Beni comuni
La democrazia climatica vista dalla banchina
L’estate è appena iniziata, il clima manifesta tutte le sue anomalie ed alterazioni, i fiumi sono in secca, le colture appassiscono nei campi per mancanza di acqua.
L’estate è appena iniziata, l’emergenza Covid-19 è per ora sotto controllo e le banchine dei porti turistici del Mediterraneo piene di yacht con motori di qualche migliaio di cavalli possono dare il “rompete le righe”.
Ma dove è il nesso tra questi due incipit? E’ presto spiegato.
Uno yacht a motore , uno di quelli non troppo grandi (15-20 m di lunghezza per intenderci), consuma all’ incirca 200 litri di gasolio per ogni ora di navigazione, durante la quale percorre una ventina di miglia nautiche. Diciamo che da una località della costa Toscana raggiungere la Corsica e tornare comporta un consumo di 2,000 litri di gasolio, che causano l’emissione di 5 tonnellate di CO2. Oltre a considerare la pericolosità di questi mezzi, spesso condotti a velocità folle in modo irresponsabile (come i recenti fatti di cronaca hanno evidenziato), che provocano vittime e danni alle migliaia di cetacei e milioni di pesci sminuzzati dalle eliche.
Per avere un’idea dell’ordine di grandezza possiamo considerare che le emissioni medie di un cittadino italiano sono pari a 6 tonnellate di CO2/anno. Oppure che con 2,000 litri di gasolio un’auto di media cilindrata può percorrere 40,000 km.
In questi numeri è evidente tutta l’ingiustizia (“climatica” e non solo), che consente ad alcune persone, per una crociera di un fine settimana, di inquinare, di alterare il clima, quanto un cittadino medio fa in un intero anno.
Siamo alle solite, alla “statistica del pollo” di Trilussa. Molti cittadini per virtù, coscienza o semplicemente per limitate possibilità economiche inquinano “1”, ma quelli che inquinano “100” o “1,000” portano la media aritmetica a 6 t CO2/pro capite anno.
E non si tratta solo di aridi numeri, è in gioco una questione più ampia, un principio di democrazia. La tutela dei “beni comuni” a mio avviso, si pone non solo in relazione all’ utilizzazione del capitale naturale, dell’acqua, ma anche per ciò che riguarda le emissioni inquinanti, di “gas serra”, che vanno a compromettere il clima, bene comune per eccellenza.
Emissione di CO2 pro capite in Italia e altri paesi (Fonte: grafici.altervista.com – luca_p@gmx.com su dati World Bank)
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