Clima
“In Regione Lombardia occorre più trasparenza”
C’è un consigliere regionale, medico, che lavora al Policlinico di Milano e che ha lavorato nelle aree di guerra più sofferenti a livello internazionale, il quale afferma: “In due anni di consiliatura non sono riuscito ad avere in mano un bilancio sanitario, non sono riuscito a trovarlo”.
Ora: che ci sia un membro politico di uno dei più importanti organi della nazione che fa una dichiarazione del genere, alla luce del fatto che la Lombardia rappresenta oggettivamente una delle assemblee politiche più rilevanti del Paese, soprattutto per l’ingente quantità di danaro che amministra e per il numero di cittadini che l’abitano, costituisce una di quelle affermazioni da far accapponare la pelle, da far perdere il fiato, da lasciare senza parole.
Eppure è proprio quello che Michele Usuelli, Più Europa – Radicali Italiani, mi dice a margine del Consiglio Regionale odierno. In sostanza è la ragione per cui lo stesso organo, la Regione, ha costituito la GSA, cioè la Gestione Sanitaria Accentrata che dovrebbe occuparsi di monitorare la spesa sanitaria, e verificarne la congruità.
E tuttavia proprio il fatto che gran parte delle unità sanitarie chiudano tutte straordinariamente in pareggio, fa dubitare il consigliere il quale, forse anche per essere uno di quelli che la sanità la conosce bene lavorandoci da sempre ad altissimi livelli professionali, a questa efficienza contabile crede poco, forse anche alla luce dell’opacità dei numeri.
“Situazioni come queste possono dare adito a malversazioni”, mi dice. Nello stesso giorno in cui in aula chiede conto anche dei fondi Europei messi a disposizione della Lombardia per combattere l’inquinamento e in particolare le concentrazioni di CO2, a fronte del quale l’unica cosa che si capisce chiaramente dalle risposte dell’Assessore all’Ambiente è che su 2000 milioni di Euro disponibili allo stato solo 100 sono già pronti ad essere spesi, viene il dubbio che nella macchina burocratica ci sia più di una falla. Se non sappiamo trattenere e spendere i soldi che ci danno, viene da dubitare di essere in grado di gestire quelli che non sempre ci sono. E quando ci sono, paghiamo qualcuno- due volte – per controllare come li spende. Curioso, no?
Ecco l’intervista
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