Beni comuni

La danza della sostenibilità

L’arte come espressione di un mondo da ricostruire

12 Marzo 2025

Con la parola “sostenibilità” oggi si pensa immediatamente all’ambiente, alla crisi ecologica, ai disastri che l’uomo provoca, ai danni commessi contro la natura. In verità non esiste una crisi ambientale decontestualizzata da tutto il resto. Dobbiamo allargare l’orizzonte per comprendere che essa va, di pari passo, con la crisi sociale. Per questo motivo non sono solamente necessari interventi mirati a “bonificare” gli eccessi dell’inquinamento, della carbonizzazione, dei rifiuti fuori controllo, ma è indispensabile avvicinarsi al tema dell’uomo con un approccio integrato capace di lottare contro le povertà, restituendo dignità agli uomini preservando, al contempo, la natura. Il mondo è la nostra casa comune.

Gli stili di vita di ciascuno sono il granello di sabbia capaci di spostare il mondo. Da soli non possiamo nulla. Abbiamo sempre bisogno di alleati, di compagni di viaggio, di nuove esperienze che ci diano la forza di stringerci in un “Noi”.

Ed allora, ogni gesto, ogni piccolo gesto diventa la tessera del mosaico. Il ballo, al pari del canto, della cucina e della pittura, rappresentano l’arte umana che si pone al cospetto e in dono dell’altro. Danzare sulle note di una musica, pulire una piazza vilipesa, un prato sporcato, salvare un animale marino, offrire un tetto ad un immigrato, regalare un tozzo di pane ad un senzatetto, aiutare un giovane disabile, un uomo rimasto solo, sono tutti atti “sostenibili”.

L’arte ha un potere straordinario. Ci insegna che nulla esiste al di fuori della relazione. Un passo di danza ha senso solo nel ritmo condiviso, una voce che canta si eleva nell’eco delle altre. Così anche il nostro essere nel mondo non è mai un fatto solitario, ma si intreccia costantemente con gli altri, con la natura, con la storia che lasciamo dietro di noi. L’arte, in tutte le sue forme, è una delle più potenti espressioni dell’identità umana. Essa ci ricorda che siamo parte di un tutto, che la bellezza non è mai un’azione individuale ma nasce dall’incontro e dal dialogo. Dipingere un quadro, creare musica, scolpire la materia o danzare nello spazio pubblico sono tutte azioni che trasformano il contesto in cui viviamo. L’arte è un linguaggio universale, capace di abbattere barriere e costruire ponti tra le persone, tra il passato e il futuro, tra il particolare e l’universale. In essa troviamo la capacità di rigenerare il mondo, di restituire senso al nostro stare insieme, di creare armonia dove sembra esserci solo caos.

Non servono eroi o rivoluzioni. Servono persone consapevoli che ogni gesto conta. La costruzione della famiglia umana non avviene mai per “strappi” con l’aiuto del demiurgo che tutto risolve, ma da piccole azioni quotidiane, da ognuno di noi, da ogni singola espressione capace di regalare un sorriso all’altro.

L’arte della danza, come ogni forma di espressione autentica, è un segno tangibile di questa connessione profonda. Per questo motivo, l’immagine di giovani danzatrici in strada non è solo estetica, ma un invito a riflettere su come la bellezza possa essere un atto politico, un modo per riappropriarci dello spazio comune e della responsabilità di custodire il mondo.

Se impariamo a vedere la sostenibilità come un’armonia tra l’uomo e la terra, tra il gesto individuale e il bene collettivo, allora ogni piccolo passo diventa trasformativo.

 

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