Clima

Finiremo tutti come nella metafora della rana bollita? #Day3

13 Marzo 2019

Un professore, una di quelle persone che ti restano care e di cui scordi difficilmente tante delle cose dette, una volta citò il principio della rana bollita per descrivere la situazione di stallo in cui versava il porto della mia città. Questo stesso principio è stato utilizzato anche da Noam Chomsky per dare un’idea chiara della situazione della società contemporanea e di tutte quelle situazioni in cui i popoli e la gente accettano degrado e vessazioni. In questi giorni a me questo principio è tornato a mente con specifico riferimento alla crisi climatica che il nostro pianeta sta sperimentando. E devo ammettere di pensarci tutte le volte che leggo gli appelli alla mobilitazione globale lanciati da Greta Thunberg per venerdì prossimo.

La metafora della rana bollita suona così: “Immaginate un pentolone pieno d’acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana. Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano. Presto diventa tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare. La temperatura sale. Adesso l’acqua è calda. Un po’ più di quanto la rana non apprezzi. Si stanca un po’, tuttavia non si spaventa. L’acqua adesso è davvero troppo calda. La rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire. Allora sopporta e non fa nulla. Intanto la temperatura sale ancora, fino almomento in cui la rana finisce – semplicemente – morta bollita. Se la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua a 50° avrebbe dato un forte colpo di zampa, sarebbe balzata subito fuori dal pentolone”.

Io credo che la situazioni sia esattamente questa: grado, grado, ci avviciniamo a un punto critico, una situazione di non ritorno raggiunta la quale sarà davvero troppo tardi per fare qualcosa. Di avvertimenti, d’altronde, ne abbiamo in continuazione. Intanto le adesioni allo sciopero di venerdì 15 marzo continuano a crescere. Tra esse è da segnalare anche quella del gruppo Scientist for Future, nel testo da loro pubblicato online si dice che le preoccupazioni dei giovani manifestanti sono giustificate, tutti i parametri anilizzabili in termini di condizioni climatiche, di biodiversità, delle foreste, dei mari e del suolo sono sostanzialmente fuori controllo e occorre agire immediatamente. Solo un’azione coordinata e immediata può salvarci dell’irreparabile.

Ieri anche il nostro Capo dello Stato si è pronunciato in merito, affermando che siamo sull’orlo di una crisi climatica globale per scongiurare la quale occorrono misure concordate, gli sforzi compiuti fino ad ora sono stati significativi ma ancora insufficienti”. “Il rischio è di ritrovarsi a piangere altre vittime, come drammatica conseguenza di responsabilità umane”. Il Presidente Mattarella in precedenza si era già espresso su questi temi, ecco una collezione dei passaggi più significativi. “La noncuranza dell’ambiente è ingiustificata e limitarsi a evocare la straordinarietà di fatti che si affacciano prepotentemente, per giustificare noncuranza verso una visione e progetti di più lungo periodo, è un incauto esercizio da sprovveduti”. “Mai come in occasione della tempesta Vaia è innegabile che i mutamenti climatici in atto nel mondo comportano effetti pesanti anche sull’ambiente del nostro Paese e sulle condizioni di vita della popolazione”. “Sentire parlare della desertificazione di ampie fasce delle terre africane o dei violenti tifoni nei Caraibi, sulla costa occidentale degli Stati Uniti o in Asia, appariva qualcosa di remoto, che non ci riguardava”. Invece ci riguarda, e tutti ci riguarda.

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