Beni comuni
Una nuova porta d’entrata a Milano, simbolo di Via Padova quartiere mondo
La vulgata vuole che Via Padova dentro e fuori Milano sia narrata per lo più come “luogo comune” di sacche di conflitti, marginalità e degrado. Teatro nel corso del novecento e nei primi anni del nuovo secolo di ondate migratorie dall’Italia e dal mondo e oggi quartiere multietnico della metropoli.
Intorno a questa parte della città, a ridosso di piazzale Loreto, negli ultimi anni si è inoltre regitrato l’afflusso di una comunità di giovani creativi nella cosidetta area NoLo (North of Loreto); un cambiamento che lambisce la gentrification.
Noi che crediamo nel mix sociale stiamo coltivando l’idea di un progetto che ha come focus la qualità di uno spazio pubblico locale. Un’idea nata dall’ascolto dei cittadini che identificano il sottopasso ferroviario della Via come sporco, abbandonato, insicuro tanto da apostrofarlo come “tunnel degli orrori”.
Dal 2016 un gruppo di cooperative, realtà associative e competenze locali si è messo a pensare cosa e come si potesse agire per cambiare questo luogo per trasformarlo in un ambito quotidiano piacevole, attrattivo ed eccellente. Siamo convinti davvero che siano, come sostiene Richard Sennett, “i processi immaginativi quelli che ci mettono in grado di migliorare la nostra capacità di fare le cose”.
Questa è una piccola storia milanese; modalità di “cambiamento dal basso” di un manufatto pubblico. Un cambiamento che per essere realizzato necessita di essere “accompagnato dall’alto” per incrociare efficacemente i necessari elementi di cantierabilità, coinvolgimento e fund raising.
Agendo su questo progetto lo sguardo si è poco alla volta allargato da sotto il tunnel alle sue aree circostanti per trasformarlo in uno spazio di bellezza; una galleria d’arte a cielo aperto fruibile a tutti, una porta d’entrata alla città, simbolo del quartiere e luogo di socialità.
Un manufatto originale ed unico per il quartiere e Milano, uno “spazio pubblico abitabile” costruito con i cittadini e per i cittadini anche attraverso l’implementazione di azioni di urbanistica tattica su marciapiedi, arredo urbano, spazi irrisolti circostanti come avvenuto ed in corso d’opera in altre esperienze internazionali, continentali e milanesi.
Trasformare uno spazio come quello significa coltivare e promuovere la collaborazione fattiva tra organizzazioni, competenze e talenti del sociale, dell’arte e delle professioni creative che si incrociano e sincronizzano con quelle istituzionali. Mettere insieme questi pezzi significa anche costruire connessioni e sinergie con le realtà del mondo profit (imprese, organizzazioni di categoria, realtà commerciali), istituzionali e filantropiche.
Per realizzare questo intervento il percorso non può che essere a tappe. Siamo infatti partiti circa tre anni fa dalla raccolta dell’idea maturata nel corso di diverse occasioni di ascolto svolte nell’ambito di due progetti comunali (Laboratorio di Via Padova e Via Padova Coesione sociale 3.0). Siamo passati poi al raccordo con competenze locali nei settori artistici e dell’urban design. Abbiamo proseguito con l’opera di contatto e soluzione (parziale) dei problemi connessi alle autorizzazioni necessarie alla realizzazione dell’opera bussando una ad una alle porte dei diversi attori coinvolti Pensiamo di proseguire e coronare l’idea con la realizzazione di workshop, condotti dagli artisti e dal loro curatore coinvolgendo un gruppo di giovani della Via a cui trasmettere la passione per la street art raccontando le fasi che riguardano la messa in atto di un intervento come questo; ideazione, iter amministrativo, materiali necessari, bozzetti, implementazione delle opere pittoriche, connessione tra intervento ed elementi di arredo urbano preesistenti. Sarà quindi necessario proseguire con momenti animativi, azioni di comunicazione, micro eventi in loco destinati a mostrare il work in progress dell’intervento fino alla sua inaugurazione e fruizione pubblica.
Questo progetto costituisce una vera e propria sfida per la cui realizzazione è indispensabile una straordinaria mobilitazione di risorse pubbliche e private. Una scommessa per questa parte di città che cambiare è possibile raccogliendo la sfida di trasformare un “non luogo”, in un luogo che viva di una concentrazione di bellezza, incontri per le persone del quartiere mondo.
L’idea progettuale “Oltre il tunnel degli orrori” è promossa da:
B-CAM Cooperativa Sociale
Comin Cooperativa Sociale di Solidarietà
T12 Lab
ComunicareArte Atelier Spazio Xpò
Devi fare login per commentare
Accedi