Ambiente
Se l’inquinamento in Pianura Padana ci costa un anno e mezzo di vita
Che ci sia piaciuto o meno, questo Maggio 2019 fresco e piovoso (in Italia) ha avuto almeno due grandi pregi: da una parte ha rimpinguato le nostre scorte idriche, la cui situazione all’inizio della primavera era a dir poco drammatica, con i grandi fiumi già in secca a fine Marzo e le nostre montagne praticamente spoglie di neve.
Dall’altra parte, cosa forse ancora più importante, il continuo rimescolio dell’aria grazie a rovesci di pioggia e venti sostenuti ha mantenuto i livelli degli inquinanti presenti nell’atmosfera a livelli piuttosto bassi per il periodo.
La situazione, tuttavia, sta per cambiare drasticamente. L’entrata di Giugno garantirà il ritorno di condizioni di alta pressione stabile, soprattutto al Nord. Se l’evento è normale per il periodo ed anche auspicabile per il bene della nostra agricolutra e del turismo, l’altra faccia della medaglia è che tali condizioni di aria ferma alla lunga riporteranno i valori di smog ed inquinamento alle stelle, soprattutto nella Pianura Padana.
Il che è molto grave, perchè secondo le conclusioni di uno studio promosso dall’Energy Policy Institute dell’Università di Chicago, l’aria inquinata che respiriamo a livello globale riduce l’aspettativa di vita sul nostro pianeta di 1,8 anni. Lo studio dei ricercatori statunitensi ha associato per la prima volta il livello di inquinamento di una zona al numero di anni di vita potenzialmente «sacrificati» dagli abitanti di essa, creando l’Air Quality Life Index (Aqli). I risultati, purtroppo, non ci sorridono.
L’inquinamento atmosferico peggiore del mondo si trova in India, Cina e Sud-Est asiatico: qui l’aria satura di polveri sottili sottrae all’aspettativa di vita degli abitanti di queste zone diversi anni di vita (fino a 4). In Europa per fortuna la situazione è molto migliore e complessivamente accettabile, ma con due grandi eccezioni: il Nord Italia e l’Europa centro-orientale, Polonia in testa.
L’Italia, in particolare, sembra spaccata in due, con dei divari geografici enormi. Il Centro-Sud e le isole registrano livelli di inquinanti uguali se non inferiori a quelli raccomandati dall’Oms. Il Nord, invece, soffoca nell’inquinamento. Il circolo vizioso tra clima continentale, scarsa ventilazione dovuta all’orografia della zona (Alpi ed Appennini fanno da tappo al ricambio dell’aria e la rendono stagnante), ed alta densità abitativa ed industriale fanno sì che la Pianura Padana contenda alla Polonia meridionale il non invidiabile primato di regione europea con l’aria più inquinata in assoluto.
Siamo ben al di sopra dei livelli di aree ancor più densamente popolate come le megalopoli di Londra e Parigi, ma dotate di condizioni geografiche più favorevoli.
Tramite l’Air Quality Life Index, i ricercatori americani hanno stimatato per le zone della pianura Padana una media di 1,5 anni di vita “persi” a causa dell’inquinamento atmosferico, a fronte di una media nazionale di appena 6 mesi (con impatto praticamente nullo nelle zone rurali e appenniniche del Centro e del Sud). Si tratta, attenzione, solo di uno dei fattori che influenzano l’aspettativa di vita, che nella zona rimane comunque molto alta grazie ad un eccellente sistema sanitario ed al diffuso livello di benessere economico, ma è comunque un dato molto grave e sul quale bisognerebbe intervenire.
Guardando a livello globale, secondo i ricercatori americani l’inquinamento atmosferico è la più grande minaccia alla salute umana su scala planetaria (1,8 anni persi), superiore a tabacco (1,6 anni persi), alcool e droghe (11 mesi), acque inquinate (7 mesi) e incidenti stradali (4,5 mesi).
Lo sforzo collettivo per risolvere il problema, tuttavia, è da sempre molto inferiore a quello che viene messo in campo per affrontare le altre minacce, e troppo spesso si limita, almeno da noi, a qualche slogan di facciata o a qualche domenica ecologica di dubbia efficacia, laddove servirebbero interventi ben più incisivi ed impopolari.
Nella maggior parte dei casi, per non scontentare nessuno, la soluzione più in voga è quella di sperare che il vento e la pioggia tengano l’aria pulita il più a lungo possibile, come d’altronde hanno nelle ultime settimane.
Il problema, come diceva qualcuno, è che non può piovere per sempre.
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