi che mostrano chiaramente la direzione intrapresa dalle principali case automobilistiche. Mercedes, Volkswagen, General Motors e Ford stanno procedendo in questi termini ma c’è una compagnia che ha preso parte a questa sfida decisamente ad un altro livello: è la cinese BYD. BYD non solo sta producendo 5 milioni di veicoli la cui immissione nelle strade cinesi avverrà entro i prossimi due anni, assieme a un sistema di infrastrutture e servizi di ricarica mai visto in nessun altro paese del mondo, ma lo sta facendo mantenendo il prezzo al di sotto degli 8 mila dollari a unità.

In città come Londra, grazie ad un sistema di trasporti capillare, organizzato ed efficiente, possedere un mezzo personale alimentato da combustibili fossili potrebbe arrivare a risultare completamente inutile e dispendioso, oltre che dannoso. Mentre ci sono regioni estese del mondo (specie nei paesi in via di sviluppo) dove i trasporti pubblici, obsoleti e inquinanti fino a diventare inutilizzabili, rappresentano un vero e proprio ostacolo all’accesso alle opportunità urbane; ma anche in questo caso l’auto non rappresenta un’alternativa a causa del traffico, penalizzando coloro che vivono fuori dal centro. Una delle possibili soluzioni a lungo termine consiste nel ripensare la mobilità come sistema. Inoltre le proiezioni ci mostrano come sempre meno persone e beni si sposteranno fisicamente tra posti molto lontani, percorrendo rotte lunghe e inefficienti. Questa evidenza nasce da un processo di dematerializzazione (basti pensare alla musica, ai libri, alle riviste consultabili online) che si riflette anche sull’acquisto delle auto che sarà in calo a causa della sharing economy, mentre un’altra tendenza riguarda i beni di consumo (soprattutto alimentari) sempre più a Km zero. Dal punto di vista della mobilità umana inoltre, sempre più compagnie svolgono le proprie riunioni e le proprie interviste tramite piattaforme digitali, permettendo quindi ai loro dipendenti di lavorare in più città contemporaneamente senza però doversi spostare. Gli impatti sociali tuttavia non saranno lievi. Dal settore estrattivo a quello dei trasporti ci sarà un’enorme quantità di lavori che diventerà obsoleta, con conseguente perdita di impiego da parte di milioni di persone e una necessità di ricollocamento senza precedenti. La speranza, senza dubbio molto ottimista, è riposta nella visione dell’automazione come una delega all’intelligenza artificiale di tutti i lavori ripetitivi, lasciando gli esseri umani ad una totale riformulazione del concetto di lavoro e in maniera più ampia, del concetto di tempo.

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