Clima
Le tecnologie dell’informazione per contrastare il cambiamento climatico
di Martina Cicaloni
Quello a cui le società moderne assistono oggi è un cambiamento radicale di alcune dinamiche sociali, politiche ed economiche legate all’avanzamento delle tecnologie, soprattutto digitali. Secondo il TechTarget 2017, il termine “Information and Communication Technologies” (ICT) comprende quell’insieme di apparecchi o strumenti che permettono il trasferimento di un’informazione: radio, televisione, telefoni cellulari, computer, dispositivi e servizi di rete, sistemi satellitari, software e applicazioni, sensori digitali e stampanti 3D. Nello specifico, si rilevano numerosi casi che testimoniano come queste ICT abbiano apportato notevoli benefici alle comunità locali delle zone in cui sono state utilizzate, soprattutto nei settori agricolo, finanziario, sanitario, educativo e democratico, sia nei paesi in via di sviluppo che in quelli industrializzati.
Tra le più note in Italia, troviamo l’impresa “Senza Fili Senza Confini” realizzata dai cittadini di Verrua Savoia (Piemonte) per garantire l’accesso a internet laddove i normali ripetitori non arrivano. Questa ha contribuito a superare l’isolamento dei giovani e la loro emigrazione e a favorire la comunicazione con le infrastrutture amministrative ed economiche. Un altro caso emblematico è Radio Markè creata dai ricercatori della VU University of Amsterdam, esperti della World Wide Web Foundation e membri dell’associazione Sahel Eco, per i contadini maliani che vivono in zone vulnerabili della regione di Tominian. Tramite la radio infatti riescono a comunicare settimanalmente ai propri clienti la disponibilità dei prodotti agricoli, favorendo l’economia del Paese. La necessità di una comunicazione orale risponde alle esigenze della comunità locale che è prevalentemente analfabeta.
Inoltre, le ICT hanno un ruolo fondamentale anche nel settore umanitario per quelle zone colpite da calamità naturali o epidemie. Tramite i social network, i professionisti di diversi ambiti possono aiutare le comunità affette da incendi, inondazioni, epidemie, valanghe o altri disastri. Attraverso piattaforme come Twitter e Facebook, possono infatti conoscere in tempo reale la situazione nelle zone colpite e rispondere in modo efficace ed immediato alle necessità delle persone coinvolte.
Parallelamente nel settore agricolo, l’implementazione delle ICT permette di monitorare il numero di capi di bestiame posseduti dagli allevatori favorendo così un censimento di quanti animali sono presenti sul suolo nazionale, come dimostrato dal progetto DARAL Technologies in Senegal. Per di più, in questo caso, le ICT hanno permesso anche lo scambio di tecniche di allevamento, coltura e la condivisione di rimedi per contrastare le infezioni batteriche e virali. Hanno inoltre permesso di misurare le emissioni di gas serra derivanti da tali attività, che contribuiscono in maniera sostanziale alle emissioni globali.
Infine, le ICT inserite nella tutela dei sistemi agricoli apportano benefici di natura sociale tramite il coinvolgimento di gruppi vulnerabili come giovani, donne, migranti e analfabeti. Ad esempio, nel 2014 in Senegal, una start up gestita da un gruppo di ragazze ha realizzato il progetto “Sooretul”, il cui obiettivo era quello di creare uno spazio online per le donne impiegate nella trasformazione di frutta e cereali di produzione locale, facendosi spazio in un mercato costituito prevalentemente da aziende occidentali. La star-up nasce dall’incontro tra la co-fondatrice, Awa Caba, e un gruppo di appassionate di tecnologia e sviluppo con cui ha formato anche una associazione per sostenere progetti nel settore agricolo coinvolgendo le donne di tutto il paese.
In conclusione, le ICT si configurano come uno dei tanti moderni strumenti finalizzati alla tutela e conservazione dei sistemi naturali, nonché al supporto delle esigenze dei diversi portatori di interesse che vivono in queste aree.
Devi fare login per commentare
Login