Ambiente

Sei abilitatori top dell’innovazione green italiana

9 Giugno 2023

In un mondo in preda alla crisi climatica – e gli scettici farebbero bene a vedere che cosa sta accadendo a New York, in balia dei fumi generati dai roghi nelle foreste del Canada – occorre che l’Italia non solo innovi, ma innovi abbracciando la sostenibilità, chiave di volta degli anni tempestosi a venire. Lo Stato deve fare il suo, giacché persino in democrazie federaliste e orientate al privato come gli Stati Uniti è Washington DC che guida le danze, tuttavia il contributo delle imprese è vitale. Per fortuna nel paese di Galileo Galilei e Federico Faggin, a dispetto del pessimismo generalizzato, qualcosa si muove. Anzi, molto si muove: grazie anche a un cambio di paradigma nel mondo della finanza stanno emergendo attori che, con lungimiranza e anche visionarietà, sostengono attivamente l’innovazione green. È un fenomeno diffuso, che non è concentrato solo su Milano, ma vivifica tutto il sistema-paese, e che è cruciale per consentire all’Italia di cogliere le opportunità del PNRR. In particolare tra le tante ottime iniziative sei attori, di varia natura, sono degni di interesse e di menzione, in virtù del loro potenziale e dei risultati già conseguiti.

1. ZERO

Chi non conosce ZERO, l’acceleratore cleantech della Rete Nazionale Acceleratori di CDP, lanciato da CDP Venture Capital, ENI, LVenture Group ed ELIS con il supporto di veri e propri colossi aziendali come Acea, Microsoft, Vodafone e Maire Tecnimont? ZERO nasce per intercettare le startup di grande potenziale e con una soluzione a impatto zero dal punto di vista ambientale. ZERO cerca sia startup software sia hardware, in aree strategiche (tanto per l’Italia che per l’Europa e il mondo) quali l’economia circolare e la gestione dei rifiuti, le fonti di energia alternative, sistemi operativi sostenibili, comunità interconnesse e sostenibili. Un approccio a 360° fondamentale per un paese come il nostro, allo stesso tempo bisognoso di energia (siamo difatti la seconda potenza industriale del Vecchio Continente), povero di materie prime e fragile da un punto di vista ambientale e idrogeologico.

2. Joule

Dal 2020 Joule, la scuola di ENI per l’impresa, promuove lo sviluppo di imprese sostenibile con percorsi dedicati di accelerazione e di programmazione. Ha il suo quartier generale in un quartiere simbolo della Capitale, l’Ostiense, dove sorgeva un tempo il celebre Gazometro, costruito dall’Ansaldo negli anni ’30. Allo scopo di accompagnare lo sviluppo delle startup focalizzate sull’economia circolare e sulla decarbonizzazione la scuola ha lanciato un ambizioso Acceleration program; in più esiste anche un Joule Discovery Lab, programma di validazione di idee che si pone l’obiettivo di fornire un supplemento, per così dire, di concretezza agli imprenditori alle prime armi, e aiutarli ad aprire le ali e spiccare il volo.

3. Laboratorio ESG

Intesa Sanpaolo è una banca di sistema, e ha sempre dato prova di grande sensibilità verso le esigenze di modernizzazione delle imprese, incluse le PMI, che costituiscono l’ossatura del nostro tessuto produttivo. Oggi le PMI sono alle prese con la transizione energetica, e per tale ragione la banca ha varato il Laboratorio ESG, concepito per aiutare le aziende a ripensare al proprio business, rendendolo più sostenibile e green. Una specificità del Laboratorio ESG è che è diffuso su tutto il territorio nazionale: per esempio il 7 giugno a Cuneo avrà luogo un appuntamento (fisico ma anche digitale) sulla rivoluzione del retail, il 23 un Laboratorio ESG si terrà in Puglia, per affrontare il tema della sostenibilità nello shipping.

4. Spreentech Ventures

Si tratta di un acceleratore green con quartier generale a Rovereto, nel Trentino-Alto Adige, territorio che ha fatto della sostenibilità e dell’utilizzo di materiali naturali come la pietra e il legno la sua bandiera (difatti Habitech è uno dei soci di Spreentech Ventures). Opera in aree essenziali per garantire il benessere della società di domani, come l’edilizia 4.0, la smart city e lo smart building, l’economia circolare e il green building, nonché la mobilità sostenibile. Spreentech Ventures è guidato da un ingegnere veronese, Luca Lucchese, che avendo speso anni negli Stati Uniti (in eminenti atenei della West Coast, come ricercatore) ha familiarità con l’innovazione a stelle e strisce.

5. Green Transition Hub della LIUC

L’università è fondamentale per supportare le imprese intenzionate a diventare davvero più sostenibili e green, specie quando ha una vocazione manageriale di lunga data. L’Università Carlo Cattaneo (LIUC), tra le eccellenze dell’accademia nazionale, ha inaugurato a tale scopo il Green Transition Hub, centro di aggregazione di competenze e know-how in merito ai temi della transizione ecologica, a beneficio ovviamente degli studenti dell’ateneo varesino, ma anche delle imprese di quello che è uno dei territori più industrializzati e innovativi d’Italia, con lo scopo di indirizzare tutti questi soggetti verso gli obiettivi dell’economia circolare e della sostenibilità, promuovendo una profonda trasformazione culturale nella società e negli stakeholder. A dirigere il Green Transition Hub è Alessandro Creazza, docente della scuola di ingegneria industriale della LUIC; va peraltro menzionato che il medesimo ateneo ospita un Centro sull’Innovazione Tecnologica e l’Economia Circolare.

6. EIT Climate-KIC

A Bologna, presso il CNR, ha sede lo EIT Climate-KIC in Italia. L’iniziativa, di respiro come è noto europeo, ha l’obiettivo di riunire tutti gli attori che vogliono vincere la sfida della crisi climatica avvalendosi di creatività, tecnologia e ingegno. Dal 2016 a oggi lo EIT Climate-KIC è riuscito ad aiutare, in modo estremamente concreto, oltre cento startup, in particolare di settori come la chimica verde, l’economia circolare, i nuovi materiali, la bioedilizia, l’uso efficiente di risorse sempre più scarse e preziose come l’acqua, che ormai inizia a scarseggiare d’estate in molte parti d’Italia. La scelta di Bologna come location dell’iniziativa si è rivelata vincente, perché la metropoli centroitaliana dispone di una delle migliori università d’Italia, e conta su una platea nutrita di aziende dinamiche e visionarie, talvolta vere “multinazionali tascabili” che devono necessariamente essere sempre più green per continuare a competere sui mercati globali.

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