Beni comuni

A modest proposal to dream of a new world

25 Luglio 2021

Ieri manifestazioni no vax in Francia, al grido liberté liberté , con intervento della polizia che ha disperso i manifestanti con cannoni ad acqua e manganelli. Analoghe, seppur minori – ma per quanto ancora? – manifestazioni in alcune città italiane, al grido di libertà, no al green pass rispetto della Costituzione(!), vita!  Intanto risalgono i contagi covid, che in un paese come gli Usa sono triplicati in percentuale (+9,2489), in Francia (+2,523), in Italia (+1,362), in Giappone +2,472, in Portogallo, 4,128,  con punte apocalittiche in India (+40,052), Indonesia (+39,767), Russia (+21,952), Argentina (+15,349), Colombia (+14,467), Brasile (+9,289), Sud Africa (+13,972), Iran (+18,727) Bangladesh (+9, 723). Per il dettaglio si veda questo sito

Paesi democratici, paesi meno democratici, stati di diritto, dittature e para dittature  militari e religiose, tutti si trovano nella stessa situazione di incipit della terza ondata (con l’ eccezione della Cina, dove la libertà non esiste, il paese è stato militarizzato dalle pratiche di vaccinazione, e stranamente molti dei libertari nostrani guardano come un modello (!) di “libertà” e progresso sociale (?), quando non di nuova forma di anticapitalismo (?) da imitare).
Il mondo sembra impazzito, come dice un filosofo e umorista italiano, Astutillo Smeriglia;

Quali analisi si possono fare?

–       Che siamo siamo diventati troppi, noi umani, (quasi 8 miliardi questo momento) si sa;  con la nostra arroganza di sapiens dominatori,  abbiamo  sfruttato depredato saccheggiato questo piccolo globo con un modello di sviluppo devastante fondato su energie fossili, inquinando, minando gravemente la biodiversità, alterando il clima,  massacrando animali o facendone merci di sterminio, oltrepassando la sostenibilità, invadendo spazi vitali di altre specie. Ormai è troppo tardi, e adesso la Natura, a noi indifferente, ci sta facendo pagare il conto (cfr. inondazione catastrofica della scorsa settimana in Germania e Belgio, ma è solo l’inizio! Leggi anche  Leopardi «La natura e un islandese” in Operette morali)
–       Il livello di fiducia nella scienza si è drasticamente abbassato soprattutto per il combinato disposto della bassa scolarizzazione, nei paesi neoliberisti e/o che hanno aziendalizzato le scuole, per non parlare delle dittature o dei paesi che una volta si sarebbero chiamati del Terzo Mondo (ma ora mi pare che l’intero mondo sia diventato il distopico Orbis Tertius di borgesiana memoria), e dell’analfabetismo di ritorno di chi da tempo non legge un libro, un giornale, una rivista, ma si limita a vedere video di 5 minuti sul web o a leggerere brevi spot sui social.
–       In Italia  (ma direi anche in tutti i paesi avanzati) il livello di conoscenza e di percezione soprattutto del disastro ambientale in cui ci stiamo inesorabilmente ficcati da trent’anni a questa parte è devastante. E tanto nelle scuole quanto nelle élite politiche e economiche (se si escludono i pochi scienziati o le persone acculturate o i militanti ambientalisti, per lo più giovani e giovanissimi, che gridano spesso nel deserto, almeno non essendo (più?) bastonati come vent’anni fa a Genova)
–       I media  tradizionali hanno ormai anno poca o punta influenza e prestigio, surclassati dai social media e dal web, in cui la maggior parte degli utenti – eterodiretti da algoritmi ad hoc che catalizzano il loro incontrarsi con persone che la pensano come loro – hanno l’errata percezione di formarsi, informarsi, rafforzare le proprie opinioni, mentre disertano la lettura,  le università,  dimenticando quello che hanno studiato con la conseguenza che molto spesso aderiscono a ipotesi complottiste, pseudoreligiose e fanatiche, sulle quali politici populisti (rightmen) fanno presa, usandole come dispositivi di inebetimento delle coscienze, di controinformazione, di fakenewsizzazione permanente. Tali “teorie” servono a semplificare la complessità del mondo in poche formule manichee, facili da apprendere  perché si condensano in motti agilmente ripetibili e memorizzabili (le famose tredici battute di Eco), nelle bacheche social  e/o sui cartelli scritti con  sgrammaticature per strada,  da sbandierare poi come  supposto sapere esoterico sottratto a “coloro che non vogliono farti conoscere le cose come stanno”.

 

–       Chi grida «libertà libertà!», ha un concetto anarcoide di libertà, la identifica con l’arbitrio e il capriccio, non sa, o non vuole sapere, che la libertà è garantita, nello stato di diritto, dalle leggi che impediscono che altri, nello spazio sociale, per la libertà supposta nostra si vedano conculcata quella loro (sintesi: la mia libertà finisce dove inizia quella degli altri). Basterebbe leggere un libro di educazione civica delle medie, per capire questo concetto, se non si fosse dimenticato come si legge, in una sostanziale deriva di analfabetismo di andata-e-ritorno.

–       Per ulteriori analisi iniziali leggere almeno obbligatoriamente alcuni libri nei quali si troverà altra bibliografia): 1) Umberto Eco, Costruire il nemico e altri scritti occasionali, Bompiani;2) Rob Brotherton, Menti sospettose, Bollati Boringhieri; 3) Gari Lachman, La stella nera, Tlon; 4) Psicopolitica. Il neoliberismo e le nuove tecniche del potere, di Byung-Chul Han, Nottetempo. 5) Don Delilo, Il silenzio, Einaudi.

Soluzioni in ordine sparso. Premettendo che non sono un profeta, ma solo un sognatore.

–       Rendere obbligatoria la vaccinazione dei ragazzi dai 12 anni in poi, degli insegnanti, di tutti coloro che lavorano a contatto con il pubblico. La DAD deve finire. Ora!
–       Rafforzare la scuola, sia come tempo scuola, che come qualità di essa. Fare classi più piccole, vietare l’uso di cellulari in classe. Non moltiplicare, per diluire, le discipline: i ragazzi già studiano scienza, matematica, inglese, e non occorre che studino come usare i computer, già sanno molto meglio di noi smanettare (per lo più per giocare o perdere tempo con gli influencer di turno; altro è che ignorino la programmazione, ma per quello c’è l’università); La scuole devono dare fondamenti stabili: occorre imparare il pensiero critico (e sì, imparare, perché la critica impone conoscenza, non è superficiale ribellismo, e questa si forma con lo studio faticoso di storia, filosofia, italiano, lingue classiche: queste materie devono restare, perché sono le nostre radici umane e sviluppano la fantasia, senza la quale un nuovo mondo non è semplicemente immaginabile e il nichilismo depressivo (si veda L’epoca delle passioni tristi, di M. Benasayag, Feltrinelli) impererà. Altra cosa: il libro è un oggetto da riscoprire, magari anche quello su tablet. Ma leggere, tutto, ovunque, è vitale. Prima di essere animali narrativi siamo animali cognitivi.


–       Riprendendo una suggestione di Karl Popper, dare una “patente” per coloro che progettano, organizzano, usano i social.
–       Fornire informazioni coerenti, da parte dei media tradizionali: non spaventare ma dire la verità, non fomentare la dissonanza cognitiva, per la quale «quello che sta accadendo  è grave ma io che centro?», «è tutta colpa “loro”» (come se “noi” non fossero i “loro” degli “altri”)
–       Tornare a praticare i diritti umani. Ma non sono quelli settecenteschi (vita, libertà, proprietà, resistenza all’oppressione), anche quelli ottocenteschi (diritti politici, voto, attivo e passivo, uguaglianza di genere,  diritti sociali, scuola, istruzione, lavoro dignitoso sanità), ma anche di nuova generazione (ambiente, qualità della vita, cibo minimo, accesso alla conoscenza, fine vita dignitoso, allevamento sostenibile e fine delle Treblinke quotidiane degli animali)

–        Ricostruire reti di corpi e non solo di psichi virtuali neo-gnostiche che si aggrappano a messaggi virali di influencer.

–        Diminuire e tassare l’industria delle armi, del cinema violento e della pornografia, soprattutto gratis nel web. Abolire la schiavitù e il razzismo in tutte le sue forme. Rispettare gli animali.

–        Sovvenzionare i ricercatori, evitando il classismo, il maschilismo, l’ageismo (perché certi concorsi hanno limiti d’età, c’è gente che ha quaranta cinquanta sessanta anni, ha fior di lauree e dottorati ed è esclusa dal mondo della ricerca), oltre che il baronismo patriarcale che esclude i giovani e li induce a emigrare. Ripensare il concetto di “merito”, declinato per lo più in maniera arbitraria e escludente. Al limite abolirlo, ma non per ritornare alla cooptazione feudale.

–       Favorire il pensiero in tutte le sue forme. Tornare a far leggere i bambini, o leggergli favole, racconti, libri. Giocare con loro.

–      Imparare a perdere tempo, lavorare meno,  dedicarsi alla cura di sé e dei propri cari, in tutte le dimensioni.

–        Stare con i genitori, accarezzare gli anziani, parlare con loro, ascoltarli.

–       Tenere acceso max. 3 ore al giorno il web, usare i cellulari solo per telefonare. Togliere tutti social: sono una gran perdita di tempo sottratto alla cultura, alla relazione e in sostanza alla vita.
–       Coltivare il desiderio, la speranza, le relazioni,  un fiore, lo spirito, la gentilezza, la fiducia.

–       Amare la meraviglia della complessità, accettare che conoscere è moltiplicare le domande, non ridurre le risposte.
–       Bere un bicchiere d’acqua al mattino, non avere paura del silenzio, e della paura.

–       Vedere “Sogni” di Akira Kurosawa.

–       Accettare il limite, la fragilità, la mortalità. Piantare un albero per quando non ci saremo più.

Ps. Leggo questo visionario e geniale post, di HECTOR G. THERON che in maniera fantasticamente satirica,  propone una ulteriore soluzione.

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