Ambiente

Se ci bloccano il futuro noi blocchiamo la città. #Day5

15 Marzo 2019

E’ il giorno perfetto, quello con il numero 5, il quinto della settimana e con un 5 anche nella data. Lo abbiamo aspettato in tanti. Ieri sera raccontavo quello che sarebbe stato a mio padre, e lui che mi diceva ma cosa volete fare?, e diceva che secondo lui questi cambiamenti climatici sono manipolati, sapete quelle stupidaggini delle scie chimiche? Ecco, ci sono uomini di scienza come mio padre che probabilmente ci credono nelle scie chimiche, e io non mi spiego come mai ci credono. E diceva che anche la ragazzina svedese è manipolata, che le dicono cosa dire. E io ho visto un muro, quello che questa cultura destrorsa e scettica imperante sembra volere mettere su tutto e su tutti. Poi tornando a casa, le bimbe che dormivano già, ho raccontato a mia moglie quelle cose che aveva detto mio babbo, e lei che conosce e capisce tutto il mio entusiasmo ha messo la cosa su un piano decisamente interessante, diceva che se anche domani, dopo questa manifestazione, non succeddese niente, niente di gigantesco intendeva, già l’aver scatenato questa sensibilità per i temi ambientali in tanta gente sarebbe già un risultato enorme, e specialmente averlo fatto nei ragazzi. E lì, mentre stavamo finendo di parlare prima di andare a letto, abbiamo cominciato a meditare come ridurre la nostra piccola impronta ecologica.

Oggi ho visto tanti che si avviavano alla manifestazione, e gente di tutte le età. Quelli del liceo scientifico erano la componente maggioritaria, ma ho visto passare anche maestre delle elementari e tanti adulti. Qualcuno distribuiva volantini della sinistra anticapitalista, ma oggi non esistono i partiti e soprattutto non esiste la destra e la sinistra, e il volantino non lo prendo, lo tenga pure. Vedere questi ragazzi manifestare, stare seduti per terra ad ascoltare i vari interventi, vederli scioperare per una giusta causa, ha risvegliato in me una vita che definirei tardo studentesca, ma soprattutto ha spazzato via in un solo colpo tutti quei luoghi comuni sui giovani di oggi. Questi ragazzi credo abbiano un’impronta ecologica molto meno pesante della mia, davvero se possono vanno in bicicletta e scelgono di non usare la macchina o il motorino, e davvero hanno una luce negli occhi che merita tutta la nostra attenzione. Scandiscono slogan a ritmo, e al microfono si alternano per raccontare qualcosa che sia di stimolo per coloro che ancora non hanno capito l’urgenza dell’appello di Greta Thunberg. Probabilmente parlano agli adulti presenti, a me e a tutti gli altri. Sono centinaia di migliaia i ragazzi scesi in piazza stamani, a Milano 100.000, a Torino 20.000, a Bologna 7.000, e la lista è ancora molto lunga. Arrivano immagini dalle piazze di tutto il mondo, anche dall’Antartide, in tutto 123 paesi di tutti i continenti. Chiedono una cosa sacrosanta, di non bloccare il loro futuro, e di trasfromare le città.

ps: mia moglie per telefono prima, ma perché non mandi le foto a Repubblica?, ecco, è questo l’entusiasmo che serve pee cambiare le cose. E alcune delle foto che ho mandato le ho messe anche qui.

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