Clima
Intesa, Banca Ifis e UniCredit aderiscono alla Net-Zero Banking Alliance
Intesa Sanpaolo, Banca Ifis e UniCredit aderiscono alla Net-Zero Banking Alliance (NZBA), un’iniziativa finanziaria promossa dalle Nazioni Unite che ha l’obiettivo di accelerare la transizione sostenibile del settore bancario internazionale.
La Net-Zero Banking Alliance, alla quale finora hanno aderito 75 istituti internazionali da 35 Paesi con 54.000 miliardi di dollari di attivi, prevede che le banche partecipanti si impegnino ad allineare i propri portafogli di prestiti e investimenti al raggiungimento dell’obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050, in linea con i target fissati dall’Accordo di Parigi sul clima. NZBA è parte della United Nations Environment Programme Finance Initiative e della Glasgow Financial Alliance for Net Zero, presieduta da Mark Carney, delegato speciale delle Nazioni Unite su Climate Action and Finance in previsione di COP 26 (che avrà luogo a Glasgow dal 31 ottobre al 12 novembre).
Intesa Sanpaolo ha pubblicato il suo primo TCFD Report a livello di gruppo per il 2020-2021, redatto secondo le raccomandazioni della Task Force on Climate related Financial Disclosures. La banca gode già di un ottimo posizionamento nei principali indici internazionali, a conferma del nostro impegno a favore della sostenibilità.
« Con questo ulteriore passo – spiega Carlo Messina, consigliere delegato di Intesa Sanpaolo – formalizziamo nuovi e importanti obiettivi verso la transizione ambientale, esprimendo la partecipazione, nostra e dei nostri clienti, alla spinta collettiva contro il cambiamento climatico». Secondo il consigliere delegato quella indicata nel PNRR è una “rivoluzione verde” e rappresenta anche una grande opportunità di crescita del paese per adottare nuove soluzioni tecnologiche, puntare sullo sviluppo intellettuale e aumentare gli investimenti. «L’adesione alla Banking Alliance delle Nazioni Unite per la riduzione a zero emissioni nette entro il 2050 più che rappresentare un punto di arrivo è un passaggio significativo del percorso che impegna tutta la banca verso il contrasto al cambiamento climatico», ha aggiunto.
Nell’ambito di questa iniziativa, Banca Ifis, invece, si impegna a definire, entro 18 mesi dalla sottoscrizione, gli obiettivi di riduzione delle emissioni e rendicontarli annualmente; definire obiettivi intermedi entro il 2030; dare priorità alle aree di impatto più significative, vale a dire i settori ad alta intensità di emissioni; divulgare i progressi nell’ambito di una strategia di transizione approvata dal Consiglio di Amministrazione e pubblicare annualmente il valore delle emissioni.
Frederik Geertman, amministratore delegato di Banca Ifis, ha spiegato che «si tratta di un impegno importante, che avviene in piena continuità con le azioni già intraprese dal nostro Istituto sul fronte ambientale. La decisione di aderire fra i primi conferma il ruolo della Banca di acceleratore della transizione sostenibile delle piccole medie imprese che costituiscono il tessuto economico e produttivo del nostro Paese».
«L’adesione alla Net-Zero Banking Alliance si inserisce nella strategia ESG di lungo periodo che la Banca sta implementando nella convinzione che la sostenibilità, in tutte le sue dimensioni, e lo sviluppo del business debbano essere pienamente integrati e complementari – ha aggiunto Ernesto Fürstenberg Fassio, vicepresidente di Banca Ifis. Questa iniziativa rappresenta una ulteriore conferma del nostro impegno concreto nel costruire un’economia più sostenibile e inclusiva».
Anche Andrea Orcel, amministratore delegato di UniCredit, ha spiegato che la banca esiste per supportare i clienti in tutte le sfide che devono affrontare incluse le aziende che devono adattarsi a un mondo in evoluzione. «Significherà lavorare con imprese che potrebbero essere solo all’inizio della loro transizione verso un business sostenibile. Lo faremo se – e solo se – crederemo che questo percorso sia realistico e, in ultima analisi, vantaggioso per tutti gli attori interessati, compreso l’ambiente».
Unicredit ha già assunto obblighi sul clima, fra cui fissare obiettivi provvisori non oltre il 2030 o prima per i settori chiave; concentrarsi sugli ambiti che hanno sul clima un impatto più significativo, ad esempio quelli con maggiori emissioni di gas a effetto serra; pubblicare annualmente il livello delle emissioni e la loro intensità; tenere conto di scenari basati sulle migliori conoscenze scientifiche disponibili; fissare il primo obiettivo entro 18 mesi dalla sottoscrizione dell’impegno e fornire aggiornamenti su base annuale. Infine divulgare i progressi compiuti rispetto a una strategia di transizione rivista dal consiglio di amministrazione.
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