Beni comuni
Lettera a Salvini e Di Maio: per una candidatura di Bramini
Gentili Ministri Salvini e Di Maio,
per il caso Bramini a questo punto si pone una questione politica che va affrontata nel giusto modo, senza demagogia che irrora oramai l’attività propagandistica quotidianamente sui social: Facebook si è sostituito al Parlamento e Twitter al question time delle Camere istituzionali.
Grazie alla vostra intercessione ed alla solidarietà manifestata il 18 maggio 2018, quando Bramini ha subito comunque lo sfratto, si è solo ottenuta una riforma ininfluente dell’art. 560 cpc: null’altro, un pannicello caldo.
1-Oggi comunque gli sloggi proseguono, i Magistrati per rendere spedite le attività esecutive rendono gli ordini di liberazione degli immobili nei tribunali con provvedimenti già predisposti e prestampati.
2-L’udienza che stabilisce le modalità della vendita forzata e nella quale il debitore dovrebbe far sentire la sua voce e rivendicazione dei suoi diritti, viene utilizzata come la “strategia principe” per pianificare la sua distruzione. Si nomina il custode, il consulente tecnico e si stabiliscono le date degli incanti.
3- Il debitore non può far nulla: seppure volesse proporre un’opposizione, chi la decide è lo stesso giudice che sta curando il processo esecutivo. Sicuramente sarà respinta, come avviene, perché il Magistrato deve in primo luogo difendere l’interesse del creditore, il debitore non conta. Il Giudice ha l’obiettivo precipuo di concludere al più presto l’attività esecutiva, vendere con celerità l’immobile per soddisfare anzitutto il “drappello dei professionisti”,notai, avvocati, commercialisti,avvoltoi che volano basso per mangiare i resti del cadavere putrefatto del debitore maciullato.
4- I custodi corrono,vanno di fretta e si affidano al fabbro ed alla forza pubblica per scaraventare fuori dalle loro case i debitori, anche se si tratta di bambini e di malati terminali, lo abbiamo amaramente vissuto con nonno Mariano.
5- L’obiettivo degli aguzzini custodi è quello di fare presto,perché, se vendono subito l’immobile pignorato,possono immediatamente conseguire il loro emolumento: vengono pagati prima di tutti, in prededuzione, peggio dei gendarmi dei campi di concentramento, almeno quelli facevano sentire musica classica, prima di scaraventare gli ebrei nei forni crematori.
6-Questo scenario non è affatto cambiato e dunque vuol dire che Bramini non ha ottenuto nulla, nonostante che Di Maio lo abbia scelto come suo consulente e Sergio si sia battuto come un leone. Per ora il risultato che si è conseguito è oggettivamente insufficiente ed irrisorio.
Su Facebook si grida alla vittoria,ma di che cosa non si comprende.
7-Vi è una mistificazione dell’informazione e dei fatti accaduti: ad oggi Bramini delle sue legittime rivendicazioni, contenute anche nel libro “Caso Bramini un’ingiustizia di Stato”- Rubbettino editore- non porta nulla a casa neanche per sé, visto il risultato di quanto statuito con la nuova formulazione dell’art.560 cpc: la montagna ha partorito il topolino. E’ dovuto ricorrere alla procedura di sovraindebidamento per impedire che la sua casa venisse venduta all’asta, grazie alla preziosa opera dello studio legale Monica Pagano e dell’organismo della crisi, ricoperto all’uopo dal dott. Marco Passantino.
8- Forse non tutti sanno che Bramini rischia i suoi uffici,perché per il prossimo 14 gennaio dovrà liberarli.E’ ancora sotto l’atroce e nefasta mannaia della giustizia becera, ma tracotante.
Dunque che cosa è accaduto da quando si è insediato il nuovo governo?
Che cosa è stato fatto per i debitori, per gli impoveriti?
Come è stato contrastato il potere delle banche che dettano riforme del codice di procedura civile per essere tutelate ed i funzionari dei ministeri ascoltano e ricopiano supinamente senza battere ciglio?
Questa verità Salvini e Di Maio non possono ignorarla: nei ministeri ci sono capi gabinetto e funzionari che rappresentano un sottostato al servizio dei poteri forti, delle banche che bloccano tutti i tentativi di riforma che possano difendere e tutelare i debitori.
Questa constatazione l’ha vissuta proprio Bramini che ha proposto una riforma radicale dell’art. 560 cpc ed è stato gabbato, perché di fatto non è passata, forse neppure è stata letta da Buonafede e dai suoi scriba, visto che difendono i creditori e non i debitori.
Ci sono ancora funzionari nei ministeri legati al vecchio regime, ai poteri forti che non sono sciocchi , se ne infischiano della fuffa di Facebook, dei like e delle visualizzazioni e badano al sodo: impedire che gli interessi del debitore siano tutelati.
A questo punto urge una candidatura Bramini alle prossime europee o un incarico autorevole per una commissione parlamentare o nel seno di un ministero, perché si attuino le proposizioni del “Manifesto del debitore”,altrimenti siamo solo alla politica degli annunci su Facebook che non corrispondono alla realtà fattuale.
Ma è una mistificazione insopportabile: la demagogia alla lunga non regge e cadremo nel baratro.
Salvini e Di Maio se siete rivoluzionari e volete il cambiamento dovete sostenere Sergio Bramini con una candidatura o con un incarico prestigioso e confacente alla bisogna,altrimenti nulla è cambiato: siamo ancora nell’ancien regime.
Devi fare login per commentare
Accedi