Ambiente

Salute degli animali e crisi climatica: l’ONU riconosce un nesso di causalità

3 Marzo 2022

La quinta Assemblea ONU sull’Ambiente approva all’unanimità una risoluzione che riconosce il nesso causa-effetto tra l’emergenza climatica e l’aggravarsi delle condizioni di salute degli animali. In  Italia una proposta di legge per il divieto di importare ed esportare parti di fauna selvatica protetta, con pene fino a 3 anni 

 

 

 

 

Nella giornata di ieri, in Kenya, a Nairobi, la quinta Assemblea ONU dedicata interamente alle tematiche ambientali (UNEA), ha approvato finalmente, all’unanimità, una risoluzione che riconosce l’esistenza di un nesso di causalità tra gli effetti dell’emergenza climatica e l’aggravarsi delle condizioni di vita degli animali.

 

La risoluzione in concreto

 

 

Il contenuto della risoluzione Onu appena approvata, contiene una serie di indicazioni rivolte ai governi di tutti i paesi del mondo, alle quali attenersi per provare ad imprimere un cambio di rotta sostanziale ad un gravissimo declino ambientale, degli ecosistemi e dell’ universo animale nel suo complesso. Tutto incentrato sulla strenua difesa della biodiversità, il contenimento ed il contrasto dell’inquinamento e gli investimenti nelle attività di ricerca scientifica in grado di prevenire nuove malattie ed epidemie, capaci di distruggere e far scomparire intere specie animali, e con conseguenze anche per la specie umana. Le ultime e devastanti vicende pandemiche lo dimostrano ampiamente ed incontrovertibilmente.

La proposta con cui è stata direttamente interpellata l’ONU, perché di esprimesse a riguardo, è stata avanzata dal governo del Ghana, supportato dai governi di Senegal, Burkina Faso, Etiopia, Repubblica Democratica del Congo, Sud Sudan e Pakistan. Nel testo della stessa, si chiede al Direttore esecutivo dell’UNEA, di redigere un dossier che monitori ed approfondisca il rapporto di causa- effetto tra le condizioni di vita degli animali, la salubrità ambientale e l’ecosostenibilità.

 

 

Soddisfazione espressa dalle Associazioni ambientaliste

 

 

Grande soddisfazione è stata espressa dalle Associazioni ambientaliste, in particolar modo, dal WWF che ritiene indispensabile riuscire ad assicurare un futuro sostenibile agli animali, così come alle persone ed all’intero pianeta. Pur essendoci ancora tanto da fare, è innegabile che questo rappresenti un importante passo in avanti.

Inoltre, risulta imprescindibile porre in essere un programma di collaborazione tra gli stati più importanti del mondo, affinché si impegnino comunemente a mettere un freno a questo sfruttamento suicida delle risorse ambientali, animali ed umane, attuando piani di azione concreti.

 

 

 

L’ Italia presenta una proposta di legge alla Camera per vietare l’esportazione e l’importazione di parti di fauna protetta, pensando a pene fino a 3 anni

 

 

L’Italia prova a sfondare un muro di omertà ad inerzia riguardo il traffico di pezzi di fauna protetta.

Nella giornata di ieri, infatti, è stata presentata alla Camera, una proposta di legge , volta proprio a vietare tutto l’atroce circo che gravita intorno alla cattura e alla caccia di animali selvatici. Proposta di legge che ha visto tra i primi firmatari, i parlamentari Vittorio Ferraresi e Francesca Flati del Movimento 5 stelle, e che avanza anche l’ipotesi di perseguire queste condotte con pene fino a 3 anni di reclusione ed ammende fino a 300 mila euro. Misure sanzionatorie proposte per porre fine alla vandalica esposizione dei trofei da caccia, che eradicano barbaramente un sacco di specie animali protette, cancellando per sempre il variegato ed importantissimo mondo della biodiversità.

 

La  Humane Society International, ha diffuso dati davvero inquietanti che dimostrano come l’Unione Europea sia la seconda fonte più importante di queste importazioni. Il primato spetta agli Stati Uniti.

Si pensi che, tra il 2014 e il 2018, sono stati importati solo in Europa, all’incirca 15 mila trofei da caccia di 73 specie protette a livello internazionale.. E ben 322 di questi trofei, sono arrivati in Italia.

Nel succitato lasso di tempo, il nostro paese è stato il primo importatore di trofei riferibili ad ippopotamo, il quarto di leone e il quinto di elefante africano. Una svolta normativa in tal senso, costituirebbe un sorprendente cambio di passo nella lotta alla tutela del benessere degli animali e alla salubrità ambientale di conseguenza. Tra l’altro, è opinione assai condivisa, oramai, tra i cittadini italiani, quella di considerare come insensata e delittuosa la pratica della caccia ed il traffico di specie animali protette.  A tal proposito la stessa Humane Society International, ha lanciato una petizione in Italia, dal nome #NotInMyWorld, per sostenere questa campagna di sensibilizzazione dal grande valore etico. Già 40 mila le firme raccolte.

Un richiamo di giustizia e civiltà che ci pone di fronte al nostro stesso destino, quello di abitanti a tempo del pianeta Terra, che stiamo tingendo ogni giorno sempre più di sangue, innocente. E anche quello degli animali, a maggior ragione, se uccisi in maniera così disgustosa, lo è!

 

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