Clima
ONU: la tecnologia verde, lo è davvero?
Marcos Orellana, Relatore Speciale delle Nazioni Unite su sostanze tossiche e diritti umani, durante la 54a sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, ha esortato gli Stati ad accelerare le strategie di decarbonizzazione e bonifica da sostanze tossiche e fare in modo che detti processi siano integrati e guidati dal rispetto per i diritti umani.
Il cambiamento climatico rappresenta una minaccia reale per l’umanità e un pericolo costante per il godimento dei diritti umani. La lotta all’emergenza climatica richiede un’azione decisa per decarbonizzare le attività economiche nazionali e ridurre drasticamente le emissioni di gas serra. Riconoscendo i rischi che comportano tali azioni nei confronti delle problematiche legate al cambio climatico, l’Accordo di Parigi riafferma gli obblighi degli Stati a rispettare, promuovere e prendere in considerazione tali rischi nei confronti del rispetto per i diritti umani.
Per raggiungere l’obiettivo necessario della decarbonizzazione, Stati e aziende si stanno mobilitando per creare nuove tecnologie innovative per ridurre le emissioni di gas serra e rimuovere il carbonio dall’atmosfera. Tuttavia, alcune delle proposte tecnologiche emergenti per la mitigazione dei cambiamenti climatici, così come le loro applicazioni, potrebbero essere controproducenti ed aggravare ancor più l’inquinamento. Questo fatto è particolarmente grave alla luce delle violazioni dei diritti umani che si verificano come conseguenza dei livelli intollerabili di inquinamento registrati in tutto il mondo. L’umanità non può più accettare un aumento del carico tossico del pianeta.
La rapida estrazione di materiali come litio, cobalto e terre rare per decarbonizzare la matrice energetica, in particolare per la produzione di energia solare ed eolica e le tecnologie di stoccaggio dell’energia, può portare a carenza idrica e generare rifiuti minerari tossici. Questi effetti sono esacerbati quando i governi non riescono a far rispettare dalle società produttrici le salvaguardie ambientali e sociali.
La transizione verso l’elettrificazione del settore dei trasporti viene effettuata senza un’adeguata analisi del ciclo di vita dei materiali e dei componenti utilizzati e spesso non tiene conto degli effetti negativi dell’estrazione, dell’uso e della generazione di sostanze pericolose, ad esempio, i meccanismi che consentono una sana gestione ambientale delle batterie agli ioni di litio usate per i veicoli elettrici non sono ancora stati progettati o stabiliti su larga scala.
Alcune campagne di disinformazione minimizzano gli effetti negativi di alcune tecnologie di mitigazione dei cambiamenti climatici, sui diritti umani e sul clima. Proposte di soluzioni climatiche false o fuorvianti provengono non solo dall’industria chimica e dei combustibili fossili, ma anche, tra gli altri, dall’industria mineraria, nucleare, della plastica e dei rifiuti. L’emergenza climatica non giustifica alcun tipo di azione che esponga le persone e l’ambiente a un carico tossico in violazione dei diritti umani. Le strategie di decarbonizzazione e bonifica da sostanze tossiche devono essere integrate e basate sulla difesa dei principi dei diritti umani.
“Sono urgentemente necessari tagli profondi alle emissioni di gas serra per affrontare la crisi climatica globale. La decarbonizzazione della matrice energetica e dei settori inquinanti dell’economia è essenziale per raggiungere gli obiettivi fissati nell’Accordo di Parigi. Tuttavia, alcune tecnologie climatiche proposte negli ultimi anni potrebbero aumentare il carico tossico sulle persone e sul pianeta”, ha affermato Marcos Orellana, relatore speciale delle Nazioni Unite sulle sostanze tossiche e sui diritti umani.
Nel suo rapporto alla 54a sessione del Consiglio per i diritti umani, Orellana ha affermato che l’estrazione dei cosiddetti minerali e metalli di transizione può esacerbare gli impatti tossici dell’attività mineraria. Ha inoltre osservato che i pannelli solari e le turbine eoliche utilizzate per generare elettricità e le batterie agli ioni di litio per immagazzinarla possono rappresentare sfide significative per la gestione dei rifiuti. “Definire erroneamente la produzione di energia nucleare come ‘verde’ minimizza le gravi sfide dell’estrazione dell’uranio , gli alti rischi nella gestione di impianti nucleari e dello smaltimento dei rifiuti radioattivi”, ha affermato.
L’esperto ha messo in guardia contro le campagne di disinformazione che promuovono narrazioni fuorvianti e false sulle presunte soluzioni climatiche. “Le sostanze chimiche pericolose, come il perfluoroalchile e il polifluoroalchile, vengono promosse come parte integrante della transizione energetica, ignorando la loro persistenza nell’ambiente e i loro effetti tossici”, ha affermato.
“Gli sforzi di decarbonizzazione guidati dal rispetto per i diritti umani devono applicarsi a tutti i settori, compreso quello marittimo”, ha affermato il Relatore Speciale presentando le raccomandazioni formulate all’Organizzazione Marittima Internazionale. Egli ha osservato che il trasporto marittimo rappresenta circa il 90% del commercio internazionale in termini di volume. “La stragrande maggioranza di questa attività utilizza olio combustibile pesante, rendendola una delle principali fonti di emissioni di gas serra e di inquinanti atmosferici pericolosi”, ha affermato.
Orellana ha sottolineato che gli impatti negativi causati da alcuni sforzi di decarbonizzazione gravano pesantemente sui gruppi vulnerabili. “Questa situazione mina i progressi verso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile per porre fine alla povertà e alla fame, garantire una vita sana, acqua pulita, lavoro dignitoso, consumo delle risorse sostenibile e proteggere e preservare la terra e l’acqua”, ha affermato.
“La tutela dell’ambiente e dei diritti umani deve essere rafforzata e applicata, non smantellata in nome della transizione energetica. Gli standard del rispetto dei diritti umani lungo la catena di fornitura delle tecnologie di mitigazione del cambiamento climatico dovrebbero essere obbligatori”, ha affermato l’esperto.
Il Relatore speciale ha esortato gli Stati non solo a valutare il potenziale di riduzione dei gas serra derivante dall’azione per il clima, ma anche a condurre una valutazione dell’intero ciclo di vita, compreso l’impatto nell’estrazione dei materiali, l’inquinamento rilasciato durante la produzione, l’esposizione alle sostanze chimiche durante l’uso e la gestione finale dei rifiuti nella catena di produzione.
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