Chi glielo dice a chi è giovane adesso

Clima

Chi glielo dice a chi è giovane adesso?

Nonostante l’ondata di annunci di disimpegno di alcune global firms, non c’è alternativa a policy pubbliche e strategie aziendali orientate allo sviluppo sostenibile. Chi lo dice? La Costituzione dell’Italia e un gruppo di istituzioni e persone illuminate.

2 Febbraio 2025

Chi glielo dice a chi è giovane adesso, che alle politiche e alle strategie orientate alla sostenibilità ambientale e sociale non c’è alternativa? Glielo dicono alcuni studi, la Costituzione italiana e un gruppo di istituzioni e persone illuminate.

Appena dopo l’esito delle elezioni USA di novembre 2024 e poi in modo più incisivo con l’inizio del secondo mandato del vincitore di quella tornata elettorale è iniziata una serie di annunci di disimpegno sul fronte delle azioni finalizzate agli obiettivi dello sviluppo sostenibile:

  • il più grande gestore patrimoniale del mondo ha dichiarato di voler lasciare la Net Zero Asset Managers Initiative, l’organizzazione internazionale, nata sulla scia della Cop 26 di Glasgow, che riunisce i principali protagonisti nel mercato dell’asset management attivi nel contenimento della crisi climatica;
  • alcune tra le principali banche statunitensi hanno fatto lo stesso, pur avendo (a dire il vero) poi confermato di voler mantenere l’impegno verso la neutralità carbonica nelle loro strategie e politiche aziendali;http://• https://www.corriere.it/economia/finanza/25_gennaio_10/effetto-trump-anche-blackrock-torna-indietro-lascia-l-alleanza-per-il-clima-dopo-le-banche-usa-b093065b-5e38-4e78-89a3-b30181c0axlk.shtml?refresh_c
  • alcuni global brand in vari settori hanno dichiarato di voler contenere o ridurre gli investimenti per le politiche DEI (Diversity, Equity, Inclusion).

Viene il dubbio che tutto l’impegno e il dibattito degli ultimi anni su questi temi sia stato solo un grande abbaglio, una sbandata collettiva che non poteva non finire in un nulla di fatto.

In realtà, sul fronte del cambiamento climatico l’urgenza rimane immutata.

Lo si evince dall’Emissions Gap Report 2024, pubblicato a ottobre 2024: senza un crescente impegno da parte di tutti i Paesi, l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di limitare il riscaldamento a 1,5°C sarà irraggiungibile, con tutte le prevedibili conseguenze a livello globale.

Anche sul fronte DEI, il dubbio si dissolve rapidamente.

Lo scorso 28 gennaio, EY ha rilasciato il report DE&I interventions that deliver. What works across multiple characteristics, da cui si evince che tali politiche hanno un impatto positivo su produttività e innovazione e, in un contesto macroeconomico imprevedibile, aumentano la competitività.

E in Italia, si muove qualche cosa? Sì certi, fin dalle modifiche al testo che definisce le regole della convivenza civile.

Sono passati tre anni dalla legge costituzionale 11 febbraio 2022, n. 1, recante “Modifiche agli articoli 9 e 41 della Costituzione in materia di tutela dell’ambiente”, pubblicata nella Gazzetta ufficiale n. 44 del 22 febbraio 2022.

Quei due articoli sono stati così novellati (i cambiamenti sono in corsivo):

  • art. 9 | La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.
  • art. 41 | L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali.

Il prossimo 21 febbraio, a Roma, ci pensa ASviS a celebrare il terzo anniversario dell’inserimento in Costituzione del principio di giustizia tra generazioni posto alla base del concetto di sviluppo sostenibile con un incontro dal titolo autoesplicativo: “La Costituzione è cambiata: come cambiare l’Italia?”.

E il mondo delle imprese? Come si sta muovendo? Cosa sta facendo?

Sempre a Roma, il 20 febbraio ci sarà Un’ondata di innovazione, un incontro che discuterà cosa sta facendo in tema di azioni per lo sviluppo sostenibile l’avanguardia di imprese italiane che si sono trasformate in Società Benefit, il nuovo modello imprenditoriale che integra gli obiettivi di profitto con il perseguimento di benefici comuni per la società e l’ambiente. Per la cronaca, siamo il primo Paese sovrano al mondo ad avere una legislazione ad hoc che disciplina questa forma di società.

Nel 2024, Nativa, Università di Padova, il Research Department di Intesa Sanpaolo, Infocamere, CCIAA Brindisi-Taranto e Assobenefit hanno unito le forze per studiare la postura delle imprese italiane in termini di sostenibilità, partendo appunto da quelle che hanno incorporato la filosofia dell’Agenda 2030 nello statuto sociale.

Questa ricerca dimostra che le Società Benefit:

  • hanno migliorato le performance in termini di crescita e produttività in modo più significativo rispetto alle imprese;
  • hanno pagato il lavoro in modo più elevato rispetto alle altre;
  • hanno preso impegni concreti sia nei confronti delle comunità locali e del personale interno, sia verso l’adozione di nuovi modelli di business e nuove pratiche manageriali per un migliore uso delle risorse e per un minore impatto ambientale.
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